Marco Giusti per Dagospia
il braccio violento della legge.
Che vediamo stasera? In chiaro avete su Rai Movie alle 21, 15 un capolavoro di William Friedkin come “Il braccio violento della legge”, scritto da Ernest Tidyman con Gene Hackman, Fernando Rey, Roy Scheider, Marcel Bozzuffi, Tony Lo Bianco, che non vedete da chissà quanto tempo… Vinse cinque Oscar, film, regia, sceneggiatura, montaggio, Gene Hackman protagonista e Roy Scheider non protagonista. E’ il primo film dove i poliziotti violenti come Gene Hackman, che interpreta Jimmy Doyle detto Popeye, sono fighi come i criminali francesi, che sono uno spettacolare Fernando Rey e i fantastico Marcel Bozzuffi in vacanza a New York.
il braccio violento della legge
Ma la differenza la fa soprattutto la regia di William Friedkin, che si inventa un modo di fare cinema mai visto primo che segnerà un’epoca. Pensate solo al lungo, pericolosissimo inseguimento girato senza permessi (ma quando mai glieli avrebbero dati…), che verrà copiati da i maestri del poliziesco all’italiana, da Enzo G. Castellari a Ciro Ippolito. Fu Howard Hawks, padre della fidanzata di Friedkin del tempo, a dirgli di accettare la regia del film, ma di metterci "un bell’inseguimento di macchine. Fanne uno meglio di chiunque altro ne abbia mai fatte”.
il braccio violento della legge
E Friedkin seguì la lezione di Hawks. Le scene più pericolose, leggo, le gira dentro all’auto lo stesso Friedkin come operatore, perché gli altri erano sposati con figli e lui no, e al posto di Gene Hackman c’è Bill Hickman, stuntman provetto, che aveva già fatto molte scene pericolose in “Bullitt” e era stato amico di James Dean e presente il giorno della sua morte. La storia è ripresa dal libro di Robin Moore “The French Connection” e Hackman e Scheider interpretano i veri poliziotti Eddie Egan e Sonny Grosso che hanno due ruoli minori anche nel film.
il braccio violento della legge
Leggo che Fernando Rey arrivò per sbaglio al posto di Francisco Rabal, che era l’attore che Friedkin voleva avendolo visto nei film di Bunuel. Ma Rabal non parlava una parola di inglese, mentre Rey, che aveva girato una marea di film americani in Spagna, sì. Curiosamente, sia James Caan che Peter Boyle, fresco del successo del “Cittadino Joe”, rifiutarono il ruolo di Popeye. Boyle perché aveva visto che interpretando un personaggio violento e razzista il pubblico lo aveva preso per un eroe e non per un pazzo esaltato. Se avesse interpretato anche Popeye, poliziotto razzista e violento, la cosa sarebbe precipitata. Hackman si vergognava di dire e fare quello che che doveva dire e fare il suo personaggio.
la verita negata
Altri film da vedere? Direi “La verità negata”, Tv2000 alle 20, 55, ottimo legal drama sul negazionismo grazie a tre grandi attori, Tom Wilkinson, Timothy Spall e Rachel Weisz, alla bellissima sceneggiatura di David Hare (The Hours, The Reader) e a una più che solida messa in scena di Mick Jackson (The Bodyguard). Qui tutta la macchina da film processuale si adatta perfettamente a un celebre caso dibattuto nei tribunali inglesi neanche troppi anni fa, che fece il giro del mondo tra la fine di un secolo e l’inizio del nuovo.
la verita negata 1
Quello legato al “negazionista” dell’Olocausto David Irving, storico inglese con simpatie naziste, razzista e antisemita, che fece causa alla giornalista e attivista ebrea-americana Deborah Lipstadt per quello che lei aveva scritto in un suo libro del 1993 contro di lui edito dalla Penguin Books.
