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    IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA, VENERDÌ SANTO? SU RAI 1 ALLE 22,30 TROVATE IL BELLISSIMO DOCUMENTARIO SU PAPA FRANCESCO, “IN VIAGGIO” - IN PRIMA SERATA, SU WARNER TV, AVETE UN KOLOSSAL COME “IL GIGANTE”, MENTRE SU CIELO IL BIOPIC EROTICHELLO “CURIOSA” - IN SECONDA SERATA VI SEGNALO IL SEMPRE DIVERTENTE “BELLIFRESCHI”, CON LINO BANFI E CHRISTIAN DE SICA IN FUGA PER L’AMERICA EN TRAVESTI. E IL CLAMOROSO “JESUS CHRIST SUPERSTAR"… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    In viaggio In viaggio

    Che vediamo stasera, Venerdì Santo? Non posso non ricordarvi che su Rai 1 alle 22, 30 trovate il bellissimo documentario di Gianfranco Rosi “In viaggio”, dedicato ai viaggi di Papa Francesco. Ne avrei potuto vedere ore e ore, Rosi ha racchiuso in 80 minuti qualcosa come 37 viaggi compiuti dal Papa in nove anni, visitando 59 diversi paesi. Un percorso incredibile dove lo vediamo passare da Pantelleria a Cuba, abbracciare il Pope russo Kirill, quello che sta difendendo Putin, incontrare Obama, Erdogan, visitare favele miserabili.

    In viaggio In viaggio

     

    E continuare a ripetere, da vecchio predicatore, sempre, parole di speranza, di dignità, di solidarietà. Lui stesso dice che non ha due diversi linguaggi per esprimere quello che vuole dire. Ma uno solo. Il Papa non può che avere un linguaggio per portare conforto e speranza. Ma quando sbaglia, quando fa delle dichiarazioni che possono essere prese in un modo sbagliato, lo sentiamo chiedere scusa.

    In viaggio In viaggio

     

     Montando le immagini della tv del Vaticano, che ha seguito fin dall’inizio il Papa nei suoi viaggi e ne ha ripreso i discorsi e gli abbracci con la gente di ogni parte del mondo, alternandole ad altre, sue, riprese per l’occasione, ma anche, mi sembra, a immagine dei suoi film, Gianfranco Rosi sembra quasi completare uno sguardo sulla vastità, la complessità e i dolori del mondo, che ingloba anche parte del suo cinema, un cinema di viaggio, di documentazione, di ricerca e di solidarietà nella sofferenza.

     

    in viaggio il documentario su bergoglio di gianfranco rosi in viaggio il documentario su bergoglio di gianfranco rosi

    Ma non si può competere con la macchina papale, quasi in perpetuo viaggio per portare se non altro il suo sguardo, la sua presenza, il suo corpo, mai così presente nelle immagini, in ogni parte del mondo. E quel che viene fuori è qualcosa che ci offre del Papa il miglior ritratto che si potesse pensare.

    lino banfi il commissario lo gatto lino banfi il commissario lo gatto

    Torniamo alla prima serata. Inutile che vi dica che tipo di classico sia “Il commissario Lo Gatto” di Dino Risi su Cine 34 alle 21 con un Lino Banfi di gran classe che indaga in un’isola sperduta della Sicilia sulla scomparsa di una bella ragazza, la nudissima Isabel Roussinova, assieme al fido brigadiere Crivelli di Maurizio Ferrini. “Lavorando gomito a gomito col commissario Lo Gatto ho cominciato a capire il significato della parola carisma”.

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    Lo Gatto, finito sull’isola dopo aver chiesto l’alibi addirittura al vendicativo Papa polacco, ha attorno a sé una schiera di grandi personaggi, dal giornalista zoppo e fallito di Maurizio Micheli, qui strepitoso, al barone Tricò di Galeazzo Benti, dalla bellona Licinia Lentini alla stangona tedesca che si imbatte in Ferrini, dal barbiere felliniano Armando Marra alla stessa Roussinova, che non è affatto morta, ma scappato per un focoso e segretissimo weekend con Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio.

