Marco Giusti per Dagospia
FILIPPO SCOTTI CIRO CAPANO - E' STATA LA MANO DI DIO
Prima di tutto “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino è entrato nella short list dei 15 film in corsa per il miglior film straniero all’Oscar. Tra questi, l’8 febbraio, ne verranno scelti solo 5 che si contenderanno la statuetta nella serata del 27 marzo. Covid e Omicron permettendo.
Non possiamo altro che essere contenti, è un film che ha le caratteristiche giuste per piacere agli americani e ha la potente spinta di Netflix, anche se i rivali sono fortissimi.
drive my car
Citiamo solo il giapponese “Drive My Car” di Ryusuke Hamaguchi, il finlandese “Scompartimento n.6” di Jonas Poher Rasmussen, che trovate in sala, lo spagnolo “El buon patron” di Fernando Leon de Aranda e l’iraniano “Un eroe” di Asghar Farhadi, che arriveranno tra qualche giorno in sala, il documentario animato “Flee”, il norvegese “La peggiore persona del mondo”, il tedesco “I’m Your Man” di Maria Scheider che trovate da qualche giorno su Amazon.
scompartimento n.6 1
Niente da fare, invece, è l’unica soddisfazione per Nanni Moretti, per il vincitore di Cannes, “Titane” di Julia Ducournau“, cosa che ha scatenato i commenti su Twitter dei fan, né per il vincitore di Berlino, il rumeno “Bad Luck Banging” di Radu Jude. Il primo era troppo violento, il secondo aveva mezz’ora iniziale di scene hardcore, ovvio che i siano film indigesti per la Hollywood più vecchia.
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Nella sezione documentari, non sono passati nemmeno gli italiani “Ennio” di Giuseppe Tornatore e “Marx può attendere” di Marco Bellocchio. “E’ stata la mano di Dio” ha avuto anche la fortuna di essere uscito in sala in tutta Europa prima delle possibili restrizioni attuali e prima dell’arrivo del potente “Spider-Man” e di essere ormai al sicuro su Netflix, vedibile in pigiama e pantofole dal divano di casa.
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Tra le nomination tecniche ben cinque vanno a “No Time To Die”, quattro a “Dune”, tre a “The Power of the Dog”, e due a “Spider-Man”. Grandi favoriti, tra i musicisti, sono Alberto Iglesias per “Madres paralelas”, Hans Zimmer per “Dune”, Johnny Greenwood per “The Power of the Dog”.
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