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    IL DIVANO DEI GIUSTI - FERMI TUTTI, STASERA IN CHIARO IN PRIMA SERATA, OLTRE A FILMONI COME “MISSION: IMPOSSIBLE 3”, "MALEFICENT" E “IL SIGNORE DEGLI ANELLI. IL RITORNO DEL RE” ABBIAMO SU CINE 34 IL CAPOLAVORO TRASH A EPISODI “DOVE VAI IN VACANZA?”, QUELLO DELLE “VACANZE INTELLIGENTI” CON SORDI E LA MOGLIE BUZZICONA. SCORRETTISSIMO, MA IMBATTIBILE - CAPOLAVORO PER FAR CONOSCERE LA COMICITÀ DEL PRINCIPE AI PIÙ PICCOLI È "TOTÒ LE MOKO". NON MALE "NATALE A 5 STELLE" PRIMO CINEPANETTONE POLITICO E… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Fermi tutti, stasera in chiaro in prima serata, oltre a filmoni come “Mission: Impossible 3” di J.J.Abrams, che non vale quanto Brian De Palma e John Woo, con Tom Cruise, Michelle Monaghan, Philip Seymour Hoffman, Ving Rhames, Iris, a "Maleficent" di Joachim Rinning con Angelina Jolie e Elle Fanno gli su Rai Uno e a “Il signore degli Anelli. Il ritorno del Re” di Peter Jackson con Viggo Mortensen, Elijah Wood, Orlando Bloom, Ian McKellen, Cate Blanchett, abbiamo su Cine 34 il capolavoro trash a episodi “Dove vai in vacanza?”, quello delle “Vacanze intelligenti” con Sordi e la moglie buzzicona, Anna Longhi, che vanno alla Biennale di Venezia e lei viene scambiata per un’opera d’arte come fosse il mongoloide di Gino De Dominicis e cercano anche di comprarsela.

     

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    Ma ci sono anche Tognazzi che per rovinare la festa a casa della ex moglie Sandrelli, dove compare una Lorraine De Selle nuda e una finta Aspesi interpretata da Carla Colosimo da urlo, si fotografa il pisello con una Polaroid e poi passa la macchina a un tipo (“Somigliante, eh?”), e il fondamentale e, temo, oggi scorrettissimo, “Sì buana”, l’episodio africano di Luciano Salce, scritto da Continenza e Scarpelli, con Paolo Villaggio simil-Hemingway alle prese con il safari dei ricchi bianchi, Daniele Vargas e la sua amante procace, la Rizzolona.

     

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    Tra le mie scene preferite, quella del nero che parla romano, tale Kangoni, che spiega a Villaggio di non mangiare il “dopo”. “Ma… dopo… dopo… dopolino?” chiede Villaggio muovendo le dita come le gambette di un topo, poi quella con lui e Vargas che cagano all’africana all’aria aperta (Vargas cadrà anche nella merda, ovvio), quella di Villaggio concupito dalla Rizzoli panterata sotto la tenda. Scorrettissimo, ma imbattibile.

     

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    Capolavoro totoesco spettacolare per far conoscere la comicità del Principe ai più piccoli è "Totò le Moko" di Carlo Ludovico Bragaglia, parodia del celebre "Pepe' le Moko" con Jean Gabin e dove Toto' come Toto' Lumaconi ci fa morire dalle risate sia come artista di strada che suono qualsiasi strumento sia come feroce bandito della kasbah, Rai Storia. Fenomenali anche gli altri attori, Carlo Ninchi, Luigi Pavese, Enzo Garinei giovanissimo e Gianna Maria Canale. Uno dei Totò che amo di più.

     

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    Altri film in prima serata, vediamo, “Chocolat” di Lasse Hallstrom su Paramount Channel con Juliette Binoche e Johnny Depp bellissimi, Lena Olin, Alfred Molina e Judi Dench che fingono di fare i francesi. Poco credibile. Ma ottimo per le feste chiusi in casa in attesa dei risultati dei tamponi. Action scombinato ma divertente "Amici e nemici" di George Pan Cosmatos con Roger Moore, Telly Savalas, Elliot Gould e Claudia Cardinale, 7Gold. Su Rai 4 c'è un Mosè in versione Ridley Scott, "Exodus: dei e re" con Christian Bale e Aaron Paul, Sigourney Weaver e Ben Kingsley. L'avrò visto? Boh? Non male "Natale a 5 stelle" diretto da Marco Risi ma scritto dai Vanzina bros, ultimo in assoluto scritto da Carlo, già malato, con Massimo Ghini, Ricky Memphis, Canale 5, e primo cinepanettone politico. "M’hanno sputtanato pure su Dagospia!”. “Ho capito, mica so’ Renzi”.

