vincenzo consoli
Il dissesto dell'ex popolare trevigiana Veneto Banca, finita in liquidazione coatta amministrativa nel giugno del 2017 insieme con la consorella Popolare di Vicenza, per la giustizia ha un responsabile.
È l'ex amministratore delegato e dominus dell'istituto di credito, Vincenzo Consoli, condannato ieri in primo grado dal Tribunale di Treviso a 4 anni di reclusione per i reati di ostacolo alla vigilanza e di falso in prospetto; i giudici hanno inoltre disposto la confisca, a carico dell'imputato, di somme fino a 221 milioni di euro.
GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI
Quest' ultima disposizione, però, ha scarsissime probabilità di diventare effettiva, poiché scatterebbe soltanto in caso di sentenza passata in giudicato: è impossibile che prima la Corte d'Appello e poi la Cassazione affrontino il caso per tempo, visto che il reato di falso in prospetto si prescriverà a giorni (una terza accusa mossa inizialmente contro Consoli, l'aggiotaggio, era già caduta per l'eccessivo trascorrere del tempo) e l'ostacolo alla vigilanza andrà prescritto nell'agosto del prossimo anno.
VINCENZO CONSOLI
Nel default di Veneto Banca sono rimasti coinvolti oltre 80 mila risparmiatori, che avevano investito nelle azioni della Popolare trevigiana, arrivate ad avere un valore nominale di 39,5 euro ciascuna, letteralmente azzerato nel breve volgere di 4 anni, dal 2013 al 2017, quando le ispezioni delle autorità di vigilanza portarono a galla il deficitario stato patrimoniale della banca.
Soltanto 600 di quegli 80 mila soci si sono costituiti parte civile nel processo contro Consoli: ora, per far valere il loro diritto a un risarcimento del danno, dovranno avviare un apposito procedimento davanti al giudice civile, con i tempi che questo comporta. Il Tribunale penale, con la sentenza di ieri, ha disposto anche una provvisionale che, per quanto riguarda i risparmiatori, è pari al 5% del capitale perduto, fino a un massimo di 20 mila euro.
VINCENZO CONSOLI
Si comprende, perciò, come mai la grande maggioranza degli azionisti beffati si sia rivolta, per un ristoro del danno patito, al Fondo indennizzo risparmiatori (Fir): uno strumento messo in piedi dallo Stato, per tutti i «truffati dalle banche» (non solo i soci di Veneto Banca), che finora ha evaso 118 mila pratiche di rimborso. Con un piccolo particolare: l'indennizzo è fissato nel 30% del prezzo di acquisto dei titoli e fino a un tetto massimo di 100 mila euro.