Da ansa.it
PAPA FRANCESCO 45
Parlando ad una giovane che vende contenuti pornografici in rete, il Papa, secondo quanto riporta l'Osservatore Romano, dice: "Chi è dipendente dalla pornografia è come se fosse dipendente da una droga che lo mantiene a un livello che non lo lascia crescere".
Il dialogo si sposta poi sul tema della masturbazione e il Papa dice ai giovani: "Il sesso è una delle cose belle che Dio ha dato alla persona umana. Esprimersi sessualmente è una ricchezza. Allora tutto ciò che sminuisce la reale espressione sessuale sminuisce anche te, e impoverisce questa ricchezza in te. Il sesso ha una sua dinamica, ha una sua ragion d'essere.
L'espressione dell'amore è probabilmente il punto centrale dell'attività sessuale. Allora tutto ciò che te lo trascina da un'altra parte e che te lo toglie da quella direzione ti sminuisce l'attività sessuale". Il Pontefice ammette che i cristiani non hanno sempre avuto una catechesi matura sul sesso.
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Nel documentario, il Papa parla del rapporto tra la Chiesa e il mondo Lgbt. Con il nome di Celia si presenta una ragazza spagnola che spiega che è non binaria e cristiana. "Sai che cos'è una persona non binaria?" chiede a Francesco. Lui - riferisce l'Osservatore Romano - risponde di sì, ma lei gli spiega lo stesso che una persona non binaria è quella che "non è né uomo né donna, o, quantomeno, non del tutto né tutto il tempo".
Poi vuole sapere se nella Chiesa c'è spazio per la diversità sessuale e di genere, e il Papa risponde: "Ogni persona è figlia di Dio, ogni persona. Dio non rifiuta nessuno, Dio è padre. E io non ho diritto a cacciare nessuno dalla Chiesa. Non solo, il mio dovere è di accogliere sempre. La Chiesa non può chiudere la porta a nessuno. A nessuno". Subito dopo il Pontefice rivolge una critica a quanti, con la Bibbia come riferimento, giustificano l'esclusione dalla comunità ecclesiale del cosiddetto movimento Lgbt. "Queste persone sono infiltrati che approfittano della Chiesa per le loro passioni personali, per la loro ristrettezza personale. È una delle corruzioni della Chiesa", dice Papa Francesco.
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PAPA FRANCESCO
Estratto dell'articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
Alle 9 meno 10 del mattino, quando Francesco appare sulla Papamobile circondato da bambini in cappellino bianco, fa più freddo che a Natale. Eppure l’udienza del mercoledì prima di Pasqua è prevista all’aperto, qui in piazza San Pietro .
E il Papa è reduce dall’infezione polmonare e dal ricovero al Gemelli.
«Quest’udienza l’ha organizzata padre Georg o qualche altro nemico» scherza un fedele. Gli altri però non colgono l’ironia e appaiono sinceramente preoccupati. Sono migliaia, ma ci sarebbe stato posto nell’Aula Paolo VI, al coperto. Invece il Papa si siede sotto il baldacchino, riscaldato dai pannelli elettrici del tetto, ma esposto al vento e al gelo; e comincia a tossire. I fedeli seguono con apprensione ogni suo movimento.
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Ora Francesco ha chiesto un bicchiere d’acqua. È tutto un brusio: «Il Papa sta male, il Papa sta male...». «Non capite? Ha voluto tenere l’udienza all’aperto proprio per far vedere che sta bene, che ce la fa, che ora celebra pure la Via Crucis e la Messa di Pasqua!». Il Papa adesso si fruga nella tasca alla ricerca di qualcosa. Fazzoletto? Rosario? No, la custodia degli occhiali da lettura.
Quando prende la parola, la tensione si scioglie. La sofferenza o anche solo il disagio di Bergoglio diventano fuoco, energia. «Perché tanta indifferenza verso Dio? Perché tanto male nel mondo? Guardate quanto male c’è nel mondo!».
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La risposta il Papa la dà nella sua lingua madre, il castigliano, salutando i fedeli che sventolano bandiere argentine, spagnole, boliviane. «La Pasqua può essere un nuevo comienzo, un nuovo inizio. È sempre il momento per cominciare. Per convertire il male in bene, il dolore in amore. Per dimenticarci di noi stessi».
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Il narcisismo, l’accumulazione dell’inutile — «a Santa Marta, dove abito, abbiamo deciso di disfarci delle cose superflue per darle ai bisognosi: erano tantissime» —, il maquillage per nascondere le ferite: «Ma poi il trucco cola, e resti con la tua vera faccia. Quella che Dio ama». Ora il Papa parla a braccio, senza leggere: «Quando potevo andare in giro — mi è sempre piaciuto andare in giro, adesso non mi lasciano più — mi piaceva vedere gli sguardi della gente. Ma spesso erano sguardi tristi. Gente che va in giro parlando con se stessa. Gente sempre china sul telefonino». Una signora in seconda fila ride, il Papa un po’ ride con lei, un po’ la rimprovera: «Sì, tu ridi, ma guarda che è così! Tutti sempre con il telefonino!».
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Alla fine il Papa gira in sedia a rotelle, per i saluti. Il cronista ovviamente fa il suo mestiere: «Santo Padre, ci ha fatto spaventare. Come sta davvero?». Francesco si prende una pausa prima di rispondere. Poi sorride, e il sorriso del Papa ha in sé candore e malizia, come chi ricorda l’insegnamento del Cristo: «Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate dunque candidi come colombe e cauti come serpenti». Infine Bergoglio risponde: «Sono ancora vivo». Qualcuno, dietro il Portone di Bronzo, forse se ne rammarica. Tutti, qui in piazza, se ne rallegrano. Il Conclave può attendere. Domani sera, venerdì santo, la Via Crucis al Colosseo.
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