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    IL DIVANO DEI GIUSTI – E STASERA CHE VEDIAMO? VI CONSIGLIO “DEAD RINGERS”, MINISERIE AMAZON CON RACHEL WEISZ NEL DOPPIO RUOLO DI DUE GEMELLE, UNA PAZZA, SCHIAVA DI COCA, SESSO E ALCOL E L’ALTRA TRANQUILLA, POLITICIZZATA E LESBICA – E IN CHIARO? MAGARI LA SCELTA MIGLIORE È RIVEDERSI UN CLASSICO COME “HARRY TI PRESENTO SALLY” O “GRAND HOTEL EXCELSIOR” – IN SECONDA SERATA OCCHIO A EVA ROBIN’S IN “BELLE AL BAR E ALLA COMMEDIA SEXY “BELLO COME UN ARCANGELO”… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

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    E stasera? Vi consiglio “Dead Ringers”, la miniserie Amazon ispirata a “Inseparabili”, il capolavoro di David Cronenberg, qui ricostruito al femminile con Rachel Weisz protagonista nel doppio ruolo delle gemelle Mantle, ginecologhe d’eccellenza della sanità americana. Bravissime ma con qualche problema di identità.

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    La gemella più pazza, schiave di coca, sesso e alcol, ma geniale ricercatrice, Elliot, chiede ai mariti delle puerpere di tirare fuori l’attrezzo durante le visite mentre le mogli si spogliano, ma tromba anche nei cessi i primi maschi che trova. La gemella più tranquilla e politicizzata, Beverly, è lesbica, ma non riesce a comunicare molto con gli altri. Così Elliot conquista per lei le ragazze che le piacciono e gliele passa. Il loro rapporto, di unione totale, salta quando Beverly si lega all’attrice di serie Genevieve, interpretata da Britne Oldford, e si allontana così da Elliot.

     

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     Sono sei puntate non tutte dello stesso livello, ma dominate dalla prova incredibile di Rachel Weisz, così brava che non ha bisogno di trucchi per farci capire sempre chi delle due è Elliot e chi Beverly, ma anche quando Elliot sta prendendo il posto di Beverly, fino all’incredibile finale con Beverly incinta di due gemelle, che non vi svelerò.

     

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    Curiosamente la quinta puntata, l’unica diretta da Karyn Kusama, è quasi un film a sé, dove le due gemelle incontrano l’unico maschio con la testa di tutta la serie, lo scrittore Silas, interpretato da Ntare Guma Mbaho Mwine, e si scontrano con la potente famiglia sudista del miliardario-chirurgo Marion di Michael Mckean, che ha una marea di gemelle come figlie e nipoti, e viene fuori la parte più politica della serie, e ci viene spiegato che mentre per i ricchi bianchi, già beneficiati da favolosi centri dediti alle gravidanze assistite, si accorciano incredibilmente i tempi dei parti prematuri, per la sanità nazionale si accorciano invece i tempi necessari per l’aborto legalizzato.

     

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    Al punto che solo per i ricchi bianchi sono possibili certi trattamenti innovativi, mentre ai neri e ai più poveri in generale rimane il compito di dover fare da cavie. C’è addirittura tempo per il commovente monologo di una ragazza nera fantasma, Anarch, interpretata da Brittany Bradford, cavia del miliardario chirurgo, che l’ha operata 40 volte solo per sperimentare nuove tecniche.

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    Se la figura di Genevieve, la fidanzata di Beverly, non è interessante come era la figura interpreta da Genevieve Bujold, che si dividevano i due fratelli gemelli nel film di Cronenberg, qui oltre al meccanismo da horror psicologico sviluppato nel legame malsano delle gemelle Mantle, assistiamo alla trasformazione della serie in qualcosa di più politico che, grazie anche alla schizofrenia delle gemelle, tocca i rapporti tra classi all’interno di tutta la sanita, pubblica e privata, americana.   

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    Che vediamo stasera in prima serata? Magari in chiaro in prima serata la scelta migliore è rivedersi un classico della commedia americana anni ’80 “Harry ti presento Sally” diretto da Rob Reiner, scritto da Nora Ephron con Meg Ryan, Billy Crystal, Carrie Fisher, Bruno Kirby, La7 alle 21, 15. Undici anni nella vita di Harry e Sally dal 1977 al 1988. Se volete prenotare lo stesso tavolo dello stesso ristorante della celebre scena dell’orgasmo di Sally dovete andare al Katz's Deli a New York, E. Houston Street.

