Estratto dell'articolo di Gianluigi Nuzzi per “la Stampa”
Sono passati quasi quarant'anni, in fondo è cambiato poco, quasi nulla.
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All'epoca per sballarsi c'era la cocaina; spariva nelle narici dei rampolli della città, pronti a sedurre a colpi di stupefacenti la preda di turno, oggi troneggia la ketamina e altre droghe dello stupro che incantano i freni inibitori, anestetizzano le difese psicologiche e cancellano la memoria della vittima.
Nella Milano da bere e da sniffare ci si ritrovava nelle discoteche, uno dei templi era il Nephenta, eretto lì in piazza Diaz, tre minuti ed eri già ai piedi della Madoninna. Oggi vanno più di moda certe feste, i roof all'ultimo piano di certi alberghi cinque stelle e soprattutto le terrazze private.
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Le notti eccessive Una tesi che ritroviamo anche in un altro caso clamoroso, sempre ambientato in questa lussuosa Milano drogata, di eccessi ed estremi, arricchimenti e aride compensazioni sociali. Questa volta non è un caso di abusi sessuali ma di omicidio, entrato nell'almanacco dei processi del secolo scorso.
Come sempre tutti ricordano il nome del carnefice, ovvero quello di Terry Broome, trasformatasi in una notte da seducente fotomodella a gelida assassina. Pochi o nessuno, invece, ha memoria della vittima che si chiamava Francesco D'Alessio, rampollo della Milano Bene.
TERRY BROOME GIORGIO ROTTI
La storia si sviluppa lungo otto anni e si conclude il 12 febbraio del 1992 quando il tribunale di sorveglianza di Brescia indica la liberazione anticipata della donna. Broome rimpatria negli Stati Uniti, sparendo dai radar dell'attenzione mediatica e dell'opinione pubblica nel nostro paese. Fino a quel giorno e per anni i riflettori sono stati puntati solo su di lei. Sia durante le indagini, sia durante i processi, tra perizie e testimonianze, la concessione della semilibertà, e, ancora, le lezioni in una scuola privata di Bergamo per provare a porsi un nuovo orizzonte di vita.
terry broome arrestata
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Il labirinto milanese Proprio per questo era sbarcata all'aeroporto di Milano, convinta che anche lei, bella, giovane e furba potesse a soli 26 anni, conquistare il mondo. In realtà più che sfilate, book fotografici, spot pubblicitari e cover di riviste patinate, Broome era caduta nella cocaina del labirinto meneghino. Tanta cocaina, un fiume di droga che la travolge e sconnette: è una discesa, girone dopo girone, negli abissi peggiori.
Terry conosce Giorgio Rotti, un ambizioso gioielliere di trent'anni che la conquista. I due si piacciono, frequentano gli stessi ambienti, nasce un feeling e decidono di andare a vivere insieme. Ma la relazione non è certo di quelle tradizionali, tranquille da Mulino Bianco. Entrambi sono euforici della vita, entrambi affrontano ogni giorno nuovo con energie senza fine, entrambi attraggono l'attenzione degli altri. Soprattutto Terry per la sua bellezza e per quell'accento americano.
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Di lei però si infatua anche Francesco D'Alessio, quarant'anni, un uomo che oggi, dopo essersi sposato e poi separato, vuole provare a riscrivere la propria vita. Riprovarci, a riaprire l'album dei sogni da riempire con le immagini più belle. Francesco ci crede e in questo, certo sarà aiutato da suo padre, l'avvocato Carlo, facoltoso imprenditore italiano, titolare di una delle scuderie più famose del Paese.
Nel mondo dei cavalli Carlo è soprannominato "il re del galoppo", con la sua scuderia Cieffedi ha conquistato trofei, titoli e successo. Il figlio Francesco ama i locali alla moda, dal Nephenta ai club della città. Lì ritrova le fotomodelle che sfilano sulle passerelle della città ma incontra le belle ragazze anche nelle feste private come quella dannata sera di tarda primavera quando il suo destino si incrociò con quello di Terry Broome. Il party è organizzato dal blasonato finanziere e immobiliarista Claudio Cabassi: ricchi commercianti, qualche nobile, imprenditori di successo e, sempre e ovunque, bellissime ragazze.
