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    IL DIVANO DEI GIUSTI – CHE VEDIAMO STASERA SE NON FESTEGGIAMO ANCORA LA VITTORIA DEL NAPOLI? IO HO FINITO IERI LA PRIMA STAGIONE DI “LA FAMIGLIA DEI DIAMANTI” SU NETFLIX, DA VEDERE. E IN CHIARO CHE VEDIAMO? MI SA CHE L’OFFERTA PIÙ INTERESSANTE IN PRIMA SERATA SIA IL RITORNO DI “IL MIO NOME È NESSUNO” - SU CIELO ALLE 21, 15 I NOSTALGICI DEL VECCHIO PORNO TROVANO “CASA DI PIACERE” – IN SECONDA SERATA SVEGLIA PERCHÉ TORNA “MUTANDE PAZZE”, UNICA REGIA DI DAGO, COMMEDIA SEXY-SATIRICA SULLA TELEVISIONE DI STATO E SUI SUOI VIZI PIÙ O MENO NASCOSTI… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

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    Che vediamo stasera se non andiamo al cinema a vedere “I Guardiani della Galassia vol. 3” o non festeggiamo ancora la vittoria del Napoli? Io ho finito ieri la prima stagione di “La famiglia dei diamanti”/”Rough Diamonds” su Netflix, ideata e diretta dall’eccellente regista israeliano Rotem Shamir di “Fauda” e codiretta dalla regista belga Cecilia Verheyden, una sorta di Padrino ambientato nel quartiere dei diamanti totalmente ebreo di Anversa, dove una famiglia ultraortodossa deve fare i conti con il mondo del crimine albanese, con la polizia internazionale e con le proprie ambiguità e, al tempo stesso, sopravvivere e far crescere dei bambini secondo la tradizione.

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     Protagonisti sono il bisteccone Kevin Janssens come Noah, l’unico fratello non ortodosso che torna da Londra con un figlioletto orfano e una suocera a capo di una banda di trafficanti di diamanti, Ini Massez come sua sorella Adina, l’unica con la testa, Robbie Cleiren come il fratello Eli, debole e pauroso, Marie Vinck come il grande amore di Noah, che lui ha lasciato anni prima lasciandola al fratello Yari, che si suicida nel primo episodio incapace di gestire l’azienda fra debiti e criminalità.

     

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     Anche se la somiglianza con il Padrino, magari perfino con Succession si sente, ambientazione originale, personaggi innovativi e una bella scrittura dove non ci sono puntate di puro riempitivo ne fanno una serie assolutamente da vedere. Ovvio che ci sarà una stagione due. Vi avverto. Da vedere, visto che al cinema non c’è nulla di nuovo, ci sarebbe anche “Silo”, ideata da Graham Yost e diretta da Morten Tyldum con Rebecca Ferguson, Tim Robbins, Iain Glen su Apple tv. Stasera ci provo.

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    E in chiaro, invece, che vediamo? Mi sa che l’offerta più interessante stasera in chiaro in prima serata sia il ritorno di “Il mio nome è Nessuno”, vecchio western prodotto da Sergio Leone e diretto da Tonino Valerii su sceneggiatura di Ernesto Gastaldi con Terence Hill e Henry Fonda, Canale Nove alle 21, 35. Per portare a termine questo progetto Leone parte da una sua idea rielaborata principalmente da Ernesto Gastaldi.

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    “Penso che sia il primo film che venne filmato precisamente come l’avevo scritto”, ha dichiarato lo sceneggiatore, Ernesto Gastaldi. “Tonino Valerii aveva paura di essere criticato da Sergio, così ha filmato le mie pagine esattamente come erano state scritte” (“Video Watchdog”). Ma soggetto e sceneggiatura, per non parlare poi della regia, attraversano fasi a dir poco complesse, dove si dimostra l’attaccamento di Leone al progetto.

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    Sergio Donati, ad esempio, ricorda che scrisse il primo soggetto durante il montaggio di Giù la testa, una specie di Ulisse western, dove il nome Nessuno è infatti quello che Ulisse dirà al Ciclope. Nella sua versione Ulisse è un capitano sudista che evade e si imbatte in mille avventure. Augusto Caminito invece ricorda che Sergio Leone non sapeva come portare avanti il film, tanto che ci lavorarono, a varie riprese, moltissimi celebri sceneggiatori, diciamo tutti quelli importanti che abitavano a Roma.

