Marco Giusti per Dagospia
doctor strange nel multiverso della follia 1
Con 2 milioni di euro di incasso e 274 mila spettatori al suo esordio italiano, “Doctor Strange nel multiverso della follia” diretto da un maestro del fantasy come Sam Raimi che non girava un film da nove anni, dai tempi dello sfortunato “Il grande e potente Oz”, diventa un caso esplosivo non solo nel panorama italiano.
E dimostra che il pubblico, alla faccia delle finestre protezionistiche che dividono le uscite in sala e in streaming, alla faccia delle nostre commedie spesso impossibili da amare, esiste.
benedict cumberbatch doctor strange nel multiverso della follia.
Ieri sera sono andato al Moderno di Piazza Esedra, una delle più antiche sale di Roma, costruita nel 1904, lì il vecchio Polidor si rese conto nel 1914 che il cinema comico italiano non avrebbe potuto nulla per contrastare le comiche di Charlie Chaplin, e ho trovato una massa incredibile di ragazzi, tutti armati di pop corn, che avevano invaso non solo una sala, ma tutte le sale del multisala alla ricerca dei 77 multiversi del Doctor Strange.
rachel mcadams doctor strange nel multiverso della follia
Poco contava come fosse il film rispetto ai precedenti, il pubblico applaudiva a ogni trovata, ogni entrata in scena di un personaggio famoso, il dottor Xavier di Patrick Stewart, ad esempio. Non avendo visto “Wanda Vision” poco sapevo della popolarità di Elizabeth Olsen, che io trovo un po’ noiosa, e ancora ricorda come protetta di Weinstein a Cannes. Ma Elizabeth Olsen e la sua Wanda sono fondamentali nella costruzione del nuovo film del Doctor Strange.
doctor strange nel multiverso della follia.
E’ attorno alla sua ricerca di felicità, in un multiverso dove è madre di due figli, che ruota tutto il delirio del film. Il Doctor Strange di un Benedict Cumberbatch appena uscito dal ruolo di macho tossico gay di “The Power of the Dog” si sdoppia nei vari multiversi in diversi Doctor Strange, ma nessuno somiglia al suo favoloso personaggio del film di Jane Campion.
“Esci dal mio universo!” Forse sono troppo vecchio, troppo legato al cinema italiano, per capire di cosa sta parlando il film di Raimi, che non lo ha neppure progettato lui. Quando Kevin Feige alla Marvel ha liquidato Scott Derrickson, regista del film precedente del Doctor Strange, perché seguitava a scontrarsi con la produzione, dopo aver provato a farlo girare a Ari Aster, Jennifer Kent e Mike Flanagan, ha richiamato in campo il vecchio e glorioso Sam Raimi, il genio che ha girato capolavori come “La casa”, “L’armata delle tenebre”, i primi tre favolosi “Spider-Man”.
doctor strange nel multiverso della follia 3
Entrato in sala senza ricordare chi fosse il regista, nella prima parte del film non mi ero accorto del cambio di regia, ma già il primo scontro del Doctor Strange con un polipone con un occhio sole gigantesco mi avrebbe dovuto far capire che il gusto era quello di Sam Raimi.
Nella seconda parte Raimi torna in possesso di tutte le sue forze, e infila incredibili omaggi ai suoi vecchi film, c’è pure Bruce Campbell, e gioca sull’horror comico, sugli zombi, sul fantasy come gli avevamo visto fare in “L’armata delle tenebre”, mettendo in scena un Doctor Strange zombi meraviglioso che vale tutto il film.
doctor strange nel multiverso della follia
Benissimo, insomma, anche se la storia, scritta da Michael Waldron legandosi al pippone dei multiversi, e alla follia di Wanda che vuole fare la brava madre, rimane di una noia mortale. In pratica uno scontro mortale tra Strange e i suoi amici, Wong di Benedict Wong, Christine di Rachel McAdams, su multiversi diversi contro Wanda in versione Scarlet Witch alla difesa di una ragazzina messicana, America Chavez interpretata da Xochitl Gomez, in grado di passare rapidamente da un multiverso all’altro.
Wanda vuole impossesarsi dei poteri di America, quindi ucciderla, per andare nel multiverso che la vede mammina borghese. Tutto qui. Ci sono delle regole Marvel da rispettare o da infrangere. Ma, e in questo ha ragione Wanda, se le infrange Strange diventa un eroe, se le infrange lei diventa un mostro. E’ il cinema.
BENEDICT CUMBERBATCH - doctor strange nel multiverso della follia
Ora, se un Doctor Strange o un altro personaggio Marvel negli scontri fracassoni ci lascia le penne in un multiverso, sti cazzi, ne trovate uno nuovo in un altro multiverso. Direte che così è facile. Ma è un po’ come nel multisala del Cinema Moderno pur nato nel 1904. SE vi annoiate e cambiate sale scoprite che in ogni sala proiettano lo stesso film. Strapieno. Non potete sbagliare. Ripeto.
elizabeth olsen benedict cumberbatch doctor strange nel multiverso della follia
Non so se è il vero grande ritorno al cinema di Sam Raimi, il mondo Marvel è veramente troppo rigido per chiunque, ma la sua zampata, soprattutto nella seconda parte, si nota, eccome, e riesce a rendere divertente ogni situazione, anche la più horror. Benedict Cumberbatch, magari, sogna film migliori, sogna ruoli dove non deve limitarsi a recitare una scena col mantello e una scena senza mantella. Scordavo, si dice cappa. Rachel McAdams gli mette anche due punti a una cappa bucata. Ma è sempre all’altezza della situazione. Assolutamente da vedere col pubblico.