Marco Giusti per Dagospia
joe russo
Ci siamo. Il grido di rivolta contro il cinema degli autori firmato Tarantino-Scorsese-P.T.Anderson e quanti altri, arriva da Joe Russo, co-regista assieme al fratello Anthony di ben quattro filmoni Marvel, tra Avengers e Captain America, ma anche del recentissimo “The Gray Man”, thriller kolossal con Ryan Gosling e Ana De Armas da 200 milioni di dollari pensato per la sala e poi spostato per Netflix, che dopo una fugace apparizione in sala in questi giorni arriverà sulla piattaforma in tutto il mondo il 22 luglio. Un impegno enorme per Netflix, è il film più caro che abbiano prodotto, e anche per i Russo, abituati a grandi incassi immediati.
A proposito di dare il suo film in sala, Joe Russo non si tiene e dice alla rivista “Indiewire” quello che molti altri registi di cinema popolare pensano. Basta! “E’ un’idea elitaria quella di andare a vedere il film in sala, e un cazzo costosa (it’s very fucking expansive). Così tutta l’idea che è stata creata – alla quale ci siamo aggrappati finora – che la sala è una spazio sacro, è una stronzata (bullshit)”. Ecco. Ovviamente la gente risponde su Twitter, e, a parte quelli che gli danno del venduto, dello yes man, leggo anche una sfilza di dichiarazioni di appoggio di gente che apprezza la posizione di Russo. “E’ esattamente quello che penso,” scrive Edd the Wordsmit.
THE GRAY MAN
“Mi dispiace, ma non pago 15 dollari a persona per vedere un film in un'incubatrice di cimici puzzolente dove le persone respirano per tutto il tempo. Non quando posso guardare lo stesso film sulla mia tv da 65 pollici nel mio soggiorno con i miei snack e le persone che amo”.
E rincara. “Fanno 50-60 dollari a film per la mia famiglia di 5 persone, senza contare snack e bevande (ci fermiamo sempre al Dollar Tree prima)”. Ma non è il solo. Seguono altri spettatori urlando che “i cinema sono cari, rispetto a un televisore da 65 pollici”. “Merda, costava 30 dollari a biglietto vedere Thor”. “Andare al cinema nella maggior parte dei paesi è un lusso. E’ una spesa che vale quanto una settimana di caffè presi al bar o un drink con gli amici. Il rapporto costo-beneficio sta diventando sempre meno interessante”.
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La scelta, per un giovane che ha 25-50 dollari a settimana per le spese personali, è se usarli per andare al cinema o uscire con gli amici. Gli americani, in generale, pensano che siano i ricchi occidentali snob a spingere per andare al cinema. Ma Joe Russo rincara la dose e tocca proprio un tasto da sempre difeso dalla cultura occidentale. Diciamo dai tempi di Godard. “Il cinema d’autore è vecchio di 50 anni ormai. Fu inventato negli anni ’70. Noi ci siamo formati su quell’idea. Eravamo ragazzi, era davvero importante per noi. Ma dobbiamo renderci conto che il mondo ha bisogno di cambiare e più ci opponiamo al cambiamento, più si crea caos. Non fa il gioco di nessuno respingere le idee della generazione futura”.
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Il cinema, insomma, sta diventando sempre più un prodotto da supermercato. Neanche da centro commerciale. Ma da consumare a casa. “Noi non siamo artisti o altro. Siamo buoni impiegati”. E intanto Netflix si propone di smetterla con la produzione di film d’arte o da Oscar come “Roma” di Cuaron. Solo film di facile consumo. Per questo i Russo si sono trovati meglio con Netflix che con la Disney. “E’ più facile lavorare con loro che con uno studio tradizionale”, dice Joe Russo, “visto che il loro approccio è più simile a quello di una compagnia di tecnologia che a quella di uno studio”. Praticamente fare un film è come fare una lavatrice. Ormai.
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