     

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    “Poi, solo Ernesto Gastaldi ebbe la forza di seguire Sergio per tutto il film”, dice Caminito. Ma fa i nomi di Age, Scarpelli, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. “Io stesso venni sequestrato da Leone con Elio Scardamaglia e Oreste Del Buono. Ci portò in quello che pensava fosse un posto tranquillo, l’Hotel Le Dune di Sabaudia. Non sapeva che per il weekend dovevano arrivare per il loro congresso annuale 200 parrucchieri.

     

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    Abbiamo costruito soprattutto delle gag. Siamo rimasti chiusi con Sergio per tre o quattro giorni. Sergio era insofferente di tutto. Non si sapeva ancora chi sarebbe stato il regista. Oreste Del Buono era vestito da gangster e lo prendevamo in giro perché gli dicevamo che aveva sbagliato film, quello era adatto a C’era una volta in America”.

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     In un primo tempo, come ricordano in molti, non si sa chi dirigerà il film. Viene contattato anche Giuliano Carnimeo. Poi la scelta cade su Michele Lupo, ma viene liquidato dopo due settimane di riprese. Secondo Gastali anche prima, aveva osato rivelare a Leone che non aveva capito bene un passaggio della sceneggiatura. A questo punto dovrebbe entrare nel film quello che sarà il regista definito, Tonino Valerii.

     

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     Per lui, Leone aveva voluto produrre questo film “perché odiava E.B,Clucher, che aveva fatto Trinità e che lo aveva superato: in un certo senso Trinità lo aveva messo in un angolo. Leone disse che voleva produrre un film in cui un personaggio suo, Henry Fonda, faceva fare una brutta figura a Terence Hill” (“Nocturno”). In realtà il rapporto tra Fonda e Hill ci sembra più complesso e l’intera operazione meno banale. Leone gioca le carte dell’immaginario western, fa comunque un ragionamento su un cinema che non si presto non si potrà più fare.

     

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     Durante le riprese Fonda, che finirà qui la sua produzione di western, e Leone ricevono la notizia della morte di John Ford. Solo questo renderebbe la ripicca di Leone contro Barboni abbastanza risibile. Non scordiamo che, a quel tempo, Terence Hill era popolare in tutto il mondo. Poteva fare film in America come una star internazionale.  Per problemi di tempo col contratto di Henry Fonda e forti dissidi con Armando Nannuzzi, il direttore della fotografia, Sergio Leone gira delle scene alla seconda unità.

     

    La scena dei bicchieri con Terence Hill dentro un saloon, ad esempio, come ricorda bene anche l’attore americano Neil Summers, poi una parte della festa all’esterno. In un’intervista Leone svela di aver diretto “tutto l’inizio, il duello con i cappelli nel cimitero indiano, lo scontro di Beauregard con il Mucchio Selvaggio e il finto duello finale.

     

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    Sono tutte scene che ho girato personalmente E, senza falsa modestia, sono quelle che il pubblico ricorda di più”. Perfino John Landis ricorda che fece parte del Mucchio Selvaggio assieme al suo amico James O’Rourke, ma che il regista era Leone. “Girammo per un paio di settimane, tra centinaia di comparse a cavallo, che attaccavano sparando all’impazzata. Fonda e Hill ci tenevano a bada tutti quanti. Il film era prodotto da Leone, che diresse quello scontro a cavallo”.

     

    Una buona alternativa, ma bisogna essere davvero molto cinefili, sarebbe su Rai Storia il vecchio e glorioso “Padre padrone” dei fratelli Taviani, Palma d’Oro a Cannes nel 1977, costruito sulla dura vita di Gavino Ledda, interpretato qui da Saverio Marconi e sui suoi duri rapporti col padre, che diventa qui Omero Antonutti nel suo ruolo più celebre. Occhio che in un ruolo minore appare improvvisamente mentre Gavino fa il militare anche un giovane Nanni Moretti, molto legato ai Taviani ai suoi inizi.

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     Può piacervi anche “The Young Victoria” diretta dal regista canadese Jean-Marc Vallée nel 2009, scritto dall’esperto Julian Fellowes, prodotto da Martin Scorsese con Emily Blunt, Rupert Friend, Paul Bettany, Miranda Richardson, Jim Broadbent, Rai Movie alle 21, 10. Su Cielo alle 21, 15 i nostalgici del vecchio porno trovano l’ormai lontano “Casa di piacere” diretto da Alex Damiano alias Bruno Gaburro, scritto da Riccardo Ghione con la pornostar toscana Valentine Demy, Alex Freyberger, Alessandro Scotti, David D'Ingeo.

