Marco Giusti per Dagospia
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Che vediamo stasera? La seconda puntata di “penguin” con Colin Farrell ovviamente me la vedo. Ma guardate che in chiaro abbiamo una seratina piena di buoni film. Come “The Hateful Eight”, Rai Movie alle 21, 10, lo stagy-western girato in 70mm da Quentin Tarantino con la vecchia cinepresa di "Khartoum" di Basil Dearden. Me lo ricordo "Khartoum" al cinema. Era una bomba. Ma in tv oggi sembra noiosissimo. Anche “The Hateful Eight” perde molto in tv, chi lo ha visto in 70mm a RBoma o a Milano sa esattamente cosa dico.
the hateful eight
Perché a Tarantino serviva una visione che cogliesse tutto ma proprio tutto dei suoi set, che in realtà sono la locanda dove si svolge l’80% del film, la carrozza dove Kurt Russell accoglierà Samuel L. Jackson, e qualche paesaggio innevato. Magari tutti i colpi di scena del film, una volta che li sapete non saranno più colpi di scena, ma i personaggi, a cominciare dalla bitch Jennifer Jason Leigh in attesa che la sua banda venga a liberarla a Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Tim Roth, Walton Goggins sono incredibili.
Nel giorno dei 60 anni di Monica Bellucci Cine 34 alle 21 propone il suo film più famoso, “Malena” di Giuseppe Tornatore con Giuseppe Sulfaro, Luciano Federico, Daniele Arena, una specie di “Malizia” più ambizioso. Canale 20 alle 21, 05 passa il divertente ma non bellissimo “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini” diretto da Chris Columbus con Logan Lerman, Kevin McKidd, Alexandra Daddario, Brandon T. Jackson, Uma Thurman. Sean Bean, Rosario Dawson, Pierce Brosnan. L’idea è quella di un nuovo Harry Potter con gli dei dell’Olimpo.
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Il risultato è così così. Su Canale 27 alle 21, 10 avete “Beverly Hills Cop”, classicone di Martin Brest con Eddie Murphy poliziotto nero di Detroit a Los Angeles, Lisa Eilbacher, Judge Reinhold, John Ashton, Ronny Cox, Steven Berkoff. Gran parte delle battute comiche di Eddie Murphy e dei suoi partner sono improvvisate. Lo script, pensato per Stallone protagonista, che non si pensava adatto alla commedia, venne riscritto tante di quelle volte che Brest preferì seguire i suoi attori. Piacque talmente ai boss della Paramount che appena lo videro in anteprima decisero di farlo uscire in 2000 sale e di mettere in piedi subito un sequel.
lady gaga bradley cooper a star is born
Su La5 alle 21, 10 mi sembra il giorno giusto per vedere l’ultima versione di “A Star Is Born”, diretta e interpretata da Bradley Cooper, ma ideata e supervisionata da Clint Eastwood, con una spettacolare Lady Gaga nel ruolo non tanto di Judy Garland quanto in quello di Barbra Streisand. Metterli insieme, scrivevo quando vidi il film a Venezia, è stata una bella scelta, perché i due funzionano bene sia nelle scene romantiche e drammatiche sia nei numeri musicali, anche se un'ombra di gusto XFactor rovina l'operazione. Già nella versione, la terza, con Barbra Streisand e Kris Kristofferson diretta nel 1976 da Frank Pierson i protagoniati non erano più due attori di cinema, ma due cantanti, uno folk rock in discesa e una tendente pop in salita. Ideato per James Taylor che lo rifiutò, venne poi offerto dalla Streisand a Elvis.
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Ma Kristofferson, ubriaco davvero anche sul set, dette al personaggio il glam vero che tenta di riprendere Cooper, mentre la Streisand, canzoni a parte e mal di pancia che ebbero tutti a sopportarla sul set portò da subito quella qualità queer rock che ci ritroviamo oggi anche in Lady Gaga. Viene ripreso dal film di Pierson, anche il fratello manager e badante del cantante, Bobby, qui interpretato da un notevole Sam Elliott e allora da Gary Busey. Diciamo che la prima parte del film, esattamente come in tutte le altre versioni, funziona meglio della seconda, con lo scivolamento nel melo. Le modernità, la scena ai Grammy Awards, il Saturday Night Life con Alec Baldwin, non portano molto al film, ma Lady Gaga è comunque notevole, soprattutto quando canta "La vie en rose" nel locale queer, e quando duetta con Cooper. Nel finale si piange.
samuel l. jackson the hateful eight
Cielo alle 21, 15 passa uno dei più riusciti film di Yorgos Lanthimos, “The Lobster”, con Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, Olivia Colman, Aggeliki Papoulia. L’idea, da fantasy moderno, è che se non riesci a trovarti un compagno o una compagna entro un certo tempo, verrai trasformato in un animale da chi detiene il potere. Hai solo la possibilità di scegliere. Che volete diventare, uno stambecco, un cane, un armadillo? Colin Farrel decide per l’aragosta. Questa la premessa di questa favola fantascientifica che divise parecchio il pubblico dei critici a Cannes, dove però si aggiudicò il premio della Giuria. Va detto subito che il film, scritto assieme a Efthimis Filippou. coprodotto da mezzo mondo e girato in gran parte in irlanda, non è né facile né gradevole, ma volutamente oscuro e sgradevole, pieno di humour nero tra Azcona e Ferreri, ma senza la loro leggerezza.