LA VERITA NEGATA
In pratica Irving, grazie al cosiddetto Rapporto Leuchter, riteneva che Hitler e i suoi uomini non avessere mai né progettato né compiuto a Auschwitz, a Majdanek, a Treblinka lo sterminio in massa degli ebrei. Era una bugia messa in giro dagli ebrei. E si sentiva per questo diffamato dalla Lipstadt. In pratica è lei, interpretata qui da Rachel Weisz, che si difende, grazie al favoloso avvocato inglese Richard Rampton, un ottimo Tom Wilkinson, dalle accuse del perfido Irving, un perfetto Timothy Spall. Il rovesciamento della causa, cioè avere il vero imputato della storia, il negazionista, come accusatore, funziona diabolicamente a livello spettacolare. E ci dice molto della giustizia inglese e dei suoi metodi.
assassins 1
Su Iris alle 21 avete l’action di Richard Donner “Assassins” con Sylvester Stallone, Antonio Banderas, Julianne Moore. Si vede, si vede. Cine 34 alle 21 propone uno dei primi western con Bud e Terence, non ancora Trinità e Bambino, “I quattro dell’Ave Maria”, diretto da Giuseppe Colizzi, che li aveva lanciati in “Dio perdona io no”, con Eli Wallach, Bud Spencer, Terence Hill, Kevin McCarthy, Brock Peters, Steffen Zacharias. un western-con-il-colpo con quattro buoni protagonisti costruito tipo Il buono, il brutto, il cattivo. Bud Spencer ha dichiarato che una grande esperienza fu l’incontro con il loro co-protagonista americano.
i quattro dell ave maria 4
“Eli Wallach ne I 4 dell’Ave Maria è quello che mi ha insegnato tutto, da lui ho imparato come da nessun altro. In quel film i protagonisti eravamo noi perché Terence e Brock Peters hanno fatto meno”. Nel ricordo di allora, il film era un po’ lungo, non così divertente e soffriva un po’ di leonismo, cioè voler fare un film epico quando non c’era tanto di epico da raccontare. Remo Capitani ricorda di aver fatto una spettacolare caduta da cavallo, in Spagna.
i quattro dell ave maria 3
“Io entravo e facevo una caduta da cavallo, con tutta la banda dietro. A Colizzi gli ho fatto mettere tre macchine da presa. Poi non so quale ripresa ha montato. Il film era bello. Io avevo scene con tutti. Molte sono state tagliate. Facevo Cangaceiro, il capo di una banda. Eli Wallach era un professionista serio. Aveva tutto il copione in testa quando arrivava sul set e si incazzava se si cambiava l’ordine delle riprese. Brock Peters era bravissimo. Lo abbiamo girato in Almeria, nel deserto. Quando mi ammazzano stavamo a San José.” Marcello Gatti lascia il set rifiutandosi di lavorare come direttore della fotografia oltre le dodici ore al giorno per Colizzi che gli sembrava un po’ fuori di testa e faceva orari impossibili.
jurassic park iii 1
Su Canale 20 alle 21, 05 avete “Jurassic Park III” di Joe Johnston con Sam Neill, William H. Macy, Téa Leoni, Laura Dern, Alessandro Nivola. Chi se lo ricorda più… Ricordo carino “Richie Rich. Il più ricco del mondo”, commedia con Macaulay Culkin ancora ragazzino diretta da Donald Petrie con John Larroquette, Edward Herrmann, Christine Ebersole. Magari è più divertente il musical “New York Academy” di Michael Damian con Keenan Kampa, Nicholas Galitzine, Jane Seymour, Paul Freeman, Maia Morgenstern, Rai 5 alle 21, 10. Non male il fanta-thriller “La notte del giudizio” di James DeMonaco con Ethan Hawke, Lena Headey, Max Burkholder, Adelaide Kane, Edwin Hodge, Rhys Wakefield, dove per dodici ore, una volta all’anno, gli americani permettono, senza punizione, qualsiasi tipo di crimine per fare sfogare i pazzi del paese. Più realistico che fantasy, insomma…
bad boys for life 1
Rai Due alle 21, 20 si butta nel super-action con “Bad Boys for Life”, sequel del celebre “Bad Boys” diretto dagli emergenti Adil El Arbi e Bilall Fallah con i poliziotti di Miami Will Smith e Martin Lawrence contro i narcos, Joe Pantoliano, Paola Núñez, Vanessa Hudgens. In tutto il mondo incassò un botto, 426 milioni di dollari. Prima del covid… Ci sarebbe anche, su Italia 1 alle 21, 20, un altro action, stavolta con Liam Neeson uomo della sicurezza che deve salvare 200 passeggeri a bordo di un aereo sul volo New York – Londra, “Non-Stop”, diretto dallo specialista Jaume Collet-Serra con Liam Neeson, Julianne Moore, Michelle Dockery, Lupita Nyong'o, Nate Parker.
