Riceviamo e pubblichiamo:
umberto brindani
Caro Dago, trovo davvero ridicolo l'accanimento (tutt'altro che terapeutico) contro gli ascolti di Sanremo. Mi riferisco al pezzo del pur mitico Molendini che hai pubblicato poco fa, ma anche allo stillicidio quotidiano di dati, percentuali, virgole e confronti che sembra essere l'unico elemento di interesse di colleghi, twittaroli e opinionisti vari (come diresti tu: per mancanza di opinioni).
fiorello amadeus
Questo Festival funziona meno di quello dell'anno scorso, e di due anni fa, eccetera: embè? Dall'enorme platea di chi lo guarda, e pure di chi non lo guarda, si leva un solo grido: e chissenefrega? Siamo al solito parlarsi addosso, robe da addetti ai lavori, pro-Rai e anti-Rai, pro-Coletta o anti-Coletta, pro-Presta o anti-Presta...
In compenso, quasi nessuno si fa la domanda delle cento pistole: ma se Sanremo è la vetrina della musica italiana contemporanea... sarebbe questa la musica italiana contemporanea? Cantanti stonati che non fanno un passo senza l'autotune, testi dimenticabili e da dimenticare, armonie queste sconosciute, perfino presunti plagi di un brano che già gridava vendetta nella versione originale. Almeno quei matti dello Stato sociale hanno messo lì un ritornello da canticchiare, in macchina o sotto la doccia (Ma...che senso ha?).
amadeus fiorello 1
Dice: l'indie piace ai ggiovani. Eppure se ai ggiovani fai ascoltare il rock anni 70 e 80 mica dicono che fa schifo... E comunque, anche qui, chissenefrega: mica guardano la tv, i ggiovani. Ciao
fedez. maneskin manuel agnelli maneskin francesca michielin e fedez
Umberto Brindani