Fabio Martini per “la Stampa”
GIUSEPPE CONTE NON LAVORA CON IL FAVORE DELLE TENEBRE
Un sospetto al quale il presidente del Consiglio dovrà rispondere in seduta segreta. In queste ore circola in Parlamento il dubbio che ci sia stato un eccesso di "destrezza" nelle modalità con le quali Giuseppe Conte ha inserito ai primi di agosto nel decreto-Covid le nuove norme sulla durata dei vertici dell' intelligence. Proprio per capire meglio i canali utilizzati da Conte, l' Ufficio di presidenza del Copasir, il Comitato parlamentare sul controllo degli 007, ha deciso di convocare il capo del governo in seduta ovviamente riservata e in data ancora da definire.
giuseppe conte gennaro vecchione
Una decisione non grave ma seria, quella del Copasir, che intende far luce su una vicenda nella quale si sono consumati diversi passaggi opachi, peraltro in un campo assai delicato come quello del rapporto tra Servizi e potere politico.
Nelle ultime 48 ore le nuove norme sulla durata del mandato dei vertici dei Servizi sono tornate sotto i riflettori per effetto di un incidente parlamentare, un emendamento al decreto Covid, presentato da diverse decine di deputati dei Cinque stelle, che chiedevano di abolire le norme volute dal governo: il presidente del Consiglio due giorni fa aveva deciso di mettere la fiducia, uno strumento "coercitivo" che ieri pomeriggio ha consentito di riassorbire il dissenso.
mario parente
La Camera ha approvato la fiducia con 276 sì, 194 no e 1 astenuto. L' Ansa ha notato che sono stati 28 i deputati di M5s che non hanno preso parte al voto: segno che il malessere persiste ma in larga parte si è trattato di una defezione fisiologica: complessivamente i deputati assenti sono stati 160.
In realtà col passare delle ore tutta la vicenda si è rivelata assai più grande di una diatriba interna ai Cinque stelle tra Conte e Di Maio, investendo l' influenza che i partiti di governo esercitano sul mondo dei Servizi e viceversa.
giuseppe conte raffaele volpi
Tutto ha inizio il 16 giugno, con la decisione irrituale del governo di prorogare di un anno, oltre i limiti consentiti, l' incarico del direttore dell' Aisi (Agenzie Informazioni e sicurezza interna) Mario Parente, considerato vicino al mondo di interessi che gravita attorno al Pd. Una forzatura, tra l' altro consumata quasi alla mezzanotte del giorno di scadenza e con uno strumento hard (un Dpcm), tanto è vero che la l' affrettata impalcatura è caduta per il giudizio di illegittimità pronunciato dalla Corte dei Conti.
gennaro vecchione raffaele volpi
A quel punto il presidente del Consiglio, a fine luglio, trova un nuovo escamotage per prorogare Parente, inserendo nel decreto Covid (senza che se ne sappia nulla) una norma che autorizza il rinnovo per più di una volta dei vertici dell' intelligence e «per quattro anni al massimo» da parte del premier.
Una norma che contiene un precedente insidiosissimo e contrario ai cardini dell' ordinamento in materia di incarichi pubblici di quel rilievo: la possibilità di rinnovi brevi e replicabili per i capi dei Servizi. Un escamotage che, in linea teorica, consente all' autorità politica di tenere in pugno i capi dei Servizi.
GIUSEPPE CONTE IN AUDIZIONE AL COPASIR
Ma c' è di più. Presentandosi in Parlamento, Conte omette di citare la novità di una norma così sensibile, che non compare neppure nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio. E si "dimentica" anche di informare il Copasir. La nuova normativa viene inserita, con mano vellutata, nel testo del decreto che finalmente compare nella Gazzetta ufficiale.
giuseppe conte gennaro vecchione 1
Ecco perché ieri mattina, durante la riunione riservata dell' Ufficio di presidenza del Copasir, si è decisa un' audizione del Presidente del Consiglio per chiedere lumi sulle modalità di approvazione delle norme sulle nomine nei vertici dei Servizi. Per Conte un' occasione, forse, per chiarire le modalità e le pressioni che lo hanno indotto ad adottare modalità così irrituali in materia di Servizi.