Marco Giusti per Dagospia
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E in chiaro che vediamo? Su Iris alle 21 passa il vecchio western con indiani e soldati “I trecento di Fort Canby” diretto nel 1961 da Joseph M. Newman, il regista di “Cittadino dello spazio”, scritto da uno specialista come James Warren Bellah, lo sceneggiatore dei film sulla Cavalleria di John Ford, con Richard Boone, George Hamilton, Luana Patten, Richard Chamberlain, Slim Pickens. All’epoca fu un terribile flop, malgrado cast e sceneggiatura. Ricordo che non mi sembrò bellissimo, c’era qualcosa di mollo nel cast e nella regia. Troppo televisiva. Magari vi divertite di più con “Non si ruba a casa dei ladri” diretto da Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Manuela Arcuri, Maurizio Mattioli, Cine 34 alle 21.
Vi ricordo qualche battuta. “A te la grande bellezza te fa na pippa!”. “Er culo cosa?”. “Tié, a te e a Dea Laurentiis!” Che bellezza! Qui i Vanzina sono pieni di buone idee comiche sulla volgarità romana di politici, acchiappone, facilitatori. “Politicamente, da che parte sta?”- “Mah, adesso l’importante è starci, facilitare…”. Sui trafficoni che hanno i soldi in Svizzera e sulla facilità di perdere tutto. E sui meccanismi della corruzione al ritmo della frase di Giovenale “A Roma tutto ha un prezzo”, giustamente citata come epigrafe finale del film.
i trecento di fort canby
Sono di scena un trafficone romano, Antonio Russo, e la sua donna Lori, cioè un Massimo Ghini con un capello rossiccio e una Manuela Arcuri volgarissima e ignorantissima (“Il dado è tratto” – “Dado chi?”) che per facilitare la scelta di un’impresa delle pulizie rispetto a un’altra per un appalto, distruggono la felicità di un’altra coppia, quella formata dal napoletano Simone Santoro, Vincenzo Salemme, e da sua moglie torinese Daniela, Stefania Rocca, titolari, appunto, di una piccola impresa. Ridotti in miseria i Santoro trovano lavoro come camerieri proprio nella villa dell’infamone responsabile del loro disastro.
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E tramano una vendetta alla American Hustle, cioè una truffa che lo ridurrà in mutande. Nella truffa sono coinvolti un altro truffato romano, Giorgio, Maurizio Mattioli, finito a far l’autista, una giovane attore cane, Lorenzo Bonucci, e una bella bionda, Ria Antoniou. Fra i truffati troviamo un banchiere svizzero, il grande Teco Celio, che fa qui il suo esordio nella commedia vanziniana dopo anni di ruoli e ruolini nella commedia del nord. Su Canale 20 alle 21, 05 avete anche lo spy piuttosto stracult “Atomic Blond” diretto da David Leitch con Charlize Theron, James McAvoy, John Goodman, Til Schweiger, Eddie Marsan, Sofia Boutella. Cinque anni di preparazione, due denti rotti nelle scene d’azione, un botto di vodka con ghiaccio (“Stoli on Ice”, segnate), perfino il bagno nei cubetti di ghiaccio…
non si ruba a casa dei ladri
Charlize Theron protagonista e produttrice non arretra di fronte a nulla per interpretare questa fredda, violentissima spia bionda lesbica, già protagonista della graphic novel “The Coldest City” di Sam Hart e Antony Johnston. Il film si vedicchia, ben confezionato, con una colonna sonora strepitosa di canzone fine anni ’80 che devono descrivere la Berlino poco prima del crollo del Muro nel 1989. Sentiamo così David Bowie (“Cat People” e “Under Pressure”), i New Order (“Blue Monday”), George Michael (“Father Figure”), Falco (“Der Kommissar”, ma non la esegue lui), i Clash (“London Calling”), i Depeche Mode (“Behind the Wheel”).
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Le cose migliori di questa avventura a fumetti con una Charlize Theron anche troppo metallica alla fine sono le canzoni, gli abiti e le scarpe firmatissime della protagonista, con tanto di esaltazione del tronchetto Dior, una bella ma forse inutile citazione di Stalker di Tarkovsky che un gruppo di cinephiles vedono a Berlino Est, la scena lesbo tra la protagonista e la bonissima Sofia Boutella di Klingsman, che aggiunge una stravaganza al film che non c’era nel fumetto. Ma James McAvoy, fresco di personalità multiple in Split di Shyamalan (stanno girando il sequel, Glass), è un po’ sprecato, come sono un bel po’ sprecati John Goodman, Toby Jones, Eddie Marsan, tutti grandi attori che fanno spioni o infamoni. Per non dire del grande Til Schweiger, uno dei bastardi tarantiniani, che riconoscerete nel ruolo dell’orologiaio.