     

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    Sul tavolo c’è anche una placca ricordo. Rivedrei anche il più recente film americano legato alla celebre saga di Stieg Largsson, anche se tratto dal primo romanzo di David Lagercrantz che venne in caricato di seguitarla dopo la morte dell’autore nel 2005, “Millenium – Quello che non uccide”, diretto da Fede Alvarez con Claire Foy come Lisbeth Lisander, Sverrir Gudnason, Sylvia Hoeks, Lakeith Stanfield, Claes Bang, Vicky Krieps.

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    Ricco, ben girato, benissimo interpretato da un cast di femmini forti, da Claire Foy a Sylvia Hoeks come sua sorella Camilla, rossovestita e quasi albina, e Vicky Krieps, mentre i maschi hanno ruoli un po’ moscioni, a cominciare da quello del nuovo Mikael, cioè Svennir Gudnasson, il film, dopo un ottimo inizio in una Stoccolma fotografata da paura, prende la piega un po’ ovvia tra un Mission: Impossible e un film di supereroi con fluidità sessuale.

     

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    Sarà che deve piacere a tutti, verissimo, avremmo però desiderato qualcosa in più proprio sul personaggio di Lisbeth, che Claire Foy cerca di far suo solo partendo dal suo corpo un po’ androgino e dalle espressioni del viso. Non è bella come le due Lisbeth precedenti, Noomi Rapace e Rooney Mara, né come le sue possibili rivali per il reboot, Natalie Portman, Scarlett Johansson, Alicia Vikander, ma ha molta personalità e capacità recitative. Del resto il pur bravo Fede Alexander, attivissimo nell’horror, non è David Fincher.

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    Ma il film ha una sua forza, soprattutto nella messa in scena delle sequenze più spettacolari in una Stoccolma gelata. Lisbeth riesce anche a guidare la sua Ducati su un fiume ghiacciato. Ma l’azione torna poi a scapito del racconto minore dei personaggi, che rimane un po’ in secondo piano. Tutto il vecchio problema della vendicatrice delle donne martoriate dai maschi è risolto con un colpo di taser sulle palle di un giornalista fighetto che ha il vizio di picchiare le prostitute. Al centro di tutto c’è un file che può fare entrare chi ne è in possesso dei comandi degli armamenti nucleari di tutto il mondo. Boom!

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    Su Tv2000 occhio al biopic sulla vita del giovane John Lennon, “Nowhere Boy”, diretta dalla celebre videoartista inglese Sam Taylor Wood, interpreto da Aaron Johnson come John, Kristin Scott Thomas come la mamma, Thomas Sangster, Anne-Marie Duff, David Morrissey. Sofistico, elegante, un filo noioso. Come sicuramente saprete la Taylor Wood lasciò il marito per il giovane teenager Aaron Johnson e prese anche il suo nome diventando Sam Taylor-Johnson.

     

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     Non è un capolavoro, anzi…, il demenziale, come si diceva un tempo, “L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo”, diretto da Ken Finkleman con Robert Hays, Julie Hagerty, Raymond Burr, Lloyd Bridges, Chad Everett, Chuck Connors, Canale 27 alle 21, 10, sequel del ben più divertente film degli Zucker. Girato senza il loro consenso. Niente di memorabile, però fotografato da Joseph Biroc, musicato da Elmer Bernstein, con apparizioni di John Vernon e Hervé Villechaize.

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     Su Rai Movie alle 21, 10 trovate il film che fece davvero storia a suo tempo, “I cento passi” di i Marco Tullio Giordana con Luigi Lo Cascio come Peppino Impastato, il ragazzo che con la sua radio libera osò sfidare la mafia, Gigi Burruano come suo padre, Tony Sperandeo come Tano Badalamenti, Ninni Bruschetta, Claudio Gioè, Aurora Quattrocchi. Il miglior film di Marco Tullio Giordano.

     

    Siamo sempre dalle parti della storia italiana del tardo novecento con “Una fredda mattina di maggio” di Vittorio Sindoni con Sergio Castellitto, Alessandra Acciai, Roberto De Francesco, Marie Laforet, Margaret Mazzantini, Gabriele Ferzetti, Rai Storia alle 21, 10, che tratta appunto del delitto di Walter Tobagi, il noto giornalista del Corriere della Sera che venne ucciso dai brigatisti nel 1980. Da vedere.

