Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo E Luca Pagni per “la Repubblica”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
L’ultimo rompicapo del governo sulla manovra recita grosso modo così: è meglio avere più soldi a disposizione o salvaguardare i titoli di Stato? Nelle ultime ore l’interrogativo scivoloso è precipitato sulla tassa che colpisce gli extra margini degli istituti di credito, una copertura fondamentale per una legge di bilancio che non ha messo in fila neppure la metà delle risorse che servono.
E una prima risposta, abbozzata al ministero dell’Economia, dice che l’ipotesi più forte è attivare lo scudo sui Btp. L’imposta, quindi, cambierà […]
Il nuovo impianto del prelievo sposta il baricentro dall’attivo a quello “ponderato” per il rischio. Un perimetro dove i titoli pubblici in pancia alle banche non pesano, risultando così estranei alla tassazione. Ne uscirebbero meno colpite anche le banche che erogano più credito.
SEMO GENTE DI PORCATA - VIGNETTA BY MANNELLI
Ma la controindicazione è il taglio dell’incasso previsto, che potrebbe calare da 2-2,5 miliardi ad appena uno, riducendo una dote che nel tempo si è andata sempre più assottigliando.
Quando la tassa è stata concepita, il governo puntava a raccogliere 4-5 miliardi. Ma durante il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla norma, Giorgetti ha fissato il tetto della tassa allo 0,1% dell’attivo, dimezzando la previsione dell’incasso.
Ma le difficoltà del governo non finiscono qui. Nei prossimi giorni si dovrebbero definire anche i contorni del provvedimento per “limitare” i rincari dei carburanti. E come? Utilizzando l’extragettito dell’Iva, ricavandone da 1 a 2 miliardi. Ma andrà restituito a chi?
TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso a Repubblica si è sbilanciato, pronto convincere i colleghi ad approvare un bonus limitato alle famiglie meno abbienti. Non tutti ne sono convinti, preferendo un taglio lineare, sul modello di quanto fatto a suo tempo dal governo Draghi.
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C’è poi la questione della tassa sulle multinazionali. Si vuole anticipare il recepimento della direttiva europea, a sua volta frutto di un accordo tra i grandi centri di governance del mondo, dal G20 al Fondo monetario. In questo caso l’accordo è generale, ma il viceministro dell’Economia Maurizio Leo si è detto favorevole a introdurre una aliquota che sia anche superiore al 15% stabilito dagli accordi internazionali. In questo caso potrebbe scattare la controffensiva del fronte delle multinazionali[…]
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