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O di star del cinema che fu come Barbara Sukowa ridotta a comparsa. Avrei preferito vederla in Don Matteo… Molto divertente, almeno quando uscì, “Niente da dichiarare?” di Dany Boon con Benoît Poelvoorde, Dany Boon, Julie Bernard, Karin Viard, François Damiens, dove due doganieri, uno belga e uno francese dovranno lavorare assieme dopo il trattato di Schengen. Su Rai Movie alle 21, 10 passa un filmone come “Terminator” di James Cameron con Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton, Michael Biehn, Paul Winfield, Brian Thompson. E su Cielo alle 21, 15 uno delle decine di action girati da Liam Neeson in questi anni, “Honest Thief” diretto da Mark Williams con Liam Neeson, Kate Walsh, Jai Courtney, Jeffrey Donovan, Anthony Ramos, Robert Patrick. Su Canale Nove alle 21, 25 trovate Kurt Russell pronto a difendere la famiglia in “Breakdown. La trappola” diretto dal non geniale Jonathan Mostow con Kurt Russell, J.T. Walsh, Kathleen Quinlan, Rex Linn.
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Passiamo alla seconda serata con una commedia di Vincenzo Salemme, “Volesse il cielo” con
Vincenzo Salemme, Tosca D'Aquino, Maurizio Casagrande, Biagio Izzo, Cine 34 alle 22, 50, dove un ispettore trova uno sconosciuto che ha perso la memoria in un cassonetto. Su Cielo alle 23, 15 tornano le scatenate Elena Anaya e Natasha Yarovenko che scopano per tutto il film nella loro stanza d’albergo in “Room in Rome” diretto da Julio Medem. Su Iris alle 23, 20 avrà forse meno attrattiva il vecchio western “La maschera di fango” diretto nel 1952 da André De Toth, uno dei grandi registi guerci di Hollywood (con Fritz Lang, John Ford, Raoul Walsh, Tex Avery). Con Gary Cooper ci sono Phyllis Thaxter, David Brian, Lon Chaney jr., Paul Kelly, Philip Carey. Uscì insieme a “Mezzogiorno di fuoco” di Fred Zinnemann, molto più famoso, ovvio. Alla Warner non volevano che un eroe limpido e senza macchie come Gary Cooper facesse, seppur da infiltrato, il traditore. Ma De Toth li convinse.
massimo ghini manuela arcuri non si ruba a casa dei ladri
Faceva ridere “Ho vinto la lotteria di Capodanno” diretto da Neri Parenti con Paolo Villaggio, Antonio Allocca, Camillo Milli, Giampaolo Saccarola, Margie Newton, Cine 34 alle 0, 45. Allora si poteva costruire un film davvero con poco. Nemmeno Sidney Lumet con l’aiuto di un parrucchino riuscì a far recitare Vin Diesel, come dimostra “Prova a incastrarmi” con Vin Diesel, Annabella Sciorra, Ron Silver, Alex Rocco, Linus Roache, Peter Dinklage, Iris all’1, 15, legal comedy con i mafiosi del clan Lucchese nel processo più lungo della storia americana. Però il cast, con Peter Dinklage e Annabella Sciorra promette parecchio. Leggo che “se non sapete che state guardando Vin Diesel, non ve ne accorgete. E è un complimento”.
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Su Cine 34 alle 2, 20 passa un classico del poliziottesco all’italiana, “La polizia incrimina, la legge assolve” diretto da Enzo G. Castellari con Franco Nero, Fernando Rey, Delia Boccardo, Silvano Tranquilli, James Whitmore. Favoloso, se siete ancora sveglio, il melo ultracinefilo dominato da Klaus Kinski come King Lear, se non sbaglio, “L’importante è amare”, diretto da Andrzej Zulawski con Romy Schneider, attrice caduta in disgrazia, sposata al critico di film serie B Jacques Dutronc, che recita con Klaus Kinski, e si innamora del bel Fabio Testi.
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Romy Schneider lo considerava il suo ruolo migliore e Pedro Almodovar si ispira al suo personaggio per “Tutto su mia madre”. Christopher Frankl, autore del libro che dette vita al film, lo considera un capolavoro. Da registrare subito. Attenzione che la copia italiana, lunga solo 105’, è censurata nelle scene erotiche e violente. Questa sembra lunga 115’. Ci sarebbe ancora spazio per “Somewhere” di Sofia Coppola con Stephen Dorff, Elle Fanning, Benicio Del Toro, Laura Chiatti, Michelle Monaghan, Iris alle 3, 25, bel film sulla tristezza degli attori americani.
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Stephen Dorff, che fa l’attore in giro con la figlia, Elle Fanning, in Italia nella serata dei Telegatti, presentata da Valeria Marini e Nino Frassica (scena stracultissima), prese il posto del povero Heath Ledger. Chiudo con “La peccatrice”, mélo esotico diretto da Pier Ludovico Pavoni con la bellissima Zeudi Araya, Franco Gasparri, Ettore Manni, Clara Calamai, Francisco Rabal, Rete 4 alle 4, 30.
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