Marco Giusti per Dagospia
thor love and thunder
Calduccio eh? Se in Italia nessuno o quasi va più al cinema, ieri “Thor: Love and Thunder” era primo con 196 mila euro lasciando il vuoto dietro di sé, “Top Gun” a 53 mila euro e “Elvis” a 43 mila, in America si segnala l’esordio del potente “Nope” diretto da Jordan Peele che nella sola giornata di venerdì ha incassato 19 milioni di dollari lasciando “Thor” a 6, 3, “Minions: The Rise of Gru” a 5, 1, “When the Crawdad Sing” a 3, 1.
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Quello di “Nope” si segnala come il più grade esordio “originale”, cioè o derivato da serie o film precedenti, che si sia fatto in tempi di pandemia. Di fatto, “Jordan Peele”, dopo due capolavori horror come gli ultrapolitici “Get Out- Scappa” e “Us – Noi” è diventato l’autore più amato di horror di questi ultimi vent’anni. “Nope”, che da noi si vedrà solo l’11 agosto, avrà però una sua anteprima a Roma stasera al The Space di Piazza della Repubblica alla presenza del regista e degli interpreti, Daniel Kaluuya e Keeke Palmer.
THE GRAY MAN
Chi non è stato invitato si può sempre riguardare su Netflix “The Gray Man”. Ha una storia già sentita decine e decine di volte, una sorta di rimescolamento di John Wick e Jason Bourne con l’agente segreto incastrato in un gioco dove da cacciatore diventa cacciato e dove i vecchi capi della Cia rischiano grosso. Ryan Gosling, che pure aveva studiato da Alai Delon modello Melville in “Drive”, qui è totalmente senza espressioni.
Fa qualche smorfia umana quado entra in campo la ragazzina in pericolo figlia di Billy Bob Thornton. Il cattivo, Chris Evans coi baffetti, fa cose terribili come torturare la gente coi fili elettrici che si tenevano in auto per ogni evenienza, o cavar via le unghie a chi non vuol parlare come già ai tempi de “I lancieri del Bengala” di Henry Hathaway con Gary Cooper e Franchot Tone nel 1935. Siamo ancora lì. Se la storia è risaputa, devo dire che le scene d’azione, soprattutto quelle a Praga sono notevoli, ma quasi un videogioco.
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Come insegnavano già i vecchi 007 italiani, basta spostarsi da una città all’altra del mondo per fare un film di acchiappo. Così si passa da Hong Kong a Baku e si infarcisce di attori internazionali il tutto, dal brasiliano Wagner Moura all’indiano Dhanush. Con questo caldo il film si vede, certo, ma non posso dire che mi è piaciuto, anzi. Inoltre è costruito per arrivare a una secoda parte, come qualsiasi episodio finale di una serie tv.
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Cercatevi invece su Mubi l’incredibile corto blasfemo che farà impazzire Dago da 18 minuti “Visions of Ecstasy” diretto nel 1989 da Nigel Wingrove con Louise Dawn come Santa Teresa d’Avila che ha le visioni mistiche e sogna di farsi Cristo sulla croce. O una lesbicata con una suora appesa per le mani modello tortura. Totale follia che è celebre per essere l’unico film inglese rifiutato dal British Board of Film Classification per blasfemia. Stracultissimo.
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