     

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    Doveva essere l’ultimo film della trilogia iniziata con “Malombra” dal produttore Pino Buricchi con Paola Senatore protagonista e Bruno Gaburro regista, ma quando la Senatore finì in galera e poi agli arresti domiciliari per un affare di droga, molto lanciato dalla stampa, venne sostituita la Senatore con la Demy. Interpreta una ricca vedova negli anni 40 che si porta a casa ragazzini raccattati per strada e racconta loro storie di bordello.

    la casa del piacere la casa del piacere

     

    Poi arriva il maturo antiquario Maurice Poli e i tre devono sloggiare. I flashback sono la cosa migliore, grazie al grande corpo stuatuario della Demy. Davanti a una una colonna a torciglione piazzata in una stanza della casa della Demy l’antiquario esplode in un “strane queste colonne finto-corinzie!”. Magari esiste una versione hard.

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    Occhio su Rai 4 alle 21, 20 al thriller inglese “Impero criminale” diretto da tal Ron Scalpello, scritto da Nick Moorcroft con Sam Claflin, Timothy Spall, Hugh Bonneville, Noel Clarke, Charlie Murphy, Joe Claflin, dove un ex pugile finito in galera torna nell’East London tra mala e corruzione di ogni tipo. Per i più piccoli non scordate che su Italia 1 alle 21, 20 passa “Madagascar 2” di Eric Darnell, Tom McGrath.

     

    eva grimaldi mia moglie e' una bestia eva grimaldi mia moglie e' una bestia

    In seconda serata avete su Rai Movie alle 22, 55 un raro “La coda del diavolo” diretto nel 1987 da Giorgio Treves alla sua opera prima, scritto da Vincenzo Cerami e Pierre Dumayet con la bellissima e allora giovanissima Isabelle Pasco, Robin Renucci, Piera Degli Esposti, Erland Josephson, Carole Bouquet, ma anche Paolo Rossi, Franco Citti e Gianfranco Barra come sodomita. Il film ricostruiva un ghetto con malati di sifilide e indemoniate in un medioevo lurido e pericoloso con ottimi attori del tempo.

     

    Gli attori italiani, ricordo bene Paolo Rossi, forse esageravano, ma Isabelle Pasco sempre nuda era uno spettacolo. Treves non ha più diretto nulla di simile. Ma qui vantava una produzione vera e la presenza di Cerami alla sceneggiatura. Assolutamente da recuperare per i completisti.

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    Cine 34 alle 22, 55 propone la commedia sexy “Mia moglie è una bestia” di Castellano & Pipolo con Massimo Boldi, Eva Grimaldi, Valeria D'Obici, Mattia Sbragia, Gianni Bonagura. Non era un capolavoro. Allora, al cinema Adriano di Roma, scappai dopo trenta minuti… Su Cielo alle 23, 15 trovate il documentario dedicato alla pornostar Daisy Rock “A letto con Daisy”. Mica male. Su mediaset Italia 2 alle 23, 15 passa l’horror sudafricano “The Breed” di Nicholas Mastandrea con Michelle Rodriguez, Eric Lively, Oliver Hudson, Taryn Manning, Hill Harper.

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     Su Iris alle 23, 30 trovate invece un film abbastanza stravagante per il vecchio Volker Schlondorff, il noir americano tratto da un romanzo di James Hadley Chase “Palmetto” con Woody Harrelson, Elisabeth Shue, Gina Gershon, Rolf Hoppe e la fantastica Chloe Savigny, dove un giornalista, appena uscito di prigione si ficca in un nuovo guaio collaborando a un finto rapimento della figlia di un miliardario che non è liscio come sembrava. Ha critiche modeste ma un cast piuttosto interessante.

     

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    Su 7Gold alle 23, 45 avete anche “La contropartita”, diretto nel 1988 dal grande fotografo Jerry Schatzberg con Andy Garcia, Ellen Barkin, Morgan Freeman, Michael Lombard, John C. McGinley. E’ un film finito da subito nel dimenticatoio dei progetti mal nati e mal riusciti.

    eva grimaldi e dago mutande pazze eva grimaldi e dago mutande pazze

    Su Cine 34 alle 0, 55 la notte si sveglia con un film stracult come “Mutande pazze”, unica regia di Dago, commedia sexy-satirica sulla televisione di stato e sui suoi vizi più o meno nascosti prodotta da Mario Cecchi Gori con Monica Guerritore simil Lambertucci, Eva Grimaldi che parla con la voce sua per la prima volta e morde il labbro di un giovane Raoul Bova, le meteore Barbara Kero e Debora Calì piazzate lì non si capisce perché (anzi, si capisce perché…),