    ROBERT PATTINSON - CIVILTA PERDUTA ROBERT PATTINSON - CIVILTA PERDUTA

    Film libero e selvaggio come era Risi, fu un flop quando uscì. Adorato da molti, magari meno da Dino Risi, osai portarlo a Venezia con tanto di Lino Banfi qualche anno fa quando curavo le rassegne dell’epoca Marco Muller. Magari i produttori, Angeletti e De Micheli, pensavano fosse il pilot per una serie di Lo Gatto. Sarebbe stato fenomenale. Su Iris alle 21 trovate il notevolissimo “Civiltà perduta” di James Gray con Charlie Hunnam, Tom Holland, Sienna Miller, Robert Pattinson, Angus MacFadyen. Tratto dal romanzo di David Grann “The Lost City of Z”, il film di Gray segue le tre spedizioni, dal 1905 al 1925, nella giungla amazzonica dell’inglese Percy Fawcett che, all’inizio del secolo, insegue i resti di una evoluta civiltà perduta sudamericana in territori impossibili fra pericolo di ogni genere.

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    Forse non è il regista più giusto per un avventuroso, ma è un film di classe. Non fu un successo il festoso fantasy “Warcraft – L’inizio” diretto da Duncan Jones, il figlio di David Bowie, con Paula Patton, Travis Fimmel, Ben Schnetzer, Ben Foster, Dominic Cooper, Ruth Negga, tanto che rimase non si girò mai nessun sequel. Di scene sono le botte da orbi tra orchi zannuti e umani, tra nani (pochi), elfi (pochissimi), ippogrifi (uno), lupi giganti e altre amenità in una saga tratta da un celebre videogioco del 1994.

     

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    Anche se stroncato senza pietà dalla critica americana, devo dire che trovai favoloso e energetico Warcraft. Certo, ti devono piacere gli orchi, perché in Warcraft sono proprio un esercito e tutti diversi, anche se rigorosamente uguali a quelli del videogioco della Blizzard, che è infatti produttrice assieme alla Legendary Pictures. L’idea di fare un film da Warcraft è vecchiotta. Ci sono passati prima Uwe Boll e , soprattutto, il grande Sam Raimi, non si sa perché rimandato a casa nel 2013 e sostituito dal giovane Duncan Jones, che lo ha riscritto con Charles Leavitt.

    warcraft – l’inizio warcraft – l’inizio

    Non so quanto dell’idea di cinema di Jones, autore del sofisticato “Moon”, sia rimasto in questo giocattolone da 160 milioni di dollari. Diciamo che nel regno di Azeroth il re Llane, Dominic Cooper, ha qualche problema. Perché un esercito di orchi, anzi un’orda, in mano a un orco pazzo e invasato, Guldan, Daniel Wu, sta invadendo i suoi territori passando da una porta magica aperta chissà come. Gli orchi fanno prigionieri gli umani e li usano come benzina per azionare il Vil, un liquidaccio verde che dà forza a Guldan, che lo usa come una droga, e apre la porta magica per trasportare gli orchi dal loro paese, Draemon a Azeroth.

     

    WARCRAFT WARCRAFT

    Qualcosa del Vil e dei suoi poteri deve sapere anche il Guardiano di Azeroth, Ben Foster, un mago che protegge la comunità degli esseri umani, ma che non si fa vivo da sei anni. Lo vanno a chiamare l’eroe del film, Lothar, Travis Fimmel, e un giovane apprendista mago, Khadgar, Ben Schnetzel, per coinvolgerlo nella guerra. Negli scontri gli umani fanno prigioniera una bella mezzosangue zannuta, Garona, la bonissima Paula Patton, con due dentini sporgenti, che spiega agli umani la mentalità degli orchi e i loro piani.

