Christian Raimo per https://www.editorialedomani.it/ - Estratti
giuseppe valditara foto mezzelani gmt 271
Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, 105esimo dall’inizio dell’anno, il governo Meloni ha annunciato l’imminente avvio di un progetto di educazione affettiva e sentimentale per le scuole, intitolato “Educare alle relazioni”. L’aveva già fatto dopo gli stupri di Caivano e Palermo quest’estate; ora sappiamo che verrà presentato mercoledì prossimo ufficialmente, ma già a metà settembre al ministero dell’Istruzione e del merito era al lavoro un gruppo di psicologi e giuristi per elaborare il progetto.
Chiamato dal governo a coordinare questo gruppo è Alessandro Amadori. Docente a contratto di psicologia all’università Cattolica di Milano, fa parte dello stesso think tank del ministro Valditara, Lettera 150, e con lui ha anche pubblicato un libro nel 2022, per Piemme, È l’Italia che vogliamo. Il manifesto della Lega per governare il Paese, prefazione di Matteo Salvini: un intellettuale organico alla Lega e, come scriveva Domani il 21 aprile 2023, consulente del ministero per 80mila euro lordi l’anno.
Amadori non è un esperto di violenza di genere. Ma per capire come la pensa possiamo leggere un libro che ha pubblicato nel 2020 insieme a Cinzia Corvaglia – una sua studentessa, rimasta nell’anonimato dopo questa pubblicazione – intitolato La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere. Il libro è edito da BookSprint, un’edizione autopubblicata, come capitò con Vannacci.
ALESSANDRO AMADORI
Con Il mondo al contrario condivide lo stile vagamente cospirazionista e l’insofferenza per il politicamente corretto. Il politicamente corretto, secondo Amadori, è quello che ci fa considerare solo la violenza maschile e non quella femminile.
Amadori derubrica la violenza di genere all’espressione della “cattiveria”, rimandando di fatto la questione all’individualità e non considerandone il carattere sistemico. In capitoli alternati scrive e di cattiveria maschile e di cattiveria femminile: «Ma allora, parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch’esse cattive? La nostra risposta è “sì”, cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo».
Per dimostrare questa tesi (“Il diavolo è anche donna” è un titolo di capitolo esemplare) Amadori non usa riferimenti adeguati, ma parte da un articolo uscito su un blog iper amatoriale, Soverato Web, scritto da Adriano Pirillo, uno sconosciuto che Amadori tratta per lunghe pagine come un maître à penser, ritenendo suggestive le sue tesi: «Adriano Pirillo ci propone questo spiazzante ritratto, molto poco “politically correct”, del comportamento femminile, con provocatorio riferimento alla ricorrenza della festa della donna, l’8 marzo (come a dire che ci sarebbe poco da festeggiare e da celebrare una presunta “differenza morale” della donna rispetto all’uomo, perché la prima si comporta spesso come, o persino peggio, del secondo)».
La tesi di Pirillo è: le donne sono cattive, lo sono sempre state, dalle figure bibliche a Lucrezia Borgia alle donne di oggi. «Senza ombra di dubbio, si tratta di un punto di vista per così dire estremo, leggendo il quale si ha in realtà l’impressione di una certa misoginia latente, nonostante la (pensiamo, o almeno speriamo) sincera dichiarazione di intenti dell’autore», ma l’intuizione di Pirillo va seguita, per Amadori.
ALESSANDRO AMADORI COVER
La cattiveria delle donne mostra come si articola la “guerra dei sessi”, quella che dà il titolo il libro. Da una parte i femminicidi – per Amadori la “purtroppo tragica, brutale concretizzazione quasi quotidiana della cattiveria maschile” – dall’altra la cattiveria femminile.
I RIFERIMENTI
Dopo un’analisi sommaria del dibattito sulla questione maschile, dove passa in rassegna come giochi a somma zero il caso Weinstein e la storica partita di tennis tra Bobby Riggs e Billie Jean King – «Vinse la donna, Billie Jean King (un cognome, curiosamente, dal significato maschile e “dominante”)» – Amadori dichiara: «È una tesi che ci convince molto, per quanto possa apparire “politicamente scorretta”. Ossia che i raptus omicidiari, sostanzialmente, non esistono in quanto tali, e che bisogna piuttosto iniziare a parlare di cattiveria, aggressività e consapevolezza».
È come se gli uomini, lo ribadiamo, facessero davvero fatica ad avere un rapporto equilibrato col femminile: o sono carnefici, o sono vittime. […] C’è una piccola, ma appariscente popolazione di donne, che approfitta di questa tendenza maschile alla sottomissione, e ne fa una vera e propria fonte di business». Dalla discussione sui femminicidi al “business della Dominazione femminile”.
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giuseppe valditara foto mezzelani gmt 273
Il libro continua così fino a rasentare l’apocalittico. Non è semplice selezionare citazioni significative, il complottismo sta proprio nell’assoluta mancanza di razionalità: «La guerra dei sessi potrebbe pertanto entrare, nel prossimo futuro, in una fase più esplicita e più intensa. Che scenari ci dobbiamo allora aspettare?»
E fa fatica pensare come mettere insieme questo genere di considerazioni con il ruolo che il governo ha affidato ad Amadori. Di fronte alla violenza maschile, che ancora una volta il femminicidio Cecchettin conferma, come è possibile sia stato scelto come consulente e coordinatore del progetto sull’educazione alle relazioni per le scuole?
giuseppe valditara