Estratto dell’articolo di Laura Lucchini per "la Repubblica"
david cameron alle isole falkland - malvine
[…] un nuovo scontro tra Buenos Aires e Londra in seguito a una visita a sorpresa del ministro degli Esteri David Cameron all’arcipelago conteso delle Malvine – prima volta per un ministro britannico da quasi 30 anni – proprio mentre muove i primi passi l’esecutivo del presidente Javier Milei che non fa mistero della sua ammirazione sconfinata per il mondo anglosassone.
Londra ha voluto dare un segnale chiaro. E il nuovo esecutivo argentino si trova ora di fronte a una contraddizione. Per una settimana non si è parlato d’altro. La visita del ministro degli Esteri britannico all’arcipelago sudamericano è stata enfatizzata questa settimana e accompagnata da una serie di post e gesti simbolici. «Le Falkland saranno parte della famiglia britannica fino a che lo vorranno», ha ribadito Cameron.
JAVIER MILEI
Javier Milei, anarco-capitalista vicino alla destra estrema recentemente eletto presidente dell’Argentina, aveva dato priorità a portare a casa l’immagine della stretta di mano con il ministro degli Esteri britannico, in occasione del suo debutto internazionale a Davos. In questo contesto, Milei aveva chiesto a Cameron di acconsentire a riconsegnare le isole Malvine all’Argentina con un modello analogo a quello di Hong Kong, che fu restituita alla Cina nel 1997. Cameron aveva detto che sul tema i due “agreed to disagree”.
Le Malvinas (nome argentino) o Falkland (britannico) sono situate a 600 km dalle coste argentine e a circa 13mila da quelle britanniche. L’Argentina sostiene che le isole le appartengano dall’indipendenza dalla Spagna nel 1816. Il Regno Unito le ha occupate nel 1833. «Dopo la Seconda Guerra Mondiale, due risoluzioni delle Nazioni Unite danno di fatto ragione al Paese sudamericano», spiega a Repubblica Federico Lorenz, storico argentino specializzato sulla questione.
david cameron alle isole falkland - malvine
L’arcipelago divenne scenario di guerra nel 1982, in piena dittatura militare in Argentina, quando per iniziativa del generale Leopoldo Galtieri, Buenos Aires intraprese una rocambolesca quanto disastrosa iniziativa militare per occupare l’isola: 74 giorni di guerra con 649 morti argentini e 255 britannici.
Nel 2013, in un referendum promosso da Londra e fortemente contestato dall’Argentina in quello che è un territorio di appena 2.000 abitanti, il 99,8% degli elettori ha votato per restare sotto la sovranità britannica. La visita di Cameron è la prima di un ministro di Londra nell’arcipelago in trent’anni, dopo la visita di Douglas Hurd nel 1994.
JAVIER MILEI
«In Argentina c’è un consenso molto trasversale riguardo al fatto che il territorio sia stato usurpato», aggiunge Lorenz. L’81% della popolazione la pensa in effetti così. È un tema caro anche ai peronisti – ora all’opposizione – basti pensare che nel 2022 fu approvata una legge secondo cui la scritta “le Malvine sono argentine” doveva campeggiare su tutti gli autobus pubblici ed è così fino ad oggi. […]
Il nuovo esecutivo di Buenos Aires persegue l’obiettivo di riposizionare l’Argentina geopoliticamente su una linea filooccidentale – «Sono un grande ammiratore di Margaret Thatcher », è una delle frasi ricorrenti di Milei – ma ha anche sempre detto di voler affrontare la questione delle Malvine con la diplomazia. La visita di Cameron è stata una doccia gelata che ha riportato Milei e i suoi alla realtà: la disputa dell’arcipelago non si può risolvere in amicizia.
david cameron alle isole falkland - malvine
[…] Alcuni hanno ricordato un evento della biografia di Milei che colloca le Malvine al centro di un trauma infantile. È riportato nella biografia El loco , di Juan Luis González: «Il 2 aprile 1982, un anno prima che Milei entrasse al liceo, il ragazzo rimase sorpreso nel vedere i grandiosi annunci che la televisione faceva sull’inizio della guerra delle Malvinas, e commise il peccato di dire ad alta voce che l’escalation stava per finire male per l’Argentina.
Ciò provocò l’indignazione patriottica di Norberto (il padre, ndr ), che lo picchiò con violenza selvaggia. Karina (la sorella e attuale segretaria alla presidenza, ndr), testimone involontaria del pestaggio, subì uno shock così terribile assistendo alla scena che dovette essere portata all’ospedale». C’era molta attesa per una reazione del presidente alla trovata di Cameron.
Ma questa non è arrivata. Milei l’outsider protagonista di una spettacolare vittoria elettorale ha un’opportunità unica di sciogliere un trauma personale e mettere fine a una disputa storica. Dissotterrare l’antica questione si è però per ora rivelato un passo falso.
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