     

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    Su Rai Movie alle 21, 10 so che molte spettatrici non resisteranno a vedere l’ultima versione, più moderna e, ovvio, ultrafemminista, di “Piccole donne”, diretta da Greta Gerwig con un grande cast accuratamente scelto. Da Saoirse Ronan, che fa Jo con tutte le sue pazzie e la sua determinazione, a Emma Watson, la più giudiziosa e triste Meg, dall’emergente Florence Pugh, che è una Amy per nulla sciocchina, a Eliza Scanlan, che è la dolce e sfortunata Beth. Nessuna di loro è americana, la Ronan, pur nata a New York, è irlandese, la Watson e la Pugh inglesi e la Scanlon è addirittura australiana, ma fanno un bel quartetto di attrici di gran classe.

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    Rispetto ai loro ruoli sono più o meno della stessa età delle ragazze March delle altre celebri versione della MGM, visto che la Jo di Katharine Hepburn nella meravigliosa versione firmata da George Cukor nel 1933 ne aveva 24, e quella di June Allyson nella versione a colori di Mervyn LeRoy del 1949 ben 32, mentre quella di Wynona Ryder del 1994, solo 23. Forse l’ultimo Piccole donne, già femminista e di fatto il primo diretto da una donna, l’australiana Gillian Armstrong, aveva delle sorelle March un po’ più giovani, soprattutto se pensiamo a Kirsten Dunst che ne aveva 12 (e infatti divideva il ruolo con una attrice più grande) e Clare Danes che ne aveva 15.

     

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     Ma devo dire che il cast delle quattro sorelle è perfetto, come sono perfette nei loro ruoli Laura Dern e Meryl Streep come la mamma e la zia delle ragazze, e i maschi, soprattutto Timothée Chalamet, nel ruolo di Laurie, e Louis Garrel, che fa Frederic Baher, non sono certo delle figurine di contorno, e sono ben più giovani dei maschi presenti nei film precedenti. Su Canale 27 alle 21, 10 avete il divertente, ormai vecchissimo, “Richie Rich – Il più ricco del mondo”, commedia diretta da Donald Petrie con Macaulay Culkin, John Larroquette, Edward Herrmann, Christine Ebersole.

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    Su Cielo alle 21, 15 avete il divertente biopic erotichello “Curiosa” diretto da Lou Jeunet con Niels Schneider, Noémie Merlant, Camelia Jordana, Benjamin Lavernhe, Amira Casar, storia di Pierre Louys, del suo amore con la bella Marie de Heredia, che gli preferì l’amico Henri de Régnier, ma che poi ritrovò quando tornò dall’Algeria con la bellissima Zohra, con la quale sviluppò una passionaccia per la fotografia erotica. Tutto si svolge prima di Only Fans…

     

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    Su Rai Tre alle 21, 20 avete invece la commedia con prete “Se Dio vuole” di Edoardo Falcone con Alessandro Gassman, Edoardo Pesce, Marco Giallini, Laura Morante, Ilaria Spada. La storia in due righe. Cosa fai se tuo figlio si comporta in maniera strana e pensi che sia gay? E quando scopri, invece, che vuole farsi prete? Aiuto! Comunque, alla fine, meglio un figlio gay, ma anche un figlio prete che laziale, come dichiarò durante la conbferenza stampa del film Marco Giallini. L’idea, va riconosciuto, è originale e almeno non siamo dalle parti del solito remake di un film spagnolo o argentino.

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    Il solido, un po’ arido, cardiochirurgo Tommaso, Marco Giallini, con moglie di sinistra e un po’ in crisi, Laura Morante, una figlia cresciuta a De André che non osa dire al padre che adora Gigi D’Alessio, la pimpante Ilaria Spada, scopre che l’adorato figlio Andrea, Enrico Oetiker, non sembra più attratto dalle donne. Che sia gay? Peggio. Si vuole fare prete, anche perché sente il fascino dello scatenato Don Pietro, Alessandro Gassman, una specie di vitalissimo coatto di borgata che ha preso la tonaca dopo un passato non proprio da mammoletta che lo ha portato più volte in carcere.

