Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI
Il verdetto è chiaro e chiarissimi sono i vincitori e gli sconfitti. Tranne uno: Matteo Salvini. Ha vinto o ha perso le elezioni? Il mondo intero, leghisti compresi, è convinto che un leader capace di farsi mangiare quasi la metà dei suoi voti dalla Meloni, le elezioni le abbia straperse. Invece lui si atteggia a trionfatore, indossando idealmente la felpa di contitolare della Giorgia & Associati. Ricorda un mio mito adolescenziale, il regista del Toro dello scudetto Eraldo Pecci, quando diceva «Io, Graziani e Pulici segniamo 40 gol a stagione», dimenticandosi di aggiungere che, di quei 40, 39 li segnavano gli altri due.
SALVINI BERLUSCONI MELONI
Molti pensano che il cruccio della Meloni sia il rapporto con l'Europa, con i poteri forti, con il Quirinale. Quisquilie, rispetto al suo vero incubo: dove sistemare Salvini.
Agli Interni o alla Difesa no, altrimenti agli americani prende un colpo. Alla Cultura o all'Istruzione nemmeno, altrimenti prende un colpo a noi. Potrebbe installarlo alla presidenza del Senato, ma stiamo parlando del vicario del capo dello Stato... E se a Mattarella venisse un raffreddore? Meglio non pensarci.
MELONI SALVINI
Qualche spiritoso confida che Putin le tolga le castagne dal fuoco, nominandolo governatore del Donbass, però è di cattivo gusto mescolare tragedia e farsa. Ecco perché un sottosegretariato allo Svago, con delega alla compilazione di elenchi sterminati e proclami roboanti, parrebbe una soluzione in grado di valorizzarne gli indubbi talenti. La sede ideale per questo importante incarico sarebbe ovviamente il Papeete. Aiutiamolo a casa sua.