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     Su Cine 34 alle 21 ritrovate “Grand Hotel Excelsior” di Castellano & Pipolo con Adriano Celentano, Carlo Verdone, Enrico Montesano, Diego Abatantuono, Eleonora Giorgi, fortunato commedia a episodi dove brillava più di tutti il mago di Segrate di Abatantuono (“Lievito… lievito”). Terzo al botteghino del 1982 dietro “E.T.” e “Rambo”. Verdone ha sempre sostenuto che non fu un passo sbagliato per la sua carriera. Aveva bisogno di un film così per il suo successo da comico popolare. Memorabile l’incontro di boxe cdi Carlo con Cecco Adinolfi, vero pugile al suo esordio al cinema.

     

    Su Iris alle 21 trovate il modestissimo “Frankie & Alice” di Geoffrey Sax con Halle Berry che interpreta una donna con seri problemi di personalità multipla, Stellan Skarsgård, Phylicia Rashad, Chandra Wilson, Alex Diakun.

     

     Almeno su Warner Tv alle 21, 30 c’è un vecchio successo della MGM che non passa davvero mai in tv dai colori fiammanti (anche troppo) nella copia originale, ma dai colori smortissimi se mostrato in brutte copie, come leggo che capita in America perché è diventato di pubblico dominio, coi diritti non rinnovati, “L’ultima volta che vidi Parigi” diretto da Richard Brooks, tratto da “Babylon Revisited” di Francis Scott Fitzgerald con Elizabeth Taylor malata e un Van Johnson poco virile per fare Fitzgerald (ahi!), Walter Pidgeon, Donna Reed, e perfino Sir Roger Moore al suo esordio.

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    E pensare che era stato chiamato lo stesso Fitzgerald, in un primo progetto, come sceneggiatore del film. Non lo ricordo memorabile, anche se la canzone di Jerome Kern e Oscar Hammerstein III, dallo stesso titolo del film, “The Last Time I Saw Paris”, era famosa.

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    In seconda serata trovate “Harry & Meghan” di Menhaj Huda con Parisa Fitz-Henley, Burgess Abernethy, Laura Mitchell, Murray Fraser, Bonnie Soper, La5 alle 22, 50, instant movie di serie Z sulla coppia reale, mentre su Rai Tre alle 23 appare il ben più divertente “piedone d’Egitto” con Steno con Bud Spencer, Enzo Cannavale, Baldwyn Dakile, Angelo Infanti, Cinzia Monreale. Su Canale 27 alle 23, 10 vi segnalo il divertente (mah…) “Chips” di Dax Shepard con Dax Shepard, Michael Peña, Kristen Bell, Rosa Salazar, Adam Brody, Jessica McNamee.

     

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    Meglio la replica di “L’albero della vita”, polpettone sentimentale ambientato durante la Guerra di Secessione diretto da Edward Dmytryk con Montgomery Clift, Elizabeth Taylor, Eva Marie Saint, Lee Marvin, Nigel Patrick, Warner tv alle 23, 30. Rete 4 alle 0, 50 presenta un film di Pupi Avati di quelli considerati maggiormente dalla critica, “Il figlio più piccolo” con Christian De Sica in uno dei suoi rari ruoli drammatici, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella, Nico Toffoli.

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    Protagonista doveva essere un ragazzo di Bologna che aveva davvero ispirato il personaggio del protagonista del film, Daniel Agami, che scappò a pochi giorni dall’inizio delle riprese. Non so se fece bene. Allora Avati lo rimpiazzò con un giovane allievo del Centro Sperimentale, Nicola Nocella, che riuscì a rifarlo perfettamente sullo schermo e venne lanciato come attore. Purtroppo il film non funzionò benissimo al botteghino.

