elon musk
Alessia Conzonato per www.corriere.it
Elon Musk non smette di far parlare di sé, non solo sul web ma anche - di nuovo - al quartier generale della Sec, l’agenzia federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori.
Dopo aver coinvolto gli utenti di Twitter nella decisione in merito alla riduzione, o meno, della sua quota in Tesla, il 10 novembre il ceo ha effettivamente venduto un pacchetto di titoli. Ma lo ha immediatamente riacquistato traendone un grande beneficio economico.
elon musk
IL COLPO
Stando alla documentazione finanziaria comunicata proprio dalla Sec, Musk ha venduto di titoli azionari Tesla per un valore complessivo di circa 5 miliardi di dollari, circa 4,5 milioni sul mercato a oltre mille dollari l’una.
Elon Musk
Sembra, però, che alla vendita del pacchetto - condotta anche per ragioni fiscali - è seguito un acquisto di oltre 2 milioni di azioni (2.154.572), dal momento che il fondatore della casa automobilistica ha esercitato un diritto di stock option (la possibilità di acquistare un titolo a un valore prefissato a prescindere dalle variazioni di prezzo avvenute nel tempo): e in questo caso il prezzo pagato, in base al «vecchio» accordo è stato un valore assai più conveniente di 6,24 dollari ad azione.
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I «nuovi» titoli, pagati in precedenza per 14 milioni di dollari, valgono già 2,3 miliardi. Un comportamento al limite dell’aggiotaggio, un reato finanziario che si basa sulla speculazione sulle compravendite di valori o azioni sulla base di informazioni riservate, se non fosse che la vendita è stata avviata due mesi prima del famoso sondaggio su Twitter. Ma è probabile che la Sec non tarderà a dire la sua.
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I TRASCORSI CON LA SEC
Come detto, la Sec ha già da tempo gli occhi puntati sull’imprenditore statunitense. Nell’ultimo caso, proprio perché i documenti finanziari rivelati proprio dalle autorità dimostrano che Elon Musk aveva già iniziato la vendita il 14 settembre e quindi avrebbe deciso molto prima del risultato del sondaggio condotto su Twitter.
A operazione conclusa, Musk deteneva ancora 1,22 milioni di azioni Tesla aperte e altri 170,4 milioni in un trust, per un valore totale di 183 miliardi di dollari al prezzo di chiusura del 10 novembre.
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Ma non è la prima volta che la Consob americana riprende Musk: già quest’estate aveva provato a contenere il suo incredibile potere di smuovere i mercati con un solo tweet. Una serie di lettere legali erano state inviate ai legali di Tesla per ricordare che tutti i post dovevano essere valutati dall’ufficio legale prima della pubblicazione.
Infatti è così già dal 2018, quando ha patteggiato con l’authority di Borsa una multa di 20 milioni, l’addio alla presidenza e la supervisione dei tweet dopo aver annunciato di fare un’offerta per delistare la Tesla a 420 dollari ad azione. I legali della Tesla – ha riferito la Sec – non avrebbero controllato in passato almeno due «outing» di Musk (in uno sosteneva che il prezzo dell’azione era troppo alto).