Clip da ''Cosa fai a Capodanno?'' di Filippo Bologna
Marco Giusti per Dagospia
Cosa fai a Capodanno? Di Filippo Bologna
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“Chi tromba il primo dell’anno tromba tutto l’anno!”. Ci siamo. Preparate i botti. Perché arriva il primo cinepanettone di Capodanno (come altro chiamarlo? cine-aragosta?) politicamente scorretto del nostro cinema. Costruito su scambi di coppia (“Sono pelosi? I dettagli sono importanti, non vorrei trovarmi con un gorilla a letto”), droghe a go-go, situazioni lesbo, battute politiche pesanti, anzi è il primo film che osa mettere in scena un politico di destra neo-salviniano (“la sinistra è morta!”).
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Tutto questo è Cosa fai a Capodanno?, commedia nera scritta e diretta, alla sua opera prima, da Filippo Bologna, già cosceneggiatore di Perfetti sconosciuti, con un megacast di volti noti. Dalla coppia coatta Luca Argentero-Ilenia Pastorelli a quella perversa Alessandro Haber-Vittoria Puccini, da quella scambista borghese Riccardo Scamarcio-Valentina Lodovini a una Isabella Ferrari radical chic con tendenza Prati con figlio “de sinistra”, tal Ludovico Succio.
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Con l’aggiunta comica di due caratteristi di tante commedie italiane, cioè Massimo de Lorenzo e Carlo De Ruggeri, qui utilizzati alla Franco e Ciccio, incaricati di portare il catering di aragoste e pesce vario nella baita degli scambisti festaioli e che disquisiscono sulla sofferenza delle aragoste come se fossero avidi lettori di David Foster Wallace.
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Per la verità c’era già stato qualche anno fa un cinepanettone (non cinearagosta…) politicamente scorretto, Ogni maledetto Natale, diretto a sei mani da Ciarrapico-Torre-Vendruscolo, con un grande Corrado Guzzanti. Andò male, perché, si dice, l’umorismo nero e scorretto non piace al pubblico italiano. Boh? Vedremo. Questo è forse più accattivante e più giocato sul sesso.
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Magari un sesso più dichiarato che praticato… Certo, Filippo Bologna non si fa mancare nulla per il suo esordio, la commedia delle verità e delle rivelazioni alla Perfetti sconosciuti, con tanto di richiamo sui cartelloni (da uno degli autori di…), un meccanismo giallo coi flashback alla Hateful 8 di Tarantino, un pizzico di scorrettezza alla Marco Ferreri (lo ha detto il regista) magari messa in bocca a Alessandro Haber, il personaggio più eccessivo, cioè il politico di destra sulla sedia a rotelle, impotente e guardone, con fidanzata giovane e drogata, che è appunto una davvero irriconoscibile Vittoria Puccini, i due personaggi alla Fargo immersi nella neve.
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Che dire? L’idea è divertente, magari non tutto funziona come meccanismo giallo e non tutto si amalgama nel racconto, ma qualche buona intuizione c’è. Ilenia Pastorelli ha il personaggio più simpatico, anche se è ripreso di sana pianta da quello della coatta romana di Benedetta follia di Carlo Verdone, Isabella Ferrari si lancia in una interpretazione perfetta della radical chic con tendenze sbarazzine, e ha forse le battute più eccessive,
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Alessandro Haber si lancia senza paracadute su un personaggio complesso e odioso, Luca Argentero non sa bene se ha un personaggio positivo o negativo, Scamarcio e Lodovini escono un po’ troppo presto di scena, ma hanno buone battute e Scamarcio, tra questo film, Loro e Euforia, sembra poter incarnare qualsiasi personaggio malato di sesso del cinema italiano. Almeno sullo schermo.
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Con un copione meno infarcito di sorprese, e con un cast di questo livello, magari il tutto poteva funzionare meglio. Accontentiamoci, dai. Dimostra tutto l’odio che abbiamo covato da anni per le feste e per i cinepanettoni. Detto questo, però, non è che i cinepanettoni di Boldi e De Sica non fossero privi di situazioni sporcaccione, anzi. Il tutto era, inoltre, un po’ meno cupo. E, sicuramente, meno ambizioso e autoriale. In sala da giovedì 15 novembre. 350 sale.
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