i ragazzi stanno bene
Su La7D alle 21, 30 passa l’ormai lesbo-classic “I ragazzi stanno bene” di Lisa Cholodenko con Julianne Moore e Annette Bening, coppia rodata di moglie&moglie da vent’anni con tanto di figli, Mia Wasikowska e Josh Hutcherson, avuti via inseminazione artificale, anche se Julianne Moore va a trovare il donatore e si ritrova il baldanzoso Mark Ruffalo e, insomma, la tradisce. Cosa fare?
sicario 4
Passiamo alla seconda serata con il bellissimo poliziesco “Sicario” di Denis Villeneuve, scritto da Taylor Sheridan, con Emily Blunt, Josh Brolin, Benicio Del Toro, Jon Bernthal, Jeffrey Donovan. Grandi attori, grande regia, grande musica. Difficile avere di meglio. L’entrata a Ciudad Juarez da antologia. Cine 34 alle 23, 30 tira fuori dalla naftalina il primo “I soliti idioti”, duretto da Enrico Lando con Biggio e Mandelli. “Dai cazzo!” Uscì in 550 copie. “Ma che paese è questo?” si domandano i protagonisti del film, il nerd Gianluca (Biggio) e il terribile padre romano Ruggero “Dai cazzo!” De Ceglie (Mandelli) di fronte alla coda in autostrada per un incidente stradale. Loro, scambiato il Jaguar con un’autoambulanza per avere il via libera sulla corsia di servizio, passano via senza neanche soccorrere il malconcio.
i soliti idioti il film 8
Figlio stretto del capolavoro di Dino Risi “I mostri” (a Dino sarebbe piaciuto, così volagre e sgangherato), ma anche della cultura della gloriosa MTV italiana, della digestione rapida del romano di Sordi-Verdone-Funari-Cipolla, “I soliti idioti” è qualcosa di più del tentativo di Valsecchi di ripetere il successo di Zalone&Nunziante. Ruggero, il padre sboccato e truculento (fra i suoi top: “Me se rantola il culo”, “Chi è? Sto cazzo!”, “Me sta a venì ’na prostata grande come ’na noce de cocco!”) è il più perfetto esempio di come i nostri ragazzi vedono la generazione che li ha preceduti e che li sta mandando alla rovina. Stretti, con l’amore paterno, in un rapporto sadomaso dal quale non c’è via di uscita.
i soliti idioti il film 4
“Ma che giornata po-po-popio-de-merda!”, ripete Ruggero alla fine di un percorso che, seguendo il celebre episodio di Risi con Tognazzi padre che educa al male il figlio, lo porterà a Roma, colpendo ogni ciclista che incontra, spingendolo agli spinelli, invitandolo a cena da un bel gruppo di mignotte, cercando di farlo scopare, solo per vincere una scommessa con il suo trucidissimo amico Chicco, con certa Irina Ciancikova, la bella Madalina Ghenea, testimonial del marchio Smutandatissima. Lei ci starebbe, si prodiga pure in una rielaborazione del celebre striptease di Sofia Loren in “Ieri, oggi, domani” di fronte a Gianluca. Rivela pure di essere zoppa per non avere solo il ruolo della figona….
i 2 soliti idioti 1
E’ un peccato che dopo un inizio abbastanza folgorante, con una serie di volgarità da far impallidire il Cipolla, il film perda un po’ di centro. Troppe canzoncine, intanto, che a parte qualche perla, come quella del gay che pensa di essere incinto (“sarà il figlio del futuro, lo partirirò dal c…”), rallentano il ritmo e non funzionano sempre da momenti distensivi del racconto. Nella seconda parte, poi, si perdono completano gli altri episodi, sempre con Biggio e Mandelli protagonisti, che, nelle intenzioni degli autori, avrebbero dovuto formare una specie di film corale con tutti i personaggi noti della sitcom. Fu un grande successo. Subito dopo, stesso canale, avete anche “I 2 soliti idioti”.
