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    FINALMENTE ANCHE ALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ SI SVEGLIANO DAL TORPORE - IL DIRETTORE TEDROS GHEBREYESUS, DOPO ESSERE STATO BASTONATO DA TRUMP E BIDEN PER AVER SPEDITO IN CINA UN TEAM DI SCIENZIATI CHE HANNO VISTO SOLO QUELLO CHE I CINESI VOLEVANO FARCI VEDERE, SI LANCIA: “L’IPOTESI DELL’ORIGINE DEL VIRUS IN LABORATORIO NON È ESCLUSA”. E POI SCARICA LA COLPA SUGLI STATI: “ABBIAMO VISTO FATTORI, INCLUSI QUELLI POLITICI, INTRALCIARE LA NOSTRA CAPACITÀ DI FARE PROGRESSI E OTTENERE RISPOSTE…”


     
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    Danilo Taino per il "Corriere della Sera"

     

    GHEBREYESUS XI JINPING GHEBREYESUS XI JINPING

    Il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il biologo etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, sostiene che tutte le ipotesi sulle origini della pandemia da Covid-19 «devono continuare a essere esaminate, dall'ipotesi della trasmissione da animale a quella della fuoriuscita dal laboratorio, la quale non è ancora stata categoricamente esclusa». Per fare luce su cosa successe a Wuhan tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, l'Oms ha creato un gruppo di esperti internazionali di diverse discipline che dovranno stabilire lo stato delle conoscenze.

     

    nel laboratorio di wuhan nel laboratorio di wuhan

    Oltre che a preparare le risposte all'emergere di minacce patogene in futuro. In una lunga intervista, che nella sua interezza può essere letta in italiano e in inglese sul sito-web del Corriere , Tedros tra l'altro critica i Paesi ricchi per non essere stati abbastanza generosi nella distribuzione dei vaccini a quelli a basso reddito; invita il G20 che si terrà a fine mese in Italia a prendere iniziative concrete per aumentarne la produzione; chiede di sospendere la somministrazione della terza dose nelle Nazioni già ad alto tasso di vaccinazione; invita a sospendere temporaneamente i brevetti sui vaccini e sui farmaci anti Covid-19; dice di non potere prevedere la fine della pandemia; chiede di non politicizzare la questione delle origini del coronavirus. E fa un'analisi complessiva sullo stato della pandemia e sulle campagne di vaccinazione nel mondo.

     

    tedros adhanom ghebreyesus tedros adhanom ghebreyesus

    Riguardo alle inchieste sull'origine della crisi, al dubbio se il virus sia «saltato» da un animale all'uomo oppure sia stato creato nell'ormai famoso laboratorio di Wuhan e poi sfuggito al controllo, Tedros è stato criticato, soprattutto dalla Casa Bianca di Donald Trump ma in misura meno forte anche da quella di Joe Biden, per essere stato influenzato dalla Cina. E di avere mandato a indagare nella città cinese dalla quale tutto nacque un gruppo di scienziati ben accetti alle autorità di Pechino, i quali hanno avuto accesso solo parziale ai dati di laboratorio e hanno poi stabilito che la probabilità maggiore dell'origine sta nel passaggio da animale a uomo, lasciando aperto solo uno spiraglio all'ipotesi laboratorio.

     

    wuhan laboratorio wuhan laboratorio

    Negli ultimi mesi, però, alcuni scienziati americani hanno sostenuto che, analizzando campioni del coronavirus dei primi malati, si capisce che le probabilità di gran lunga maggiori portano a ritenere che la pista giusta sia quella della fuga dal laboratorio. Tedros non chiude la porta a questa possibilità. Ma, purtroppo, se Pechino non collaborerà apertamente permettendo un'inchiesta internazionale indipendente che possa accedere a tutti i dati, quasi certamente la verità inconfutabile sulla nascita della pandemia non potrà essere stabilita.

