Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
DE SICA CHRISTIAN GARDINI
Troppo bello per essere vero: muscoloso, ricco, colto, romantico. Infatti era falso, tutto: il nome, i muscoli, il patrimonio, la cultura e pure i sentimenti. È stato il quotidiano Le Parisien a rivelare, con una lunga inchiesta, la truffa amorosa organizzata da una vera e propria banda comprensiva di false guardie del corpo, falsi avvocati, falsi indirizzi, falsi centralinisti e falsi scrittori esperti in sentimenti, perpetrata da «Arturo» ai danni di Edwige.
Lui, almeno in apparenza, nelle foto Instagram, aitante e ricchissimo, e lei invece realmente 33enne, benestante, una figlia piccola, una separazione dolorosa alle spalle, il desiderio di tornare ad avere una vita sentimentale.
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Storie come se ne vedono in abbondanza sui social, con l'aggravante che questa volta, ad orchestrare l'imbroglio, erano stati assoldati svariati figuranti e investite importanti somme di denaro (voli in jet privato, alberghi a cinque stelle, regali di soli marchi extra lusso e rose, rose, rose) per poter estorcere somme ben più importanti. Un'inchiesta è in corso, anche per stabilire se oltre a Edwige ci siano state altre vittime sedotte, truffate, e abbandonate. Edwige se l'è cavata senza aver trovato l'amore ma con i risparmi sostanzialmente intatti. A quelli puntava invece la banda dell'operazione seduzione.
I FATTI Tutto è cominciato con uno scambio di messaggi via instagram.
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Lei crede di aver incontrato il principe che aspettava, lui è in effetti irresistibile: le foto sono quelle di un modello, a scrivere i messaggi è qualcun altro, esperto in romanticherie, quando arrivano a parlarsi al telefono, lui finge prima di avere problemi di voce, (anche per mascherare l'accento corso) poi spiega di essere un Pastor, dei ricchissimi Pastor del principato di Monaco. Quando lei comincia a spazientirsi perché lui è reticente a incontrarla, lui asserisce di condurre una vita segreta, spesso in missione per Alberto di Monaco. Lei lo raggiunge a Dubai, ma lui fa dire da presunte guardie del corpo che non può incontrarla per motivi di sicurezza, poi però si fa perdonare e va a prenderla a casa a Massy sobborgo residenziale a sud di Parigi con tre bodyguard e una limousine. Edwige scopre un ragazzo un po' diverso dalle foto, con qualche muscolo in meno e un po' di pancia in più. Lui la convince di nuovo: era sempre per riservatezza.
Seguono passeggiate romantiche, cene a base di caviale, e alla fine una scappatella in jet privato a Saint Tropez. Qui cominciano i problemi: lui ha dimenticato la carta di credito, è lei a dover pagare. Di ritorno a Parigi, lui le consiglia di vedere la sua Range Rover e di inviare a lui 20mila euro che saprà far fruttare meglio di chiunque.
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A quel punto Edwige apre gli occhi, «ho capito che non avevo voluto vedere che qualcosa non andava». Lei rifiuta, chiude cuore e portafoglio e lo spinge a confessare minacciando denunce. Lui cede: ammette di essere un attore assoldato per incastrarla, come le guardie del corpo, di chiamarsi Julien. L'inchiesta del Parisien rivela che alla regia c'è una donna, tale Virigine B. con falso passaporto italiano.
Contattata dal Parisien lei nega tutto e assicura di essere stata imbrogliata e di aver sporto denuncia a sua volta. Nel frattempo, il noleggiatore del jet privato aspetta ancora di essere pagato per il ritorno da Saint-Tropez e si è rivalso con l'unica passeggera con regolare carta d'identità, Edwige.
EREDITIERA TRUFFATA DA BANDA SEDUTTORI
«Aspettiamo le conclusioni dell'inchiesta ha detto l'avvocata di Edwige, Anne-Claire Le Jeune e soprattutto che siano identificati i tanti protagonisti che hanno permesso di realizzare un tale montatura. L'obiettivo era depredare la vittima. E dubitiamo che sia toccato solo a Edwige».
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