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La 7D alle 23, 30 gli mette contro lo spettacolare “I segreti di Brokeback Mountain”, grande western gay diretto da Ang Lee con Jake Gyllenhaal e Heath Ledger, che si amano, le donne, Michelle Williams e Anne Hathaway, che quasi scompaiono. Devo dire che abbiamo buoni film stasera. Passa pure “Shutter Island” di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Michelle Williams, strepitoso thriller fulleriano dove niente è come sembra. E ci si casca sempre.
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Su Rete 4 alle 0, 55 torna il mitico “Casotto” di Sergio Citti con Jodie Foster ragazzina incinta, che il nonno perfido di Paolo Stoppa vuole fare sposare a un Michele Placido scemotto con slip messo mare (“la palla!), la coppia numero uno del cinema coatto di sempre, cioè Franco Citti e Gigi Proietti che si levano i pedalini e si vergognano dei loro piedi zozzi (“ci credo, nun ce stiamo mai fermi”), Catherine Deneuve, Mariangela e Anna Melato che circuiscono Ugo Tognazzi. Uno spettacolo. Su 7Gold all’1 passa un rarissimo “Ca$h. Paga o muori”, thriller di Stephen Milburn Anderson con i fusti Sean Bean, Chris Hemsworth, Victoria Profeta, Mike Starr.
la spia russa
Rai Movie all’1, 10 si butta sul mai visto, da me, “La spia russa”, spy anglo-canadese diretto da Shamim Sarif con Rebecca Ferguson, Charles Dance, Antje Traue, Sam Reid, Anthony Head, ambientato durante la guerra fredda negli anni ’50, con Rebecca Ferguson che lavora segretamente per gli americani, ma si innamora dell’uomo che dovrebbe spiare. Su Iris all’1, 50 passa “Il trionfo dell’amore” diretto da Clare Peploe, tratto da Marivaux, scritto e prodotto da suo marito, Bernardo Bertolucci, con Mira Sorvino, Ben Kingsley, Jay Rodan, Fiona Shaw, Ignazio Oliva, giocosa rilettura cinefila e coltissima di temi renoiriana. Troppo sofisticato…
la battaglia dei giganti
Su Iris alle 3, 45 passa un filmone di guerra girato in Spagna come “La battaglia dei giganti” di Ken Annakin con Henry Fonda, Robert Shaw, Robert Ryan, Dana Andrews, George Montgomery, Charles Bronson, Telly Savalas e il mio amico Robert Woods. Allora era uno spettacolo. Chiudo con un rarissimo eurospy che non vedo da allora, “Da Berlino l’apocalisse” diretto dal modesto Mario Maffei con bel cast di coproduzione, Roger Hanin, Margaret Lee, Peter Carsten, Claude Dauphin. Diciamo che è un’ultima avventura apocrifa del Tigre di Roger Hanin. Qui non impersona Louis Rapiere, il Tigre, ma un certo Julien Saint-Dominique, che è più o meno la stessa cosa.
da berlino l'apocalisse 3
E la distribuzione francese battezza il film con il nome del Tigre (Le tigre sort sans sa mère). Questo falso Tigre se la vede, in quel di Berlino, con il caso di uno scienziato rapito da agenti della Germania dell’Est. Ci sono di mezzo la bella figlia dello scienziato, Helga Sommerfeld, un’altra bella ragazza che sembra in pericolo, Margaret Lee, ma che in realtà lavora per il nemico, oltre a un agente ucciso dai cattivi.
da berlino l'apocalisse 2
Dopo una serie di colpi di scena e di rivelazioni, l’azione si sposta in Messico e poi ritorna a Berlino e si capisce che l’agente ucciso dai cattivi, non solo non è morto, ma è l’ideatore di un piano criminale per scatenare una guerra mondiale. Migliore di altri film di Maffei. Matt Blake lo preferisce anche ai due Tigre originali di Chabrol. Magari è un po’ troppo. Ultimo film prodotto da Emo Bistolfi, glorioso produttore generose della prima fase dei nostri spaghetti western. Morirà improvvisamente.
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