     

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    Su Rai 4 magari vi divertite di più con l’action “Sleepless – Il giustiziere” di Baran bo Odar con Jamie Foxx, Michelle Monaghan, Scoot McNairy, Dermot Mulroney, David Harbour. O con il thriller “Spiriti affini” di Curtis Crawford, Anthony Lefresne con Cassandra Scerbo, Alex Paxton-Beesley, Jeff Teravainen, Scott Gibson, Habree Larratt, con la protagonista che passa dal marito violento alla follower pazza trovata sui social.

    james dean il gigante james dean il gigante

    Su Warner tv alle 21, 30 avete un kolossal come “Il gigante” di George Stevens con Rock Hudson, Elizabeth Taylor, James Dean, Carroll Baker, Dennis Hopper, Sal Mineo. Su nove nominations che ebbe il film vinse un solo Oscar, quello per la regia di George Stevens. Gli esterni della cittadina texana sono quelli di Marfa, ma la casa vittoriana che vediamo dominare il Texas venne spostata lì di peso dalla California. Fu Rock Hudson a preferire Elizabeth Taylor a Grace Kelly, su richiesta di George Stevens.

     

    james dean il gigante james dean il gigante

    A James Dean venne vietato di fare gare automobilistiche fino alla fine delle riprese. Fu il più grande successo della Warner prima de “L’esorcista”. Il cappello che ha in testa Mercedes McCambridge le venne dato da Gary Cooper, che lo scelse tra quelli che lui stesso aveva usato. James Dean cercò di rubarglielo. Il metodo di messa in scena di Stevens, girava moltissimo e da qualsiasi angolo, per poi ritrovarsi un superlavoro al montaggio, che in questo caso durò un anno, dava noia a tutti, da James Dean a Elizabeth Taylor, che pure lo conosceva già. Ma, certo, aveva la sua efficacia, visti i risultati.

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    In seconda serata posso segnalarvi il sempre divertente “Bellifreschi” di Enrico Oldoini con Lino Banfi e Christian De Sica in fuga per l’America en travesti, Lionel Stander, Cine 34 alle 22, 55. Su Italia 1 alle 23, 30 appare un film biblico del 2018, “Samson – La vera storia di Sansone” di Bruce Macdonald, Gabriel Sabloff con Taylor James, Jackson Rathbone, Billy Zane, Rutger Hauer, Caitlin Leahy, Lindsay Wagner. Mai visto.

     

    il principio del domino il principio del domino

    Su 7Gold alle 23, 30 ritorno l’ottimo “Il principio del domino. La vita in gioco” di Stanley Kramer con Gene Hackman veterano del Vietnam che viene fatto uscire da San Quintino, dove era stato rinchiuso per omicidio, se ucciderà non si sa bene chi per una misteriosa e potente organizzazione. Un complotto-movie che Hackman gira solo per soldi rifiutando capolavori come “Lo squalo”, “Incontri ravvicinati”, “Apocalypse Now”. Ci sono anche Candice Bergen con parrucca, Richard Widmark, Mickey Rooney, Eli Wallach e veri ergastolani di San Quintino.

     

    jesus christ superstar jesus christ superstar

    Su rete 4 alle 0, 30 occhio che passa il clamoroso, almeno allora (chi l’ha rivisto più?) “Jesus Christ Superstar” diretto da Norman Jewison, basato sul concept album di Andrew Lloyd Webber and Tim Rice e sul successivo musical, con Ted Neeley, Carl Anderson, Yvonne Elliman, Barry Dennen, Josh Mostel, Bob Bingham. Un diciassettenne John Travolta venne provinato, non scelto, ma gli dissero “penseremo a lei…”. E infatti farà “La febbre del sabato sera”. Ted Neeley passerà la vita a rifare il ruolo di Gesù sui palcoscenici di tutto il mondo. Paul thomas, che faceva Pietro, divenne un attore e un regista di hard.

