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L'Rt italiano è tornato sopra a 1 (a 1,15) e non succedeva da agosto. Cresce la pressione sugli ospedali, è però ancora lontana dall'emergenza, nonostante l'incremento di ricoveri di ieri: + 91, in una giornata con 6.764 nuovi casi. Però c'è una fetta del Paese, a Est, che rischia. E dove ci sono roccaforti No vax si soffre di più.
Non solo: l'incremento dei casi positivi è arginato da un'ampia percentuale di vaccinati, che il resto d'Europa ci invidia, ma molti hanno ricevuto la seconda iniezione nella prima parte del 2021. Dopo sei mesi la protezione dalle infezioni diminuisce, se non si corre con le terze dosi presto ci troveremo con la barriera difensiva indebolita. Proprio in inverno, nei mesi più difficili. A chi gli chiedeva se ci saranno chiusure per Natale il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha risposto: «Resta valido il sistema dei colori».
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ONDA Il Friuli-Venezia Giulia ieri ha contato oltre 400 casi positivi. Visto che ha appena 1,2 milioni di abitanti è come se in Italia ve ne fossero 20.000. Un dato altissimo che, se non ci saranno inversioni di tendenza, porteranno la Regione verso la zona gialla in due o tre settimane. Trieste, il capoluogo, ha una incidenza (numero di casi ogni centomila abitanti su base settimanale) otto volte più alta di quella dell'Italia. Nonostante questo allarme per oggi è stato convocato l'ennesimo corteo dei No pass (spesso No vax) che nei giorni scorsi hanno alimentato un maxi cluster con 150 contagi.
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A incupire le nuvole su Trieste contribuisce anche la vicinanza con la Slovenia, dove l'incidenza è sedici volte quella italiana. Simile la situazione della Provincia autonoma di Bolzano. Ieri l'assessore alla Sanità, Thomas Widmann, ha lanciato un appello ai No vax, molto forti in Alto Adige (il 25 per cento della popolazione non è immunizzata): «Andate a vaccinarvi. Il numero di infezioni sta aumentando e con esso la pressione sul nostro sistema sanitario. Se questa tendenza continua, dovremo fare i conti con delle restrizioni».
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Anche Bolzano paga la vicinanza scomoda con l'Austria (incidenza a 474). Completa lo scenario di un Nord-Est a rischio giallo il Veneto. Il presidente Luca Zaia non ci ha girato intorno: «Il Veneto resta bianco, ma non è una cosa scritta sulla pietra. Se continuiamo così, in poche settimane qualche viraggio di colore potrebbe accadere. Perché buttare il lavoro di mesi per mangiare le castagne in piazza? Siamo la Regione che ha vaccinato di più, ma è necessario continuare a usare le mascherine».
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Zaia gioca di anticipo: i numeri del Veneto non sono drammatici, il report settimanale dell'Istituto superiore di sanità ieri indicava una incidenza al 75,3 e una situazione degli ospedali ancora lontana dal giallo. Ricordiamolo: con l'incidenza tra 50 e 150, se le terapie intensive superano il tasso di saturazione dei posti letto del 10 per cento e le aree mediche quello del 15, una Regione diventa gialla. Il Veneto è rispettivamente al 3,1 e al 3,9, ma giustamente Zaia chiede prudenza perché teme la vicinanza con il Friuli-Venezia Giulia e con l'Alto Adige e, comunque, i ricoveri stanno aumentando.
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Bolzano, che ha raddoppiato il numero di casi in due settimane, ha già i posti letto di area medica al 12 per cento, mentre il Friuli-Venezia Giulia si trova con le terapie intensive già al 9,1.
ROMA Il Lazio ieri ha segnato un nuovo record di casi, 716, ma è lontano dal cambio di colore: le aree mediche sono al 7 per cento, le terapie intensive al 4,8. Sia chiaro: se proseguirà l'incremento costante dei ricoveri allora la situazione diventerà più delicata. Da monitorare il caso Marche: ha sì una bassa incidenza, ma le terapie intensive sono al 10,5 per cento di saturazione, dunque oltre il limite (il dato delle aree mediche però è rassicurante).
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Spiega il report di ieri della cabina di regia (Istituto superiore di sanità-Ministero della Salute): in Italia «il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,2 per cento, e in aumento rispetto alla settimana precedente. Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale aumenta lievemente al 5,2 per cento».