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    IL CINEMA DEI GIUSTI - IERI HO VISTO UNO DEI MIGLIORI FILM DELL’ANNO, “ZOLA”. DIRETTO DA UNA GIOVANE REGISTA AFRO-AMERICANA, JANICZA BRAVO, È UNA SORTA DI RICOSTRUZIONE DEL VIAGGIO DI UNA CAMERIERA NERA DI DETROIT PER FARE SOLDI FACILI IN FLORIDA CON UN PO’ DI ESIBIZIONI AL PALO NEI LOCALI - QUEL CHE VIENE FUORI È UN RITRATTO TERRIFICANTE DELL’AMERICA PROFONDA, DOMINATO DALLA STUPIDITÀ MASCHILE, DOVE SE NON TI MENA LA POLIZIA NELLA NOTTE TI MENA QUALCUN ALTRO E È BENE STARE SEMPRE ALL’ERTA. E UNA PALLOTTOLA PARTE SEMPRE. IMPERDIBILE - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Ieri mi sono visto uno dei migliori film dell’anno, e non lo dico solo io, ma le top ten del New Yorker, su Amazon, “Zola”, ma Emile Zola non c’entra nulla. Almeno credo.

     

    Diretto da una giovane regista afro-americana, Janicza Bravo, è una sorta di ricostruzione ironica, scatenata, ma anche violenta e realistica del viaggio di una cameriera nera di Detroit, appunta Zola, interpretata dalla bombastica Taylour Paige, assieme a un’amica bianca molto più sciroccata, Stefani, interpretata da Riley Keough, per fare soldi facili in Florida con un po’ di esibizioni al palo nei locali.

     

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    Inutile dirvi che Zola sul palo è uno spettacolo. Ma il viaggio non va per niente liscio e l’amica non è così amica. E’ una stronza, anzi una bitch, come dice Zola, perché la sua idea è di incastrare Zola non in un giro di locali, ma di appuntamenti con uomini in albergo.

     

    Zola - di Janicza Bravo Zola - di Janicza Bravo

    E il loro amico autista, non è un autista, ma il suo pappone, che intende vendere anche il corpo di Zola. Che non ci sta. Inoltre rivede da subito i prezzi. Non si può vendere la pussy a 150 dollari, spiega a Stefani, vale almeno 500-1000 dollari.

     

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    La grande novità del film, che detto così potrebbe essere un filmetto qualsiasi, è il fatto che il tutto nasce da 148 tweets della vera Zola sulla sua storia che già erano diventati un libro e ora diventano un film. Non solo.

     

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    Ma che ogni momento, e perfino i metodi di prostituzione, è giocato sul cellulare, sui meccanismi dei social per incontri, con le ragazze che non la smettono di smanettare. La regista, bravissima, gira tutta questa storia a ritmi impressionanti, ricostruendo proprio un linguaggio da twitter, con grande musica e grandi inquadrature, senza perdere mai contatto con la sua eroina, Zola, che sa sempre come cavarsela e non cedere la sua pussy ai clienti, tutti orrendi maschi bianchi.

     

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    Ma il pappone nero e i piccoli gangster neri di Tampa non sono meglio. Quel che viene fuori è un ritratto terrificante dell’America profonda, dominato dalla stupidità maschile, dove se non ti mena la polizia nella notte ti mena qualcun altro e è bene stare sempre all’erta. E una pallottola parte sempre. Imperdibile. Caldamente consigliato a Dago.

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