Marco Giusti per Dagospia
MONICA DI ANDREA PALLAORO LOCANDINA
Occhio a Tracy Lisette, bellissima protagonista di “Monica”, terzo film di Andrea Pallaoro, dopo “Hannah” e “Medeas”, un po’ scolastici un po’ troppo da festival, presentato settembre scorso in concorso a Venezia e decisamente anche più gradevole per un pubblico che ben conosce la forza della sua protagonista, resa popolare dal personaggio trangender di Shea nella lunga e fortunata serie “Transparent”.
Questo “Monica”, uscito ieri in Italia, scritto da Andrea Pallaoro assieme a Orlando Tirado, è un buon mélo dei giorni d’oggi che torna su un tema molto frequentato dal cinema americano. Il ritorno a casa. Anzi. Il ritorno a casa in una città, di provincia, da dove si è scappati malamente tanti anni prima. La complicazione in più, e il vero cuore del film, è il nuovo sesso della protagonista.
La storia vede infatti Monica, che ha già non pochi problemi con un amante stronzo che ricopre di messaggi e telefonate a vuoto e che vediamo da subito piuttosto instabile, che va a trovare la vecchia madre malata terminale, Patricia Clarkson, sempre bravissima, con la quale ha rotto brutalmente tanti anni prima.
monica di andrea pallaoro.
Indecisa se rivelarsi o meno come sua figlia o lasciare che le cose prendano il loro corso naturale. La riconoscerà, la accetterà? Lì incontra il fratello Paul, Joshua Close, che ha una moglie, Emily Browning, tre figli e qualche problema anche lui, una tata messicana, Adriana Barraza, che ha un figlio che sta uscendo di prigione. Il film è tutto costruito su quel qualcosa che dovrà prima o poi scattare tra la madre e la figlia da anni così lontana dalla sua vita, e sulla sessualità della ragazza che sembra, a quel che si vede, alquanto bizzarra.
monica di andrea pallaoro
La vediamo chattare con una parrucca con chissà chi, la vediamo allietare un rozzo camionista scopatore all’interno del suo camion, ma soprattutto la vediamo buttarsi via in una sorta di delirio da auto-flagellazione masochista. L’idea centrale del film non è tanto allora la riconciliazione con la mamma, quanto la riconciliazione con se stessa all’interno di una famiglia sfaldata. In sala.
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