MYKAILO Podolyak
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
«Una Wagner molto più piccola, magari concentrata in Africa. Il presidente bielorusso Lukashenko potrebbe utilizzare Yevgeny Prigozhin per la sua difesa personale»: così Mikhail Podolyak, tra i più noti consiglieri del presidente Zelensky, prevede il futuro della milizia mercenaria golpista e del suo capo.
Come vede la missione di pace del cardinale Zuppi a Mosca?
zelensky cardinale zuppi
«Abbiamo già ripetuto che non ha senso prendere iniziative che non portino alla fine della guerra a condizioni eque, bensì congelino il conflitto. Ciò condurrebbe alla ripresa della guerra nel futuro. Ecco il motivo per cui sosteniamo unicamente i passi di chi non va oltre la formula della pace avanzata da Zelensky.
L’Ucraina non ha bisogno di essere persuasa a porre fine alla guerra, non l’abbiamo iniziata noi, le chiavi si trovano al Cremlino e le mediazioni devono partire da lì: occorre che i russi abbandonino le terre occupate. Credo che il Vaticano possa coordinare il monitoraggio delle condizioni di detenzione e di ritorno dei prigionieri ucraini e dei bambini deportati in Russia».
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Il futuro di Putin?
«Emerge un leader debole a capo di un sistema di potere fragile e questo stravolge la tesi di chi pensava che la guerra dovesse finire con la sconfitta russa. Ciò per il fatto che sono a rischio gli arsenali nucleari di un Paese dove diversi attori oscuri stanno già pensando alla redistribuzione del potere. Ormai è iniziato il caos interno. Putin ha perso il controllo, il re è nudo. Dunque, il mondo democratico dovrebbe comprendere che non è più lui il partner con cui negoziare».
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Chi potrebbe sostituirlo?
«Vediamo diverse cordate in lizza. Ma non esiste una figura di consenso in grado di porre fine alla guerra. […] Nikolai Patrushev, ha tentato di intercettare il potere, però non piace a tutta la Nomenklatura. Sappiamo che ci sono gruppi cospirativi. […] Potrebbero farsi valere figure politiche non sistemiche legate alle realtà regionali e affiancate ai responsabili della polizia o dei servizi. […]».
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Perché la vostra offensiva non approfitta del caos russo?
«La linea del fronte si estende per oltre 1.800 chilometri, i campi minati coprono oltre 20.000 chilometri quadrati. I russi hanno organizzato tre linee difensive: trincee, bunker, artiglierie, missili, migliaia di carri armati interrati e protetti da cemento coadiuvati dall’aviazione. Ci sono circa 360.000 soldati pronti. […] Abbiamo carenze di proiettili di grosso calibro e di missili, anche la nostra aviazione è ancora limitata, […]».
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Cosa sarà della Wagner?
«[…] Mosca smetterà di pagare un miliardo di dollari all’anno e la Wagner si scioglierà. Una parte dei suoi soldati firmerà nuovi contratti col ministero della Difesa a Mosca per combattere in Ucraina. Altri andranno con Prigozhin in Africa. […]». […]
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