Giovanna Vitale per “la Repubblica”
joe biden mario draghi
Non accadeva dal 2013. L'ennesimo segnale di una forte ripresa della collaborazione fra Italia e Stati Uniti, specie sul piano dello scambio di informazioni, strategico nel quadro della guerra russa all'Ucraina.
Dopo il viaggio di Mario Draghi a Washington, il 12 giugno toccherà al Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti, volare negli Usa: una missione inedita, organizzata per incontrare i colleghi del Selecte Committee on Intelligence, l'organismo del Congresso (guidato negli anni della guerra fredda dall'allora senatore Biden) che sovrintende alle attività degli 007 e ai programmi delle agenzie del governo federale. I cui vertici compaiono quasi tutti nell'elenco degli interlocutori con cui confrontarsi nel corso della tre giorni a Washington.
Sul calendario, in via di definizione, sta lavorando l'ambasciata italiana a Washington. Di certo è prevista una visita a Langley, la sede della Cia, l'agenzia di spionaggio civile che svolge buona parte delle sue operazioni all'estero.
raffaele volpi
Un appuntamento politicamente importante pure sul fronte interno: mentre infatti Conte e Salvini non perdono occasione per contestare la linea iperatlantista di Draghi come ulteriore scudo alla controffensiva di Putin, il Comitato di controllo per la sicurezza della Repubblica presieduto da Adolfo Urso si muove invece compatto: sia i parlamentari del M5S, a partire dalla vicepresidente Federica Dieni, sia il leghista Raffaele Volpi hanno infatti votato a favore della trasferta statunitense pensata per rinsaldare i rapporti con lo storico alleato. Il quale, sulla spinta della nuova dottrina Biden e complice il conflitto in Ucraina, ha deciso come mai prima di "socializzare" l'attività delle agenzie di spionaggio con quelle dei Paesi Nato, oltre che con il governo di Kiev. Una svolta molto utile per gettare una nuova luce sulle indagini aperte dal Copasir.
intervento di adolfo urso foto di bacco (2)
Tre in particolare saranno oggetto del confronto con gli americani. Il primo riguarda la difesa comune europea e la cooperazione tra i servizi di intelligence. Chiaro l'obiettivo: provare a mettere a sistema non solo l'hardware, ossia gli apparati militari, ma pure il software, ovvero lo scambio di informazioni degli 007 fra le due sponde dell'Atlantico. Il secondo verte sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica.
mario draghi joe biden
Il terzo, forse il più caldo, concerne la disinformazione russa e la sua penetrazione, specie nel sistema dei mass media. Di contro, gli americani potrebbero chiedere agli italiani delucidazioni sulla missione segreta dell'ex Attorney general Bill Barr nell'estate del 2019 a Roma, avvenuta aggirando tutti i protocolli, e com' è possibile che l'allora governo Conte abbia creduto alla bufala del Russia gate e ai sospetti brogli subiti da Trump alle presidenziali di tre anni prima.