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Il sesso e i dettagli Quella notte d'Alessio conosce Terry, ci prova ma la fotomodella consuma un rapporto sessuale con il proprietario di casa. Un episodio che delude d'Alessio tanto che lo stesso quando rincontrerà qualche sera dopo la ragazza al Nephenta, lo confiderà al fidanzato Giorgio Rotti, sostenendo che l'americana era solita avere rapporti sessuali con più uomini nello stesso momento.
Francesco si spinge nei dettagli e svela a Giorgio che la fidanzata avrebbe partecipato a un'orgia durante la festa di Cabassi. Rotti, ovviamente, non la prende bene, rinfaccia a Terry le confidenze ricevute, lei nega ma lui decide di lasciarla e chiede indietro l'anello di fidanzamento. I due litigano fino a quando Giorgio manda a quel paese la ragazza e se ne va a letto.
È la notte del 25 giugno. Terry continua a bere, sniffa cocaina, gira per casa, curiosa, rovista nei cassetti fino a quando non trova una pistola, una Smith & Wesson calibro 38. È furibonda, delusa e sconvolta, una notte in bianco, i litigi, le urla, il progetto del matrimonio finito in frantumi. Sono le sei e mezza del mattino quando Terry telefona a Francesco, gli dice che vuole chiarire, che le voci che girano sono solo cattiverie.
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Francesco è a casa, nel suo bell'appartamento del centralissimo quartiere Magenta, si sta divertendo con Laurie Marie Roiko, una ragazza di 21 anni. Accetta l'incontro e così Terry lo raggiunge. I due chiacchierano, ascoltano della musica. Riprendono a consumare cocaina e poi non si sa con certezza cosa accade perché l'assassina è l'unica testimone di quanto accade in camera. Lei sostiene di essersi sentita offesa da una brusca richiesta di un rapporto sessuale, aggravata dall'insinuazione di Francesco di chiamare altri uomini in modo che potesse divertirsi di più.
La giovane Laurie Marie ricorderà in aula, a processo, di aver sentito uno sparo, seguito da un altro per poi vedere per un attimo Francesco che cercava di togliere l'arma dalle mani della fotomodella. Ma la testimone non potrà raccontare tutto perché si era nascosta, impaurita dagli altri spari.
terry broome e il primo marito
La fuga Terry scappa, torna a casa, svela a Giorgio quanto ha appena fatto, fa le valigie e corre in aeroporto. Compra il biglietto per il volo per Zurigo ma viene fermata dagli agenti nello scalo svizzero e rimpatriata in Italia. Broome confessa. In carcere, i periti, gli psichiatri l'ascoltano, la donna racconta un episodio di violenza patito da adolescente, riporta i suoi rapporti con gli uomini e la droga. Gli specialisti concludono che Broome quando ha ucciso era incapace di capire quanto stesse accadendo per la sua soggezione alle sostanze stupefacenti. Insomma, il consiglio dei periti del giudice è quello di ritenere l'assassina parzialmente incapace di intendere e volere.
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A sorpresa, l'ipotesi non viene accolta dalla Corte che condanna la fotomodella a 14 anni di carcere: siamo di fronte a un'intossicazione acuta di cocaina e non cronica, senza riflessi sull'imputabilità. Fa invece discutere la scelta di non considerare la premeditazione: seppur armata, l'americana non era andata da Francesco per ucciderlo ma semplicemente per essere ascoltata e chiarire che tutti la devono rispettare.
Il colpo di scena arriverà nel 1987 in appello: si riconosce il vizio parziale con riduzione a 12 anni e sei mesi di reclusione. Papà Carlo chiede verità e giustizia, ritiene impossibile che suo figlio non sia riuscito a disarmare la ragazza, ipotizza che possano esserci state altre persone con lei, ma l'ipotesi non viene approfondita.
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