    Eva Grimaldi - Mutande pazze Eva Grimaldi - Mutande pazze

     

    Irma Capece Minutolo, un favoloso Venantino Venantini, che prese il posto di Califano, Aldo Busi come Aldo Busi con pisello di fuori, il finto Tinto Brass di Mauro Vestri, il finto Sgarbi di Giovanni Visentin. Da ristudiare con l’arrivo dei neo-postfasci affamati di posti e di potere in Rai in questi giorni.

    pasolini sul set di accattone pasolini sul set di accattone

    Su La7 all’1, 30 arriva un capolavoro come “Accattone” di Pier Paolo Pasolini con Franco Citti nei panni di Accattone, Franca Pasut, Adriana Asti, Paola Guidi, Silvana Corsini, subito seguito sulla stessa rete da “Comizi d’amore”. Su Iris all’1, 45 potrebbe essere divertente la commedia gialla francese “Due per un delitto” di Pascal Thomas con Catherine Frot, André Dussollier, Geneviève Bujold, Laurent Terzieff. Ritroviamo Venantino venantini in “Calore in provincia” di Roberto Bianchi Montero con Enzo Monteduro, Francesco Mulè, Valeria Fabrizi, Patrizia Gori, su Cine 34 alle 2, 40.

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    Girato a Maglie, in Puglia, subito dopo La cameriera da Roberto Bianchi Montero, quando il film ancora si intitolava Peccato e castità e doveva esserci Daniela Giordano al posto di Patrizia Gori. Rimane al suo posto da protagonista, invece, Enzo Monteduro, nato a Scorrano, nel Salento, nel ruolo di Ciccio Zannone, mafioso. “Ho bei ricordi di quel film e di quel personaggio”, ricordava Monteduro a Cine70.

     

    “Il titolo originale doveva essere Mafioso di paglia. Lo hanno cambiato perché se tu metti Mafioso di paglia con uno come Monteduro la gente entra e capisce che deve ridere. Perché uno come me mafioso non può essere: se vola uno schiaffo lo prendo senz’altro io… Invece Calore in provincia trasmetteva altre sensazioni… Joe Dallesandro aveva fatto il film Calore e siccome aveva incassato tanto – al Metropolitan è rimasto più di due mesi – allora, genialità dei produttori, si decise di chiamarlo Calore in provincia. (..) Anche Antonio De Donno, che aveva scritto la sceneggiatura, lo avrebbe voluto più Il mafioso di paglia, più comico…”

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    Il film, racconta ancora Monteduro era prodotto dallo stesso Montero e da De Donno titolari della Messapia Film, “ma i soldi li mise il presidente di una banca, Vincenzo Tamborino: avevano fatto una società in cui i più poveri erano due notai… Hanno girato 3 o 4 film, tutti in loco”. C’è anche una grande scena di nudo di Monteduro che corre tra gli uliveti. Patrizia Gori, in “99 donne”, ricorda che il vecchio Montero, il regista, era un po’ “rincoglionito”.

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    Su Rai 4 alle 2, 50 i fan di Pupi Avati si possono vedere “Zeder”, horror con Gabriele Lavia, Anne Canovas, Bob Tonelli, Paola Tanziani, mentre quelli di Lando Buzzanca troveranno su Rete 4 alle 4 in punto “La prima notte del dottor Danieli, industriale col complesso del... giocattolo” di Gianni Grimaldi con Lando Buzzanca, Françoise Prevost, Katia Christina, Saro Urzì.

     

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    Allora fece una barca di soldi. Ma è superiore, lo sappiamo tutti, il pur imbarazzante capolavoro trash di Nando Cicero “Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella” con Carlo Giuffrè, Marisa Mell, Erika Blanc, Gina Rovere, Elena Fiore, Nino Terzo, Cine 34 alle 4, 30. Impossibile non sentirne il fascino anche di fronte alle gag più politicamente scorrette del mondo. Chiudo con il rarissimo italo-spagnolo “Sette ragazze di classe” o “Siete chicas peligrosa” di Pedro Lazaga con Janet Agren, Nadiuska, Alberto de Mendoza, Paolo Giusti, Giacomo Rossi-Stuart, Iris alle 5, 05.

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     Ebbe scarsa distribuzione al tempo. Prodotto da Federico Aicardi e da Tullio Demicheli che firmano, solo probabilmente per arrivare ai premi statali, anche la sceneggiatura. Aicardi produsse anche Manaos. Ultimo film del prolifico Lazaga, che morì proprio nel 1979. Mai visto da anima viva.

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