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Lascia comunque il segno e il regista non perde la sua integrità e la sua visione assurda del mondo che cerca di descrivere, pur favolisticamente e con toni apocalittici, la mancanza di sentimenti dei poteri forti europei. In un mondo che potrebbe essere il nostro, gli uomini sono quindi obbligati a vivere in coppia. Chi rimane single è rinchiuso in un hotel-lager, dominato da una padrona, dove ha 44 giorni per trovare la sua compagna ideale. Se non la trova, verrà trasformato in un animale. A sua scelta. Il nostro protagonista, Colin Farrel, che arriva lì con il fratello Bob diventato un cane, sceglie come si è detto di diventare un'aragosta, perché vivono cento anni e possono procreare sempre. Beate loro.
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I giorni possono allungarsi se si colpiscono "i solitari", ribelli che vivono nel bosco. Ogni ribelle colpito, un giorno in più. Una donna senza cuore ne ha colpiti più di cento. Arrivato alla fine dei 44 giorni, Colin Farrell, dopo un tentativo di coppia poco riuscito proprio con la donna senza cuore, Angeliki Papoulia, che gli uccide il fratello, scappa e va a vivere con una banda di ribelli nella foresta guidato da una rivoluzionaria, la bella Léa Seydoux, che impone a tutti la condizione di solitario. Niente sesso, insomma, niente relazioni, chi trasgredisce verrà duramente punito.
In pratica è un’altra versione, ma sempre al femminile, della normalizzazione di coppia dell'hotel-lager. Colin Farrel, che si innamorerà presto della bella ribelle Rachel Weisz, dovrà anche in questo caso fingere di non avere i sentimenti che ha. Su Rai5 alle 21, 15 occhio al bel film di Costanza Quadriglio “Sembra mio figlio” con Tihana Lazovic, Basir Ahnang, Dawood Yousefi, dove un bambino scappato dall’Afghanista che da annio vive con il fratello in Europa dovrà fare i conti col proprio passato. Confesso che mi vedrei molto volentieri il narco-action “Colombiana” di Olivier Megaton con Zoë Saldana killer d’alta classe alla ricerca però degli assassini dei genitori, Amandla Stenberg, Michael Vartan, Cliff Curtis, Callum Blue, Jordi Mollà.
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Raro vedere Zoë Saldana recitare con la propria faccia. Di un capolavoro del cinema moderno come “Lo squalo” di Steven Spielberg con Robert Shaw, Roy Scheider, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary, Iris alle 21, 25, che vi devo dire? Sapete già tutto. Non era affatto male “L’uomo sul treno”, più mystery che action diretto da Jaume Collet-Serra con Liam Neeson che si ritrova intrappolato dalla perfida Vera Farmiga in un gioco di morte sul treno pendolari che ben conosce. Ci sono anche Patrick Wilson, Sam Neill, Elizabeth McGovern, Jonathan Banks, TV8 alle 21, 30. Qui Liam Neeson è molto più mesto e bastonato del solito. Certo che reagisce, ma quasi per dovere di copione. E deve far sentire la stanchezza, almeno psicologica, del suo personaggio. Nel film interpreta un pendolare sessantenne, Michael MacCauley, ex poliziotto, con bella moglie, Elizabeth McGovern, figlio pronto per il college quindi pieno di spese, e bella casa con mutuo da smaltire, che da un bel po’ d’anni prende il treno per New York dove lavora come assicuratore. Dal suo capo riceve la mazzata.
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Licenziato in tronco, troppo vecchio, rottamato. Non ci sono neanche i sindacati a difenderlo. Come dirlo a sua moglie? Dove troverà i soldi per i tanti mutui che ha aperto? E’ la fine. Mentre, mestamente, torna a casa sul treno pendolari sull’orlo del suicidio, si imbatte in una bella donna misteriosa, Vera Farmiga, che gli propone un affaruccio. 70 mila dollari per scoprire l’intruso con valigetta sospetta nel treno che prende ogni giorno. Deve solo indicarlo. Ma chi potrebbe essere? Con l’acqua alla gola, decide di accettare l’offerta e si ritrova, poco alla volta, dentro un incubo che gli spettatori vedranno con una certa tensione. Perché scoprirà di essere caduto, ovviamente, in un tranello davvero pericoloso.
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Solo le sue doti di ex poliziotto e la memoria di altri cento film che ha girato quando davvero gli rodeva lo aiuteranno a portare a termine la vicenda. Passiamo alla seconda serata con un horror neozelandese bruttino, “The Tank” diretto da Scott Walker con Luciane Buchanan, Mark Mitchinson, Matt Whelan, Jaya Beach-Robertson, Ascia Maybury. Casetta sulla spiaggia con mostro terribile che vi se magna. E’ una cazzata, ma me lo vedrei. Cine 34 alle 23, 20 propone l’opera seconda di Maria Sole Tognazzi, scritta assieme a Uvan Cotroneo, “L’uomo che ama” con gran bel cast, Monica Bellucci, Pierfrancesco Favino, Kseniya Rappoport, Marisa Paredes. Piera Degli Esposti. Lui ama lei ma lui pensa ancora a un’altra lei e lei pensa a un altro lui. Casino sentimentale. Però i film di Maria Sole Tognazzi non sono mai banali.