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     Su Iris all’1, 45 trovate “Il tempo delle mele 3” di Claude Pinoteau con Sophie Marceau, Vincent Lindon, Elena Pompei, Robert Attias, che dubito abbiate visto. La7 alle 2, 25 propone lo sfortunato “La tregua” di Francesco Rosi, tratto dal romanzo di Primo Levi con John Turturro, Massimo Ghini, Rade Serbedzija, Stefano Dionisi, Claudio Bisio, Teco Celio. Durante la terribile lavorazione del film in Ucraina morì il geniale direttore della fotografia Pasqualino De Santis, poi morì, durante il montaggio, Ruggero Mastroianni, il montatore del film. Fu anche l’ultimo film diretto da Francesco Rosi.

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    Su Cine 34 alle 2, 50 avete la commedia sexy “Bello come un arcangelo” di Alfredo Giannetti con Lando Buzzanca, Orazio Orlando, Stella Carnacina, Paola Borboni, dove il superdotato ma squattrinato Gaetano Avallone, Lando Buzzanca, playboy invecchiato con capelli ossigenati, si piazza a casa di un avvocato del profondo Sud, il vedovo Totonno, Orazio Orlando, mammone a oltranza. E viene subito concupito da tutte le donne di casa, cioè la governante e la cameriera.

     

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    Ma Gaetano punta seriamente alla figlia sedicenne di Totonno, la bella Mariangela, Stella Carnacina, non sapendo che il piano di Totonno e di tutta la famigliola è di farlo invece accoppiare con la vecchia nonna, Paola Borboni, e di farla morire di sesso per accaparrarsene l’eredità. Maurizio Porro stronca inesorabilmente il film sul Corriere della Sera: «Chi si può ancora divertire a sentire Lando Buzzanca esaltare le proprie facoltà virili vada a vedere Bello come un arcangelo e troverà di che godere, e idem dicasi per chi si esalti nell’ammirare Paola Borboni emettere rumori insoliti e spiacevoli. Ma gli altri se ne tengano alla larga».

     

    Marcello Garofalo, su Ciak, riporta la frase di culto che pronuncia Paola Borboni, formidabile, doppiata per l’occasione da Ferruccio Amendola, quando si trova nel letto Lando nudo e lo scambia per l’Arcangelo Gabriele: «Bello, gruosso’, nuudooo: l’Arcangelo Gabrieleeee!!!».

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    Su rete 4 alle 3, 15 passa, per i fan di Truffaut, uno dei film più popolari e amati del regista francese, “Effetto notte” con François Truffaut, Jacqueline Bisset, Valentina Cortese, Jean-Pierre Léaud, Nike Arrighi. Su Iris alle 3, 25 avete lo sfortunato “IL proiezionista” di Andrej Konchalovskij, prodotto da Claudio Boniventi con Tom Hulce, Lolita Davidovich, Bob Hoskins, Aleksandr Zbruev, un film che fece perdere a tutti una marea di soldi malgrado partisse da un personaggio interessante, il proiezionista di Stalin. Bob Hoskins fa Beria.

     

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    Rai Tre alle 3, 40 rilancia con “Ginger e Fred” di Federico Fellini con Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Franco Fabrizi doppiato da Alberto Lionello, Toto Mignone, Friedrich von Ledebur, Moana Pozzi che fa le pubblicità. Una sorta di lettura critica della malinconia della tv di fine secolo tra inizio delle private berlusconiane e declino del mondo dello spettacolo. Due vecchie ballerini di tip-tap si ritrovano per la loro ultima danza davanti alle telecamere in uno spettacolo di orrenda volgarità berlusconiana. Nessuno ha odiato Berlusconi come Fellini e ne ha capito interamente tutta la pericolosità.

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    Occhio a Eva Robin’s che fa impazzire Alessandro Benvenuti in “Belle al bar”, diretto dallo stesso Benvenuti, Italia 1 alle 4, 05 Su Rai Movie alle 5 arriva l’ultimo, tristissimo film di Vittorio de Sica da regista, “Il viaggio” con Sophia Loren, Richard Burton, Ian Bannen, Annabella Incontrera, Barbara Pilavin, tratto da un racconto di Luigi Pirandello, Superiore a gran parte delle cose in costume che vediamo oggi.

     

    Chiudo con “Clandestino a Trieste” di Guido Salvini con Jacques Sernas, Doris Duranti, Edda Albertini, Massimo Girotti, Iris alle 5, 20, melodramma del 1950 con complicazioni di guerra, che inizia col bombardamento di Tunisi e un ufficiale italiano fatto prigioniero e poi scappato verso Monfalcone. Già mi piace…

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