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    IL DEFAULT ITALIANO PARTE DAL BASSO - PER MOODY'S, I NOSTRI COMUNI E LE REGIONI SONO A RISCHIO CRAC - CON MINORI ENTRATE SUL FRONTE ERARIALE E I MAGGIORI COSTI DOVUTI ALLA GESTIONE LOCALE DELLA PANDEMIA, POTREBBERO ESSERCI SITUAZIONI DEBITORIE CRITICHE - NON SI PUÒ ESCLUDERE CHE NEI PROSSIMI 24 MESI SVARIATE AMMINISTRAZIONI SIANO COSTRETTE A RINEGOZIARE I DEBITI. UN FATTORE CHE POTREBBE PESARE SUI BILANCI BANCARI E COMPLICARE IL RILANCIO…


     
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    Fabrizio Goria per "la Stampa"

     

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    Ancora un anno difficile per l' eurozona, con l' Italia osservata speciale. L' allarme arriva da Moody's: l' outlook economico per il Vecchio continente, certifica l' agenzia di rating, è negativo. Troppe le incertezze, nonostante il supporto della Banca centrale europea. A partire dalla logistica vaccinale e dai nuovi lockdown, una strategia quasi obbligata se l'incubo della terza ondata diventasse reale. Dopo le maxi-flessioni del Pil nel secondo trimestre 2020, dice Moody's, i Paesi più a rischio sono Italia, Francia e Spagna.

    In particolare, preoccupa il caso delle amministrazioni locali italiane, più esposte di altre sul fronte creditizio.

     

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    Il ritorno ai livelli pre-crisi Il ritorno ai livelli pre-crisi, dopo la peggiore recessione dal Secondo dopoguerra a oggi, per Roma, Parigi e Madrid è atteso il prossimo anno. A fronte di contrazioni del 9%, 10,2% e 11.4% rispettivamente, i tre Paesi cresceranno del 5,6%, 5,3% e 6 per cento. Tuttavia, per gli analisti di Moody' s, si tratta in larga parte di un rimbalzo "meccanico" «dopo le consistenti contrazioni dello scorso anno».

    GOLDMAN SACHS GOLDMAN SACHS

     

    A oggi il sostegno della Bce è notevole, e continuerà per buona parte dell' anno, ma prima o poi dovrà essere drenato. Meglio, avvisa Moody' s, che le economie più fragili adottino una rete di protezione che vada oltre le iniziative di Francoforte e Bruxelles. Perché i pericoli di non agganciare la ripartenza in modo omogeneo rispetto agli altri Stati non sono remoti.

     

    L'EFFETTO VACCINI

    Nessuna illusione quindi, come sottolineato anche da Goldman Sachs. La quale però vede il Pil italiano a +6,1% nel 2021, frutto di un quadro vaccinale migliore rispetto ai partner Ue. Per la banca guidata da David Solomon, infatti, nel secondo trimestre di questi dodici mesi vede Roma messa meglio di altri, con la possibilità che l' Italia diventi il Paese europeo con la più ampia percentuale di distribuzione di vaccini contro il Sars-Cov-2.

    Italia Crac Italia Crac

     

    Resta, tanto per Parigi quanto per Madrid e Roma, il nodo del deficit. Sia Moody' s sia Goldman Sachs fanno notare che sarà un problema che prima o poi dovrà essere affrontato, come anche rimarcato a più riprese dalla Bce. Le difficoltà storiche Entrando nello specifico, l' Italia deve fare i conti con problemi che perdurano da decenni, come burocrazia, giustizia, competitività e salari.

     

    IL NODO DEL CREDITO

    Secondo Moody' s Spagna e Italia sono vulnerabili su due settori su tutti. Servizi e turismo, i più colpiti dai confinamenti, che stanno limitando le opportunità di realizzo per gli imprenditori, come nel caso dello sci alpino. Due sono le tegole in più per Roma. Primo, i crediti bancari in sofferenza, previsti in crescita nel prossimo biennio da Morgan Stanley. E che andranno a pesare sui bilanci delle banche, che sono impegnate in un processo di consolidamento che potrebbe impiegare mesi, se non anni.

     

    ITALIA CRAC BUCO ITALIA CRAC BUCO

    Secondo le stime della banca angloasiatica Hsbc, le sofferenze bancarie italiane passerebbero dai 116 miliardi di euro di fine 2019 ai 196 dell' anno in corso. Non a caso, per Moody' s fra le nazioni che vedranno più procedure concorsuali nell' eurozona, ci sono Italia, Spagna, Francia e Grecia.

     

    GLI ENTI LOCALI

    Secondo elemento di disturbo, i debiti di regioni e comuni. Con minori entrate sul fronte erariale e maggiori costi dovuti alla gestione locale della pandemia, Moody' s avverte che potranno esserci situazioni debitorie critiche. Non si può quindi escludere che nei prossimi 24 mesi svariate amministrazioni arrivino a un punto di non ritorno e siano costrette a rinegoziare i propri debiti. Un fattore endogeno che potrebbe pesare sui bilanci bancari. E che potrebbe complicare il rilancio.

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