Estratto dell’articolo di Liana Milella per www.repubblica.it
raffaele fitto foto di bacco (1)
Cosa c’è di meglio, per fare un ennesimo torto alla Corte dei conti, che scegliere un magistrato, pure per un incarico di prestigio, che le toghe contabili invece non hanno indicato? Detto fatto, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto è riuscito proprio a mettere a segno questo piano. Perché ha scelto per la Corte dei Conti europea una toga che lui conosce assai bene, in quanto giusto un anno fa ha nominato Carlo Alberto Manfredi Selvaggi capo della struttura di missione del suo dicastero.
Carlo Alberto Manfredi Selvaggi
Si erano conosciuti in Puglia, i due. Fitto, leccese di origine, ex governatore, da sempre legato alla sua terra; Manfredi Selvaggi, classe 1968, nato a Campobasso, inviato lì come procuratore regionale della Corte. E dev’essere stato amore a prima vista. Perché quando al ministero, per seguire la complicata partita del Pnrr è stato necessario scegliere un capo, Fitto ha pensato subito a lui, al suo amico Carlo Alberto.
Una carriera senza particolari note di merito, che quasi non lascia traccia sul web, Manfredi Selvaggi adesso si prepara per un’altra bella avventura. Frutto di un colpo di mano di Raffaele Fitto che, chiamato a scegliere il magistrato da mandare in Europa in rappresentanza dell’Italia per la struttura della Corte contabile Ue, ha pensato bene di scegliere la toga che aveva già in casa, appunto Carlo Alberto Manfredi Selvaggi.
Carlo Alberto Manfredi Selvaggi
La scelta ha fatto rumore, e delle polemiche adesso vi è traccia in una interrogazione a risposta scritta che la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani ha depositato il 7 febbraio alla Camera. La dem, che non fa mai sconti al governo, scrive righe di fuoco. Racconta come, in vista della nomina, “alla Corte dei conti è arrivata la richiesta di individuare una coppia di nomi tra cui scegliere il membro italiano”.
Risulta, racconta ancora Serracchiani, che “fossero stati indicati il presidente della sezione di Controllo per gli affari comunitari e internazionali Giovanni Coppola, e la presidente di sezione Maria Annunziata Rucireta, che ha alle spalle dieci anni da capo del gabinetto italiano proprio alla Corte dei conti europea”.
raffaele fitto giorgia meloni
Per capire la faccenda bisogna raccontare che la Corte dei Conti fa con estremo rigore questo tipo di selezione interne, e in particolare per il futuro componente della Corte contabile europea si premura addirittura di accertare se il candidato abbia una fluente conoscenza delle lingue, ovviamente inglese e francese. Per questo i candidati vengono anche sottoposti a un test interno e quelli individuati nella selezione lo avevano anche superato.
Guido Carlino - presidente della corte dei conti
[…] Nella scelta del candidato una regola suggerisce di inviare sempre una coppia di nomi che garantisca la parità di genere, tant’è che anche questa volta la Corte aveva mandato appunto i nomi di un uomo e di una donna.
Ma, e sta tutta qui la scelta imbarazzante, Fitto avrebbe ignorato le indicazioni della Corte dei Conti, che ovviamente non ha gradito affatto la mossa del ministro, e ha indicato il suo capo missione che, secondo la sua idea, conoscendo bene la situazione del Pnrr potrebbe svolgere un lavoro utile per l’Italia. […]
Carlo Alberto Manfredi Selvaggi
Un fatto resta, e mette a rumore non solo il mondo della nostra Corte contabile, ma anche quello della Corte contabile europea, che teme una sorta di “infiltrazione” troppo politica che potrebbe inquinare le sue indagini. In tempi di indipendenza, anche questa Corte intende tutelare la trasparenza delle sue scelte. E non è il migliore viatico per Carlo Alberto Manfredi Selvaggi provenire proprio dall’ufficio di Fitto e dal suo lavoro sul Pnrr per continuare ad occuparsene magari in altra veste, compromettendo a quel punto anche l’operato dei magistrati contabili europei.
Ma con le nomine di Fitto ancora non basta. Perché il mondo dei giuristi dibatte anche per un’altra sua decisione, quella di inviare alla Corte di giustizia un altro suo stretto collaboratore, il professor Massimo Condinanzi, che alla Statale di Milano insegna diritto pubblico italiano e sovranazionale. […]
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