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    Per la verità era anche il primo cinepanettone distribuito direttamente su Netflix, senza passare dalla sala. Sembra un secolo fa... Più che cinepanettone, comunque, era una pochade che recuperava sia una celebre commedia inglese di Ray Cooney del 1990, “Out of Order”, come soggetto, ma anche quel tono pochadistico di certe commedie sexy italiane anni ’80, da Cornetti alla crema a Spaghetti a mezzanotte, che ritroviamo anche in molti film natalizi dei Vanzina, condita questa volta con un bel po’ di battute e situazioni legate ai nuovi tempi politici del governo.

     

    exodus dei e re exodus dei e re

    Per cui si sprecano i “Io non ero del PD ero di area progressista”, “Bei tempi quando si stava all’opposizione”, “Tempo due settimane caliamo di due barra tre punti…”, o un geniale scambio di battute tra Massimo Ghini, presidente del consiglio gialloverde, e il suo portaborse, Ricky Memphis: “Lei oggi ha salvato il governo del cambiamento!” – “Posso fare un commento… sti cazzi!”. Marco Risi, regista serio e di talento, ma che da anni non vedevamo alle prese con la commedia, diciamo dagli esordi con Vado a vivere da solo, si mette con amore e amicizia nei panni di Carlo Vanzina che in un film così avrebbe saputo come gestire alla perfezione i flussi di comicità. Enrico lo aiuta, perché il meccanismo comico di sceneggiatura è, al solito, ben costruito.

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    E le battute ci sono. Massimo Ghini e Ricky Memphis si fanno in quattro per entrare in ruoli da mattatori teatrali. Va detto che non è facilissimo dirigere un film di questo tipo senza l’esperienza di commedia che aveva Carlo Vanzina, inoltre realizzato con mezzi tecnici minori. Ma tutta l’operazione, ideata proprio in omaggio a un maestro che ci ha lasciato, è molto affettuosa e piena di vita. Si ride e c’è voglia, da parte di tutti, di costruire qualcosa di comico senza puntare sulla volgarità e sulle banalità. Certo. I veri protagonisti della scena politica italiana di oggi, così dilaganti sui social, non hanno quasi bisogno di parodie (“Gigi, problemi con Matteo?”).

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    Notevoli l’apparizione di Rocco Siffredi, l’aver dato a Massimo Ciavarro un ruolo da marito poco virile, la citazione di Luna di miele in tre, opera prima di Carlo Vanzina. In seconda serata avete "Sabrina" di Billy Wilder con Audrey Hepburn contesa da Humphrey Bogart e da Wilkiam Holden, la7 alle 23, 30, e il mezzo autobiografico "Magari" di Ginevra Elkan con Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher  Rai Tre alle 23, 50.

     

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    Pronto due anni fa, indirizzato a Locarno piuttosto che a Venezia, con platea di parenti e critici dei giornali di famiglia, ripresentato per un’uscita in sala a marzo 21 e rimasto poi impastoiato nel Covid 19, il povero “Magari”, opera prima di Ginevra Elkann, lungamente pensata dopo anni di studio, assistentati e di buona produzione e distribuzione con la Good Film, aveva trovato infine un’uscita – gratis – su Rai Play prima di approdare stasera in prima visione su Rai Tre. Ginevra Elkann e la cosceneggiatrice Chiara Barzini mettono in scena una sorta di sfigata ma tenera vacanza invernale di tre ragazzetti italo-francesi, la piccola Alma di 9 anni, Oro De Commarque, e i due maschi più grandi, Milo Roussel e Ettore Giustiniani.

     

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    Visto che la mamma, l’attrice garrelliana Celine Salette, prima buddista, poi cristiano-ortodossa, aspetta un bambino col suo nuovo uomo di origine russa e deve andare in Canada, i tre pargoletti vengono affidati al loro scombinato papà, il regista supervelleitario Carlo di Riccardo Scamarcio, pseudo regista romano che non sa davvero cosa fare di loro è ancor meno di se stesso. E coinvolge la nuova fidanzata, Alba Rohrwacher.  Imperdibile. Il film rimane un po’ in bilico tra il mondo delle Bruni Tedeschi che civetta con Garrel padre e Garrel figlio e quello delle brave ragazze di Trastevere che fanno il cinema da premi.

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    Dopo i tanti film che ha prodotto, anche molto buoni come “Mektoub my love” di Kechiche, mi aspettavo qualcosa non di più personale, ma di più sperimentale o coraggioso. Così sembra, con tutta la delicatezza che l’operazione comporta, che Ginevra Elkann voglia entrare nel mondo della regia con la paura di farsi troppo riconoscere. Ma gli osannati articoli su La Stampa e La Repubblica non hanno aiutato. Anzi. Nella notte vi segnalo solo il capolavoro di Orson Welles "L'infernale Quinlan" su Iris alle 3 di notte. Non so se sia la versione della produzione o quella rimontato come la voleva Welles. Ricordo però che preferivo la prima.

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