Marco Giusti per Dagospia
io capitano 6
Ammesso che l’unico film davvero da vedere è ormai quello composto dalle inchieste di Report sul caso Sgarbi e la tela di Rutilio Manetti con candela o senza e con finalone a sorpresa con le inevitabili dimissioni da sottosegretario alla Cultura (e mo’ chi ci mettono, Viperetta?), vi devo avvisare che su Sky trovate film nuovissimi come “Wonka” di Paul King con Timothée Chalamet o “Io capitano” di Matteo Garrone. Su Netflix trovate addirittura il corto candidato agli Oscar “The After” di Misah Harrison con David Oyelowo e Jessica Plummer, 18 minuti.
sexy beast
Su Paramount avete la serie nuovissima, ma stroncatissima dalla critica internazionale, “Sexy Beast”, ispirata al bellissimo film di Jonathan Glazer dallo stesso titolo sui gangster inglesi degli anni ’90, con James McArdle, Emun Elliott, Tamsin Greig, Stephen Moyer, Sarah Greene. E’ invece esaltata, 89% su Rotten Tomatoes, la versione moderna e seriale del celebre “Mr. and Mrs Smith”, celebre action comedy con una coppia di spie letali che si fa passare per marito e moglie, qui con il duo Donald Glover, Maya Erskine. Glover è anche ideatore e sceneggiatore assieme a Francesca Sloane della serie.
the elephant man
Fra gli attori vedo presenze illustri, Paul Dano, Alexander Skarsgard, Wagner Moura, Parker Posey, Ron Perlman, John Turturro, Ursula Corbero e Michaela Coel. Praticamente è il remake seriale del film con Brad Pitt e Angelina Jolie, mentre ruba solo il titolo al “Mr. and Mrs. Smith” con Carole Lombard e Robert Montgomery diretto nel 1941 da Alfred Hitchcock. Ma se avete voglia e tempo, aprite Mubi e troverete ben tre film di David Lynch, “The Elephant Man”, la storia del deforme David Merrick con John Hurt, Anthony Hopkins, Anne Bancroft, prodotto da Mel Brooks, "Mulholland Drive” con Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, e “Inland Empire” con Laura Dern, il più lungo (180 minuti) e il meno bello.
mulholland drive
I primi due sono due capolavori. “The Elephant Man” ci fece capire che genio che fosse Lynch e che potenziale aveva, anche se in Italia i critici dei giornali, come Kezich, lo presero per un promettente regista inglese (sob!), “Mulholland Drive” rilanciò del tutto la stella di Lynch dopo che i film di Tarantino gli avevano tolto la scena madre dei grandi festival come Cannes e molto dell’amore dei cinephiles.
robert deniro mickey rourke
Sempre su Mubi gradirete molto, ne sono sicuro, sia lo spettacolare “Ghost Dog” di Jim Jarmusch, versione americana, nera e rap di “Le samourai” di Jean Pierre Melville con Forrest Whitaker al posto di Alain Delon, sia il violento, ma affascinante thriller demoniaco “Angel Heart” di Alan Parker con Mickey Rourke, Lisa Bonet, Charlotte Rampling e un Robert De Niro in versione mefistofelica. Occhio che ci sono grandi nomi del blues, Brownie McGhee, Pinetop Perkins. I censori americani vollero un taglio di 10 secondi sulla scena di sesso, clamorosa, fra Lisa Bonet e Mickey Rourke.
Non so se la vedrete integrale su Mubi, ma penso di sì. Nessuno di loro aveva girato qualcosa di simile. Leggo che andarono avanti tre ore. Al tempo rimanemmo tutti colpiti. Lisa Bonet, appena diciottenne, aveva interpretato solo la figlia di Bill Cosby in tv. De Niro e Rourke non solo non si parlarono mai sul set, ma nemmeno negli anni successivi. Mai scoperto il perché di tanto odio.
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