Marco Giusti per Dagospia
The Bourne Legacy di Tony Gilroy.
the bourne legacy rachel weiszFermi tutti. Ma che fine ha fatto Jason Bourne? Insomma, questo nuovo film della saga, "The Bourne Legacy", diretto, scritto e prodotto da Tony Gilroy, porta ancora il suo nome, e un po' se ne parla, si vede in fotografia il faccione di Matt Damon, ma nessuno ci svela se è vivo o morto. Pazienza, il pubblico capirà e se ne farà una ragione. E' quello che si devono essere detti i produttori, soprattutto Tony Gilroy, che aveva ideato, scritto e prodotto gli altri tre film della fortunata saga, "The Bourne Identity" (2002) diretto da Doug Liman, "The Bourne Supremacy" (2004) e "The Bourne Ultimatum" (2007) diretti invece da Paul Greengrass.
The Bourne Legacy poster jpegCerto, con oltre 900 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, solo il terzo capitolo ne aveva incassati 422, la saga di Jason Bourne, l'agente segreto smemorato in lotta con tutti i servizi del proprio paese per conoscere la sua vera identità, era particolarmente appetibile. Alla faccia di Matt Damon e del suo regista preferito, l'inglese molto politicizzato Paul Greengrass, che ci aveva abituati a una messa in scena adrenalinica di gran classe e a un po' di sale nelle storie. Il Jason Bourne di Damon e Greengrass è finito esattamente come lo Spiderman di Toby McGuire e Sam Raimi.
Jeremy Renner in the Bourne LegacyIn pratica nel 2007, dopo il grande incasso di "The Bourne Ultimatum", Greengrass e Damon avevano cercato di dar vita a un quarto episodio, che avrebbe dovuto chiamarsi "The Bourne Redundancy". Ma il copione non aveva convinto Tony Gilroy e si era arrivati alla separazione. Da soli, Damon e Greengrass gireranno nel 2010 "The Green Zone", una specie di avventura simil-Bourne alle prese con la guerra in Iraq, le armi di distruzioni di massa e le bugie americane. Molto politico, molto ben fatto, ma di gran costo (100 milioni di dollari) e di non eccelso incasso.
rachel weisz the bourne legacyPerò, visto due anni fa, non me lo ricordavo già più... Gilroy, che da sceneggiatore di successo era intanto passato alla regia con i noiosetti e scolastici "Michael Clayton" e "Duplicity", ha pensato che poteva far tutto da solo. Così ha scritto il copione di questo spin-off della serie assieme al fratello Dan, lo ha montato col fratello John, ha richiamato qualche attore dei film precedenti, come Joan Allen, Albert Finney e David Starthain, ha fatto sparire il personaggio di Julia Stiles e Matt Damon ce lo fa vedere solo in cartolina senza spiegarci se è vivo o morto (non si sa mai tornasse...).
rachel weisz the bourne legacyL'idea, come spiega il sottotitolo del film, è che di Jason Bourne "non ce n'è mai stato uno solo". Hai capito? In pratica i servizi americani, in questo caso comandati da un Edward Norton invecchiato che sembra un po' un Fabio Fazio meno mollacchioso (o un Veltroni furbo), e da uno Stacy Keach che ancora ricordiamo protagonista di "Fat City" di John Huston, avevano una serie di superspie geneticamente modificate e rese schiave da un cocktail di droghe e virus micidiali sguinzagliate in tutto il mondo. Con il casino provocato da Jason Bourne nell'ultimo film, la segretezza di questo progetto è andato a puttane e Norton e Keach decidono così di eliminare tutte le spie.
BOURNE LEGACY JEREMY RENNERE' a questo punto che seguiamo il percorso del numero 5 del progetto Outcome, tale Aaron Cross, cioè il Jeremy Renner bravissimo di "The Hurt Locker", che si trovava in Alaska in mezzo ai lupi (mozzicano, si sa...), nel tentativo di salvare la sua pellaccia di superspia. Prima cerca di capire qualcosa di più da un altro agente, Oscar Isaacs, che verrà fulminato da un drone in mezzo alla foresta, poi va alla ricerca della dottoressa, la bellissima Rachel Weisz, che lo teneva sotto controllo e che sa come farlo sopravvivere anche senza le droghe. Inoltre anche lei, sapendo troppo del progetto, è destinata all'eliminazione.
Bourne LegacyCome negli 007 degli anni 60 ci si muove parecchio, si passa da Seoul al Michigan fino a Manila, dove assisteremo a un grande inseguimento con un cattivissimo superspione proveniente da un progetto più recente, tale Larx3, Louis Ozawa Changchien. "Questo non ha complicazioni sentimentali", ci spiega Norton. Meglio così. Insomma, il film non è all'altezza di quelli di Greengrass e ci manca parecchio Matt Damon. Però il trio Renner-Weisz-Norton funziona, e il film ha lo stesso meccanismo degli altri tre. All'inizio non capisci niente, poi è tutto fin troppo facile. Non sempre un bravo sceneggiatore è anche un bravo regista. Soprattutto nei film d'azione, In sala dal 7 settembre.