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    “LA RIAPERTURA DEGLI STADI AL 25% DELLA CAPIENZA? NON CI SONO LE CONDIZIONI, ASPETTIAMO METÀ OTTOBRE” – IL COMITATO SCIENTIFICO FERMA I CLUB E LE REGIONI CHE AVEVANO APPROVATO LINEE GUIDA PER AUMENTARE IL PUBBLICO FINO A UN QUARTO DELLA CAPIENZA DEGLI IMPIANTI - ORIENTAMENTI DIVERSI NEL GOVERNO: IL MINISTRO DELLA SALUTE SPERANZA SPOSA LA LINEA DURA. VA IN SENSO CONTRARIO IL COLLEGA SPADAFORA…


     
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    Da corriere.it

     

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    Nessuna deroga all’apertura degli stadi, perché non ci sono le condizioni epidemiologiche. È questa la linea che il Comitato tecnico scientifico ha ribadito nella riunione di oggi dopo l’approvazione delle linee guida da parte delle Regioni che prevedono un aumento della capienza al 25% degli impianti.

     

    Secondo gli esperti, per poter rivedere le misure bisognerà attendere almeno la metà di ottobre, quando saranno più definiti gli effetti della riapertura delle scuole sull’andamento della curva del virus. Fino ad allora, dunque, non vanno cambiate le regole attuali che prevedono un massimo di mille spettatori per gli eventi all’aperto e di 200 al chiuso.

     

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    «Per quanto riguarda la partecipazione del pubblico agli eventi delle diverse discipline sportive e delle diverse serie, confermando che essi rappresentano la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus – anche in considerazione del recente avvio dell’anno scolastico, il cui impatto sulla curva epidemica dovrà essere oggetto di analisi nel breve periodo – il Cts ritiene che […] non esistano – al momento – le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome» si legge in una nota del Cts.

     

    Prosegue: «Pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, ritiene che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione».

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    Già nei giorni scorsi gli scienziati avevano espresso le loro perplessità: decisamente contrario era stato per esempio il professore Andrea Crisanti che aveva definito la scelta di aumentare il pubblico da irresponsabili. Il problema non è solo gestire i tifosi all’interno degli impianti (dove si devono seguire linee guida precise: obbligo di mascherine, divieto di portare striscioni o altro materiale), ma anche l’organizzazione in sicurezza degli spostamenti. Anche l’Istituto superiore di Sanità aveva messo in guardia rispetto al rischio di una rapida ripresa epidemica per colpa di «un eccessivo rilassamento delle misure, con autorizzazione di eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici».

     

     

     

    Anime diverse dentro al governo: il ministro della Salute Roberto Speranza, fedele alla linea di «rigore e prudenza» mantenuta in questi mesi: «Oggi la priorità sono le scuole, non gli stadi» ha ripetuto in questi giorni. Spinge in senso contrario il collega allo Sport Vincenzo Spadafora, che indica linee guida precise per entrare in sicurezza negli impianti.

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