BERLUSCONI SALVINI MELONI
Francesco Olivo per “la Stampa”
Il centrodestra si dà una settimana di tempo per il programma comune. Ieri è stato inaugurato il primo tavolo, i delegati dei partiti hanno cominciato dalle questioni preliminari, prima tra tutte, appunto i tempi e poi il metodo. I temi per il momento sono stati solo accennati, «il clima è buono», ripetono tutti, «l'80% è fatto», esulta Antonio Saccone dell'Udc, esibendo un'unità di intenti ancora più evidente vista la divisione dell'altro campo, ma alcuni passaggi non sono così scontati.
VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIO 2
Si parlerà di tasse, pensioni, politica estera (per esplicita richiesta di Giorgia Meloni). Fratelli d'Italia cercherà di imporre uno dei suoi cavalli di battaglia: il presidenzialismo. La Lega chiede di mettere nero su bianco un impegno per realizzare l'autonomia differenziata. Il comunicato finale è un abile esercizio di equilibrismo che tende a sminare ogni possibile polemica interna: «Nel corso della riunione, è emersa totale condivisione nel ribadire il pieno rispetto degli impegni internazionali dell'Italia anche relativamente alla guerra in Ucraina, riforma presidenziale, autonomia». Ovvero i tre temi sui quali i partiti hanno posizioni diverse.
SALVINI MELONI BERLUSCONI
A mettere pressione ci aveva pensato in mattinata Matteo Salvini che si è rivolto agli alleati: «Porterò personalmente la proposta di autonomia in mano a Berlusconi e alla Meloni di cui sono sicuro arriveranno le firme, perché autonomia significa efficienza, responsabilità, modernità, sviluppo e territori. Si può fare flat tax e pace fiscale e con l'autonomia è garantito avere meno burocrazia».
Salvini è sicuro delle firme, ma in Fratelli d'Italia sul tema è decisamente più prudente, per motivi storici, la destra italiana ha una tradizione centralista, e anche per un fatto di equilibri di potere. Una risposta era arrivata su La Stampa di domenica da Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di FdI: «Per noi l'autonomia funziona solo in presenza di una riforma in senso presidenzialista dello Stato».
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 2
«La Costituzione va riformata in senso organico e non con "toppe a colori" come ha fatto la sinistra, spesso peggiorandone il testo e l'impianto», ha spiegato ieri il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Salvini, che pure non è contrario all'elezione diretta delle cariche dello Repubblica, ieri ha replicato: «Non c'è nessuno scambio tra autonomia e presidenzialismo, non siamo al mercato».
Il leader della Lega ha un gran bisogno di recuperare i consensi al Nord persi alle ultime amministrative, dove FdI ha superato il Carroccio specie nei centri medio grandi. Ieri Salvini era in Veneto, dove il tema dell'autonomia è molto sentito, tanto che il «programma alla virgola», che il leader sottoporrà agli alleati, è stato elaborato dai governatori Attilio Fontana e Luca Zaia.
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Agli imprenditori e alle partite Iva incontrate nel suo tour veneto, che oggi prosegue a Venezia, Salvini ha promesso flat tax al 15%, taglio dell'Iva sui beni di prima necessità e lotta all'immigrazione clandestina. Su questo ultimo punto si concentrerà l'agenda del senatore milanese nei prossimi giorni, in particolare giovedì con il viaggio a Lampedusa, dove l'obiettivo di un ritorno al Viminale diventerà esplicito. Gli alleati invitano alla cautela, ma dentro FdI c'è la convinzione che sarà difficile impedire a Salvini di ottenere il Ministero dell'Interno. Silvio Berlusconi intanto, vuole giocare in prima persona, anche con un inedito, per lui, sbarco sui social.
denis e francesca verdini foto barillari
«Ho appena registrato 20 video, possiamo arrivare oltre il 20%», ha raccontato. I filmati verranno pubblicati su Instagram e Facebook per tutto il mese di agosto. Il centrodestra tornerà a riunirsi oggi, ci sono da definire i collegi. Se da un punto di vista numerico l'accordo è stato raggiunto, ora viene la parte più complessa la collocazione geografica delle circoscrizioni, dove ci si candida. Il cosiddetto metodo Verdini, ovvero la suddivisione dei collegi in 6 fasce di rischio (dal collegio blindato a quello impossibile), è stato messo in crisi con l'allargamento delle circoscrizioni. Un elemento che complica la chiusura di una partita, che nessuno però dà per persa.