    la corsa dell’innocente la corsa dell’innocente

    Su Rai Movie all’1, 20 avete invece “La corsa dell’innocente” di Carlo Carlei con Manuel Colao, Federico Pacifici, Sal Borgese, Lucio Zagaria, Francesca Neri, prodotto da Angelo Guglielmi per Rai Tre. Venne candidato ai Golden Globes come miglior film straniero. Rai Tre all’1, 45 presenta un bel film ceceno, “Ada” di Kira Kovalenko con Milana Aguzarova, Alik Karaev, Soslan Khugaev, Khetag Bibilov, Arsen Khetagurov, una specie di Pugni in tasca dei tempi nostri. Subito dopo, su Rai Tre, trovate un altro film ambientato nel CaucaSo, “Tesnota”, di Kantemir Balagov con Darya Zhovner, Veniamin Kats, Nazir Zhukov, Olga Dragunova, Atrem Tsypin.

     

    i due maggiolini piu matti del mondo i due maggiolini piu matti del mondo

    A notte fonda passa di tutto, da “I due maggiolini più matti del mondo” di Giuseppe Orlandini con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Fiorenzo Fiorentini, Gia Sandri, Katia Christine, Cine 34 alle 2, 25, a “Secondo Ponzio Pilato” di Luigi Magni con Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Lando Buzzanca, Flavio Bucci, Cosimo Cinieri, Roberto Herlitzka, Rete 4 alle 2, 30. Purtroppo non l’ho visto. Ma vedo che passa pure “Si può fare amigo” di Maurizio Lucidi con Bud Spencer, Jack Palance, Francisco Rabal, Renato Cestié, Dany Saval, che trovai così noioso allora, Cine 34 alle 3, 45.

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    Per non parlare del thriller con la bellissima Rebecca De Mornay su Iris alle 4, 35 “Mai con uno sconosciuto” di Peter Hall con Antonio Banderas, Harry Dean Stanton, Dennis Miller. Harry Dean Stanton era l’uomo della De Mornay al tempo. Chiudo con l’opera prima da regista di Enzo G. Castellari, “Sette winchester per un massacro” con Guy Madison, Edd Byrnes, Louise Barrett, Rick Boyd, Alfred Aysanoa, Rai Movie alle 5.

     

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    Enzo ricordava che il giorno del primo ciak, a Tor Caldara, dopo essersi presentato all’alba, prima di tutti, aver preparato tutto al dettaglio come da copione, si bloccò come preso dal panico e chiese “Chiamate papà” a dirigere la scena. Colpa dell’abitudine a fare l’aiuto e vera paura da esordiente. Il padre venne, ma il giorno dopo si fece coraggio e girò da solo. Ricorda anche che sapeva costruire i set, ma non sapeva ancora bene dove mettere la macchina da presa. E, infatti, in certe scene c’è in delirio da ricerca di inquadrature bizzarre.

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    Un bandito si mette la mano sugli occhi e Castellari cerca di fare la sua soggettiva con le mani sulla macchina da presa. Poi tra le gambe di un altro. Protagonista, accanto a Guy Madison, avrebbe dovuto essere il giovane Robert Redford, che Castellari aveva visto alla prima di La caccia di Arthur Penn a Los Angeles.

     

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    “Redford aveva studiato Belle Arti a Firenze, sarebbe venuto in Italia subito dopo il successo di Clint Eastwood nei film di Leone”, ha detto il regista, “a una cifra neanche eccessiva, mi pare ventimila dollari. Lo proposi al produttore e mi disse: ma chi è? sembra un americano qualsiasi. Così passò per Roma Edd Byrnes, che interpretava delle serie in tv molto popolari, come “77 Sunset Strip”, dove faceva il detective Kookie. Era disponibile, e presero lui al posto di Robert Redford”. Guy Madison, invece, era “un vero cowboy, fisicamente era straordinario. Poi un giorno si presentò sul set completamente ubriaco e mi cadde proprio…”.

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