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CARIGE
2 – CARIGE, IL DECRETO LEGA-M5S È UNA «FOTOCOPIA» DI QUELLO GENTILONI. UGUALI ARTICOLI E COMMI
Gianni Trovati per www.ilsole24ore.com
Il testo del decreto Carige è ancora sui tavoli tecnici per le ultime limature sul tetto al valore delle emissioni garantibili dallo Stato e sul plafond massimo per l’eventuale «ricapitalizzazione precauzionale». Ma per chi ha fretta di conoscerne i contenuti c’è una via semplice. Basta leggere il testo del Dl 237/2016, quello approvato dall’allora neonato governo Gentiloni per i salvataggi di Mps, Pop Vicenza e Veneto Banca. La bozza del nuovo decreto è identica in ogni dettaglio, dalle regole sulle garanzie dello Stato fino ai meccanismi, con burden sharing, per la nazionalizzazione.
In cantiere da novembre
carige
Se si mette da parte per un attimo l’incendiaria polemica politica di queste ore, del resto, tanta fedeltà testuale al decreto del Natale 2016 non stupisce. Sono identiche le norme europee da rispettare per il salvataggio statale, e quindi non cambiano le regole italiane chiamate ad attuarlo. Ma la bozza offre un’altra informazione importante. Il testo delle «Misure urgenti a sostegno di Banca Carige S.p.a - Cassa di risparmio di Genova e Imperia» è datato come «Decreto-legge [*] novembre 2018».
Segno che l’ipotesi di intervento statale è stata sullo sfondo negli ultimi due mesi di tutte le tormentate vicende societarie della banca genovese, e che il confronto con Bruxelles (che nelle scorse ore ha infatti prontamente «preso atto» delle scelte italiane) non ha rappresentato un episodio fulminante degli ultimi giorni.
Fedeltà testuale
gentiloni all assemblea nazionale pd
La strada europea è quella tracciata poco più di due anni fa per aprire un varco all’intervento pubblico sulle banche dentro alle griglie della direttiva 2014/59/UE sulle risoluzioni bancarie. E per rimanere in quel sentiero, il governo Conte ha deciso per una fedeltà assoluta al decreto 2016. All’articolo 1, sulla «Garanzia dello Stato su passività di nuova emissione», l’unica differenza rispetto al decreto Gentiloni è ovviamente nell’indicazione di «Banca Carige» come beneficiaria, invece delle «banche italiane» citate dal Dl 237/2016. Anastatica è anche la ristampa dell’articolo 2, sulle «caratteristiche degli strumenti finanziari» che possono essere garantiti dall’ombrello pubblico: si tratta di sei parametri, dall’emissione successiva all’entrata in vigore del Dl fino al divieto di «titoli strutturati o prodotti complessi» che «incorporano una componente derivata», indicati in lettere dalla a) alla f) nello stesso ordine di due anni fa. Lo stesso accade ai «limiti» dell’articolo 3, alle «condizioni» dell’articolo 4 e così via, giù giù fino alla seconda parte del provvedimento. Quella dedicata alla «ricapitalizzazione precauzionale».
I costi dell’ipotesi nazionalizzazione
Di Maio Di Battista vacanze di natale
Ricapitalizzazione che inevitabilmente prevede il burden sharing, cioè la «condivisione dei costi» a carico di azionisti e obbligazionisti subordinati, proprio come avvenuto per il Monte dei Paschi quando i piccoli risparmiatori furono indennizzati con la complessa meccanica della conversione in azioni scambiabili con bond senior. Un’eventualità che per Carige non si presenta, ma per una ragione di mercato: la conversione (costosa) in azioni delle obbligazioni in mano a piccoli risparmiatori è già avvenuta nel 2017.
Di Maio e Di Battista di maio di battista