Roberto Giovannini per “la Stampa”
Una decisione definitiva non è stata presa da Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri, ma col passare delle ore - e considerando che le polemiche tra i partiti della maggioranza non accennano a scemare - il governo sta considerando seriamente l' ipotesi di «spacchettare» il decreto maggio da 55 miliardi di aiuti, rifinanziamenti e sussidi alle imprese, dividendolo in due provvedimenti diversi.
GIUSEPPE CONTE FIRMA UN DECRETO
Il primo decreto, da varare in tempi rapidi, sarà una sorta di seguito del «Cura Italia», e conterrà le misure su cui sostanzialmente tutti i partiti sono d' accordo: il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, le risorse per consentire alle pubbliche amministrazioni di pagare i loro debiti con le aziende, i soldi per rifinanziare il secondo round del bonus per i lavoratori autonomi, gli aiuti per il settore turistico e la cultura (2,5 miliardi), i nuovi fondi per la sanità (3,2 miliardi), le risorse per i Comuni (200 milioni dedicati alle «zone rosse», più 4 miliardi per fronteggiare il calo delle entrate).
Per il secondo decreto - che conterrà gli aiuti alle imprese e il reddito di emergenza per i lavoratori sommersi e al nero, ovvero i temi su cui ancora non c' è intesa - bisognerà aspettare ancora.
Non è detto che si sceglierà questa strada, spiegano fonti governative di Pd e M5S, «meglio sarebbe evitarlo». Palazzo Chigi spera di riuscire a mettere d' accordo la sua litigiosa compagine politica. Non è un caso che ieri, in un vertice in videoconferenza con le imprese, il premier abbia aperto la strada a un' accelerazione delle riaperture di alcuni negozi: «Se c' è la possibilità di anticipare qualche data per la riapertura delle attività della vendita al dettaglio e degli esercizi commerciali - ha detto - lo faremo».
Anche sul reddito/contributo di emergenza qualche passo in avanti ci sarebbe. Eppure per sbloccare il pacchetto di sostegno alle imprese forse servirà davvero più tempo per una ragione «europea»: ritarda il via libera a Bruxelles del nuovo «temporary framework», le linee guida per gli aiuti di Stato e le ricapitalizzazioni delle aziende. I Paesi del blocco del Nord frenano rispetto alle richieste di Francia, Italia e Spagna, che vorrebbero maglie più larghe per concedere - ad esempio - prestiti alle imprese con una scadenza più lunga e «generosa». Una decisione è attesa in tempi stretti.
conte gualtieri
Certo è che mentre con i leader dei sindacati il governo aveva incassato consensi e approvazioni, ieri l' Esecutivo ha dovuto fare i conti con la freddezza di Confindustria, l' ansia dei commercianti per gli aiuti e la cautela delle banche nello sblocco delle erogazioni.
I tre interventi Il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri conferma tre diversi interventi legati alla dimensione e al fatturato delle imprese. Per le più piccole sono in arrivo ristori a fondo perduto in base alle perdite causate dall' epidemia, oltre a 600 milioni per rimborsare le spese per le bollette e 1,7 miliardi per ristorare gli affitti pagati durante il lockdown. Per le medie, tra 5 e 50 milioni di fatturato, dovrebbe esserci un intervento a sostegno della patrimonializzazione, «pari passu» tra imprenditore e Stato (probabilmente attraverso Invitalia), definito anche «coronaequity». Per le aziende più grandi scenderebbe in campo Cdp.
Negli incontri con le sigle datoriali il governo avrebbe anche confermato l' intenzione di rinviare ancora le scadenze fiscali da giugno a settembre e illustrato l' idea di incentivi per le aggregazioni, anche per gli studi professionali. Pronto è anche un pacchetto da 500 milioni per rimettere in moto il sistema delle startup innovative.
fabrizio palermo foto di bacco (2)
Confermato, infine, il pacchetto per la riconversione green degli edifici, con i lavori di casa attivati da inizio luglio che potranno godere di una detrazione al 110%. Il nuovo super-incentivo potrà anche essere richiesto come sconto in fattura o ceduto a banche e intermediari.