DI MAIO SPREAD
(AGI) - La spesa per interessi per il servizio del debito e' destinata a salire di 23 miliardi di euro nel triennio 2019-2021, a causa del rialzo dello spread fin oltre i 300 punti base. Lo calcola il Centro studi di Unimpresa, secondo cui gli interessi pagati nel 2018 ammontano a 74 miliardi e, dalle casse pubbliche, usciranno 75 miliardi quest'anno, 82 miliardi nel 2020 e 87 miliardi nel 2021.
Rispetto al 2017 - spiega Unimpresa - lo scorso anno gli interessi sono calati di 149 milioni, mentre saliranno costantemente nel triennio in corso. “Le tensioni politiche hanno un effetto non irrilevante e le incertezze degli scorsi mesi, con la maggioranza un po' confusa e il governo in difficolta' nel negoziato con l'Unione europea sul deficit, hanno spaventato gli investitori" commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
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Secondo l'analisi dell'associazione, basata su dati della Ragioneria dello Stato, nel 2017 il totale della spesa per interessi sul servizio del debito si e' attestato a 74,3 miliardi ed e' poi calato a 74,1 miliardi nel 2018, con un decremento di 149 milioni. Secondo le previsioni, fondate sugli effetti della legge di bilancio approvata a dicembre scorso dal Parlamento, nel 2019 il Tesoro riconoscera' ai sottoscrittori di titoli pubblici (bot, btp, cct e ctz) complessivamente 75,3 miliardi, vale a dire 1,1 miliardi in piu' rispetto al 2017; nel 2020 l'esborso sale a 82,5 miliardi (+7,2 miliardi rispetto al 2017) e nel 2021 a 87,8 miliardi (+5,3 miliardi). Se si guarda, complessivamente, alla differenza tra il totale del triennio 2019-2021 rispetto al 2018, ultimo anno in cui si e' registrato addirittura un calo, l'aggravio sulle finanze pubbliche - conclude Unimpresa - e' di 23,1 miliardi.
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