     

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    Il direttore generale dell'Oms dice che, nella ricerca delle origini, occorre seguire la strada della scienza. «Ma - aggiunge - abbiamo visto altri fattori, inclusi quelli politici, influenzare gli sforzi e intralciare la nostra capacità di fare progressi e ottenere risposte». Non fa il nome di alcun Paese ma fatto sta che anche sulla nascita del virus il confronto è tra la Cina, che rifiuta sdegnosamente un'inchiesta indipendente, e gli Stati Uniti e altri Paesi che insistono per organizzarla. Nell'intervista, Tedros non usa mezzi termini per stigmatizzare la scarsa generosità dei Paesi più avanzati a condividere i vaccini.

     

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    «I Paesi ricchi non hanno fatto abbastanza per vaccinare il mondo equamente. Ricorda che le promesse fatte a Covax (l'alleanza per vaccinare i Paesi a basso reddito) e Avat (il fondo africano per la vaccinazione) sono lontane dall'essere mantenute: i contratti con la prima sono stati rispettati per il 9%, quelli con la seconda per l'1%. «Gli impegni, da soli, non salvano vite - dice - non fermano la trasmissione, non immunizzano le persone, non aumentano la capacità manifatturiera e non preparano il mondo a prevenire le emergenze sanitarie del futuro». La realtà è che 56 Stati membri dell'Oms non hanno raggiunto la quota del 10% di vaccinati, mentre l'obiettivo globale dell'Organizzazione è il 40% entro l'anno e il 70% entro la metà del 2022.

     

    Tedros Adhanom Ghebreyesus Tedros Adhanom Ghebreyesus

    Tra gli altri passi da compiere, l'Oms ha chiesto di mettere in attesa almeno fino alla fine dell'anno i programmi di richiamo, cioè la terza dose. «Invece di vaccinare coloro che sono già vaccinati dobbiamo vaccinare coloro che corrono il rischio più alto», anche per limitare la creazione di varianti delle quali non si sa che potenza potrebbero avere. Tra l'altro, secondo il direttore generale tra gli scienziati non c'è consenso sulla necessità di una terza dose. Dal G20 di fine mese, Tedros si aspetta una richiesta forte ai Paesi che hanno dosi di vaccino in eccesso affinché le condividano con chi non ne ha.

    Laboratorio di Wuhan Laboratorio di Wuhan

     

    E, aggiunge, dal momento che la produzione non è sufficiente a immunizzare chi deve esserlo, «i Paesi del G20 possono sostenere l'obiettivo di derogare ai brevetti». Le case farmaceutiche produttrici di vaccini e di trattamenti anti Covid-19 efficaci e sicuri dovrebbero trasferire tecnologie per un periodo di tempo limitato. «Non vogliamo minare l'innovazione - sostiene - e i Paesi del G20 possono incentivare i produttori a condividere brevetti e tecnologia». Sullo stato della pandemia, Tedros dice che è in pieno corso, non siamo alla vigilia della fine. «Una cosa di cui siamo sicuri è che questo virus starà con noi per il futuro prevedibile e manterrà il potenziale per continuare a evolvere».

     

    il direttore generale dell'oms tedros adhanom ghebreyesus il direttore generale dell'oms tedros adhanom ghebreyesus

    Alcuni scienziati, soprattutto nel Regno Unito, ritengono che il virus si declasserà a semplice raffreddore. Su questo il biologo non si sbilancia ma dice che il mondo potrà riaprire pienamente solo quando la copertura vaccinale globale sarà davvero alta.

     

    E chiarisce che non sarà l'Oms a dichiarare la fine della pandemia, che è «semplicemente una caratterizzazione della situazione». Tedros ha l'autorità per dichiarare la massima emergenza pubblica internazionale, e l'ha fatto il 30 gennaio 2020.

     

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    Da allora, ogni tre mesi si riunisce un comitato di esperti internazionali per stabilire se l'emergenza è ancora tale, cioè al massimo livello di allarme. «Finora, chiaramente, questo rimane il caso», dice. Ora, le scelte da fare e le iniziative da prendere sono di fronte ai Paesi più sviluppati e ricchi. Cosa si dovrebbe fare non è oscuro. Il G20 a presidenza italiana ha un'opportunità e una responsabilità.

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