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    “QUANDO SPIELBERG MI CHIESE LA COLONNA SONORA PER “SCHINDLER’S LIST”, GLI DISSI: 'IL FILM E' TROPPO BELLO PER ME, TROVATI UN ALTRO COMPOSITORE', LUI MI RISPOSE: ‘QUELLI BRAVI SONO TUTTI MORTI’" - IL 90ENNE JOHN WILLIAMS, 5 OSCAR ALL'ATTIVO, DIRIGERA' ALLA SCALA LA FILARMONICA: “LI ASCOLTO MENTRE SUONANO LA MIA COLONNA SONORA PER 'GUERRE STELLARI' E SONO FELICE" – "FUI IO A PRESENTARE MORRICONE ALL’ACADEMY, QUANDO VINSE L’OSCAR MI RINGRAZIÒ MOLTO” – VIDEO


     
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    Alberto Mattioli per “la Stampa”

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    Diamo i numeri: 90 anni, musicista da quando ne aveva sette, cinque Oscar con 52 nomination (più di lui, solo Walt Disney), 25 Grammy, sette Bafta e chi più ne ha più ne vinca. Ladies and gentlemen, ecco a voi John Williams, il più celebre autore di musica da film del mondo, insomma il Morricone americano (ma forse era Morricone il Williams italiano). 

     

    Per la prima volta, dirige alla Scala, nella stagione della Filarmonica: domani per gli under 30, lunedì per il pubblico «normale» della Filarmonica, che esattamente under 30 non è. In programma, le colonne sonore non di tutti i suoi film, che sarebbe impossibile, ma di alcuni dei più famosi, che poi sono famosissimi: Hook - Capitan Uncino, Cuori ribelli, Harry Potter, Schindler' s List, E.T., Superman, Indiana Jones, Guerre stellari.

     

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    Abbiamo letto che si vuole ritirare: è vero?

    «Amo lavorare e smettere potrebbe non essere una buona idea. Però scrivo musica da 65 anni e lo faccio ancora con carta e penna, non al computer. E ogni tanto mani e occhi ne risentono. Per scrivere una nuova colonna sonora dovrei amare molto il film. 

     

    Il problema è che da mezzo secolo lavoro con un signore che si chiama Steven Spielberg che è una persona cui è difficile dire di no. Il nostro ultimo film è nei cinema americani, ma mi ha già parlato del prossimo, un soggetto autobiografico. Io gli ho detto: vedremo».

     

    Com' è cambiato il lavoro in tutti questi anni?

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    «Moltissimo. Per ragioni tecniche, certo: oggi c'è il sintetizzatore, il montaggio non si fa più tagliando la pellicola e così via. Una volta in un dialogo c'era una dozzina di effetti sonori, oggi sono almeno quaranta. Però credo che il cambiamento più significativo sia quello del gusto del pubblico. 

     

    Quando ho iniziato io, il pop era Cole Poter o Ella Fitzgerald o Frank Sinatra. Oggi i più giovani non sanno nemmeno chi fossero. Non dico che fosse meglio allora o che sia meglio oggi: semplicemente, è diverso, e devi tenerne conto».

     

    Le sue colonne sonore sono state quella della nostra vita. Per esempio, «Schindler' s List»: come lo ricorda?

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    «Al solito, Spielberg mi portò nel suo studio e mi fece vedere il film. Di solito, appena finito discutevamo del genere di musica che ci sarebbe voluta. Quella volta, dovetti chiedergli di rimandare, ero troppo scosso. Lasciami respirare, gli dissi, devo stare un attimo da solo. E poi: il film è troppo bello per me, trovati un altro compositore».

     

    E Spielberg?

    «Mi rispose: lo so, ma tutti quelli bravi sono morti».

     

    I suoi musicisti preferiti?

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    «Da giovane ero pazzo per i sovietici, Prokof' ev e Shostakovich su tutti. Oggi sono più per i classici come Mozart o Beethoven: passo le serate a leggere le loro partiture, è musica così meravigliosamente facile, chiara. Come compositore di musica da film sono stato molto influenzato da Bernard Herrmann, che poi diventò un amico e un mentore. Gli portavo le mie partiture, e alle volte gli piacevano pure».

     

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    Avrebbe mai immaginato di dirigere la sua musica alla Scala?

    «No, ed è meraviglioso. Negli ultimi anni ho debuttato con i Berliner e i Wiener, adesso con la Filarmonica: è affascinante scoprire come in ogni posto si faccia musica in maniera diversa. La Filarmonica mi sembra particolarmente esuberante. Li ascolto mentre suonano la mia colonna sonora per Guerre stellari, che ormai ha quasi cinquant' anni, e sono felice». 

     

    Cos' è il successo? 

    «È qualcosa che bisogna contestualizzare, perché sei contento dei tuoi riconoscimenti ma poi pensi che ci sono stati Beethoven o Verdi e allora ogni cosa torna nella giusta prospettiva. L'importante è lavorare duro, con concentrazione ed energia: e allora magari scrivi davvero qualcosa di bello. Poco importa se hai più esperienza ma meno energia, se hai ancora voglia di lavorare. Ecco: il successo è essere qui, a 90 anni, a fare musica con persone che in quel momento diventano i tuoi fratelli e sorelle». 

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    Di Morricone che opinione ha? 

    «Mi piace molto. Era più giovane di me, e ricordo che quando venne per la prima volta a Hollywood fui io a presentarlo all'Academy: quando vinse l'Oscar, mi ringraziò molto. In realtà non conosco benissimo la sua musica, ma so che ha conquistato tutti. Quando dirigeva era impressionante: feroce e dolcissimo nello stesso tempo». 

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    A parte le sue, c'è una colonna sonora che considera perfetta? 

    «Non saprei che brutta domanda: mi toccherà pensarci per settimane». 

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