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Su Rai5 alle 23, 50 torna per i fan di David Bowie “Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” diretto da D.A. Pennebaker con David Bowie, Mick Ronson, Trevor Bolder, Mick Woodmansy in concerto. Su Iris a mezzanotte avete un capolavoro come “Psycho” di Alfred Hitchcock con Anthony Perkins, Janet Leigh, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam. Lo conosciamo a memoria. E’ vero. Magari non conoscete il Jesse James del 1939 di Henry King (e Irving Cummings per dieci giorni), tradotto da noi “Jess il bandito” con Tyrone Power come Jesse James, Henry Fonda come suo fratello Frank, Randolph Scott, Nancy Kelly, Henry Hull e John Carradine come il “little bastard” Bob Ford che lo fece secco sparandogli alle spalle, Rai Movie alle 0, 10. Da ragazzini ricordiamo il in bianco e nero, perché così venne dato nelle riedizioni degli anni ’60, ma era a colori, meravigliosi, di George Barnes.
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E infatti figura come il primo western in Technicolor e il primo film a colori di Tyrone Power. In tutto furono 13 i film girati nel 1939 a Hollywood col sistema dei three-strips della Technicolor. Non sapevo che i due cavalli di Frank e Jesse che si buttano nel dirupo gettandosi al mare non solo vennero forzati a farlo, ma rimasero stecchiti. Fu allora che gli animalisti insorsero e vedremo alla fine di ogni film la scritta "No Animals Were Harmed or Injured in the Production of this Film". Insieme a “Ombre rosse”, che uscì lo stesso anno, fu il film che fece tornare interesse per il western, considerato un genere superato che nessuno voleva più vedere. Andò così bene che fecero anche il sequel con Henry Fonda e Gene Tierney, “Il vendicatore di Jess il bandito”, diretto addirittura da Fritz Lang. Era il primo film della bellissima Gene Tierney. Avrebbe dovuto avere una focosa storia d’amore con Frank James, ma era ancora viva la vedova del bandito e la storia d’amore venne abbandonata.
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Rete 4 alle 2, 05 propone il raro musicarello “Lady Barbara” diretto da Mario Amendola con Renato dei Profeti, Paola Tedesco, Carlo Delle Piane, Franca Dominici. Iris alle 2, 20 passa “Fenomeni paranormali incontrollabili” diretto da Mark L. Lester, prodotto da Dino De Laurentiis, tratto da Stephen King con Drew Barrymore, George C. Scott, David Keith, Martin Sheen. Come ha spiegato il regista fu un film difficilissimo da girare proprio perché il fuoco era vero e non ricostruito digitalmente come si fa oggi. Doveva girarlo John Carpenter subito dopo “La cosa” con Richard Dreyfuss protagonista. Ma “La cosa”, che è un capolavoro, non andò benissimo e Carpenter ruppe con De Laurentiis.
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Venne sostituito anche lo sceneggiatore Bill Lancaster. De Laurentiis, che aveva pagato un milione di dollari solo per i diritti, ne pagò un altro per avere George C. Scott fresco di oscar. Stephen King disse di odiare il film, ma Lester ricorda che non solo ci collaborò, venne anche a trovarli sul set e tutto era come voleva lui. Cine 34 alle 3 propone “La monaca di Monza” diretto da Eriprando Visconti con Anne Heywood, Antonio Sabàto, Hardy Kruger, Carla Gravina, Tino Carraro, Luigi Pistilli, Margarita Lozano, Laura Belli e perfino Maria Michi. Vietatissimo al tempo (18 anni) ricordo che riuscii a vederlo e mi piacque pure. Non l’ho più rivisto.
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Anne Heywood aveva molti fan.Me lo ricordo piuttosto spinto. Magari vi divertite di più con il mezzo hard “Immagini di un convento” di Joe D'Amato con Paola Senatore, Marina Hedman, Paola Maiolini, Marina Ambrosini, Angelo Arquilla, Maria Rosaria Riuzzi. Ricordo che rimasi davvero stupito quando al cinema Filodrammatici di Trieste vidi la scena hard tra Marina Frajese con Donal O’Connor. Doveva essere uno stupro da fiction e invece facevano sul serio. Credo che non vedrete la scena stanotte… Iris alle 4, 15 propone il più tranquillo “La freccia nella polvere” dello specialista Lesley Selander con Sterling Hayden che aveva appena dichiarata alla commissione McCarthy di essere comunista e per questo venne schiaffati nei piccoli western della Allied. Con lui ci sono Coleen Gray, Keith Larsen, Tom Tully, Jimmy Wakely, Tudor Owen. Ma c’è anche Lee Van Cleef. E qui chiudo
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