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    IL DIVANO DEI GIUSTI – IMPERDIBILE, SOPRATTUTTO A PASQUA, “IL RE DEI RE” DI NICHOLAS RAY CON JEFFREY HUNTER, IL PIÙ BEL GESÙ DELLO SCHERMO, MALGRADO AVESSE GLI OCCHI TROPPO AZZURRI, UN NASO FINTO E A VOLTE UN PO’ LA BARBA MAL FATTA – NON MALE ANCHE “IO SONO TEMPESTA” DI DANIELE LUCHETTI, IN PRATICA LA TRADUZIONE IN COMMEDIA ALL’ITALIANA DELLE AVVENTURE DEL PORO SILVIO BERLUSCONI CONDANNATO AI SERVIZI SOCIALI A CURARE I VECCHI A CESANO BUSTONE QUALCHE ANNO FA (VE NE ERAVATE SCORDATI, DAI?) – VIDEO


     
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    papa francesco – un uomo di parola2 papa francesco – un uomo di parola2

    Marco Giusti per Dagospia

     

    Stasera, pochi scherzi, c’è la Via Crucis del Papa su Rai Uno alle 20, 50. Seguita dal documentario di Wim Wenders, “Papa Francesco – Un uomo di parola”.

     

    enrico montesano carlo vanzina renato pozzetto piedipiatti enrico montesano carlo vanzina renato pozzetto piedipiatti

    Le alternative sono, a parte la replica di “Ciao Darwin” con Paolo Bonolis su Canale 5, il ritorno dello strepitoso “Matrix” dei Wachowski con Keanu Reeves, Carrie Ann-Moss, Hugo Weaving e Laurence Fishbourne, Canale 20 alle 21, 05, il primo e migliore della serie,

     

    jeffrey hunter il re dei re 2 jeffrey hunter il re dei re 2

    il divertente ma non eccezionale “Piedipiatti” di Carlo Vanzina con Montesano-Pozzetto e Victor Cavallo, Cine 34 alle 21, il thriller con spie e troppi cambiamenti di faccia “Passengers 57 – Terrore ad alta quota” di Kevin Hooks, Iris alle 21, con Wesley Snipes e Tom Sizemore, ma soprattutto, a Pasqua, l’imperdibile “Il Re dei Re” di Nicholas Ray su Rete 4 alle 21, 20, con Jeffrey Hunter, il più bel Gesù dello schermo secondo Gore Vidal in “Il caso Myra Breckinridge”, malgrado avesse gli occhi troppo azzurri, un naso finto e a volte un po’ la barba mal fatta, dovette scendere dalla croce per farsi la barba e rigirare tutta la scena.

     

    keanu reeves matrix keanu reeves matrix

     

    Girato in Spagna, e infatti si vedono tutti i caratteristi degli spaghetti western, Fernando Sancho, Frank Brana, Aldo Sambrell, in uno spettacolare 70 mmm Supertechnirama, certo massacrato in tv…, il primo regista doveva essere il vecchio e cattolicissimo John Farrow, padre di Mia.

     

    Ma il produttore Samuel Bronston chiamò Nicholas Ray, che per lui girò pure “55 giorni a Pechino”. Bronston gli rovinò il lungo carrello in piano sequenza del Sermone della Montagna, che Ray aveva ideato in continuità senza tagli, ma che Bronston volle dividere per non evidenziare le scelte tropo autoriali di Nick Ray, il regista più amato dalla Nouvelle Vague.

     

    daniele liotti giovanna la pazza daniele liotti giovanna la pazza

    Il povero Franz Planer, il direttore della fotografia, si sentì male su quel piano sequenza, e morirà presto senza far più un altro film. Miklos Rozsa, che accettò di fare la musica del film benché fosse un doppione rispetto al suo precedente “Ben Hur”, ricordava che la scena della danza di Salomé venne rovinata da Brigid Blazen, sedicenne, inesperta e non ballerina, imposta dalla produzione e non voluta nemmeno da Ray.

     

    carrie ann moss keanu reeves matrix carrie ann moss keanu reeves matrix

    Come Giovanni Battista chiamò il suo vecchio amico Robert Ryan che non c’entra molto, ma venne riempito di soldi, ma non c’entrano molto neppure Rip Torn e Harry Guardino, tropo americani. Come Gesù Cristo, al posto del forse troppo bello e troppo americano biondo Jeffrey Hunter, Ray avrebbe voltuto Christopher Plummer, Max Von Sydow, che poi lo fece nel Gesù di Fred Zinnemann, o addirittura Peter Cushing, già conte Frankenstein. Malgrado tutto, resta comunque un grande film.

     

    Non sono male anche altri film della prima serata. “Giovanna la pazza” di Vicente Aranda con Pilar Lopez de Ayala, ad esempio, Cielo alle 21, 15, ricca coproduzione italo-spagnola che vede presenti anche i nostri Manuela Arcuri, Daniele Liotti e Giuliano Gemma.

     

    barbara d'urso tony esposito blues metropolitano barbara d'urso tony esposito blues metropolitano

     

     

     

    O l’ottimo horror “La madre” di Andres Muschietti con Jessica CHastain e Nicolaj Coster-Valdau, Mediaset 21, 15. O “Io sono tempesta” di Daniele Luchetti con Marco Giallini, Elio Germano, Eleonora Danco, Jo Sung, Rai Tre alle 21, 10, che è in pratica la traduzione in commedia all’italiana, piuttosto classica, delle avventure del poro Silvio Berlusconi condannato ai servizi sociali a curare i vecchi a Cesano Bustone qualche anno fa (ve ne eravate scordati, dai?).

     


     

    io sono tempesta 2 io sono tempesta 2

     

    Magari non era facile costruire un intero film da uno spunto di quel tipo. Soprattutto senza affrontare il tema più grande, cioè Berlusconi stesso e le sue allegre avventure legali con tanto di Ghedini&associati.

     

    E questo si saranno detti Luchetti e i suoi co-sceneggiatori di talento, Sandro Petraglia e Giulia Calenda, nell’affrontare il tema del ricco un po’ trafficone, appunto il Numa Tempesta di Marco Giallini, che finisce ai servizi sociali invece di finire in galera.

    paz vega per amare carmen paz vega per amare carmen

     

    Allora cosa farne? Diciamo che la scelta è stata quella di ricostruire il vecchio scontro/incontro tra ricco e povero, che in questo caso è il Bruno di Elio Germano, con figlio a carico, ambientandolo nella Roma di oggi, piena di poveri e di diseredati e in un’Italia dove basta un attimo per finire dalla ricchezza alla povertà.

     

    Il set principale è quello di un centro di accoglienza in quel di San Lorenzo diretto da Eleonora Danco, vigilante dura, pura e non cattolica, dove il ricco Tempesta è finito a lavare cessi e rammendare le calze ai più poveri. Ben gli sta.

     

    siobhan mckenna il re dei re siobhan mckenna il re dei re

     

    In seconda serata troppe repliche, “Caino e Caino” di Alessandro Benvenuti con lui e Montesano, Cine 34 alle 22, 50, l’ottimo “Ancora vivo” di Walter Hill con Bruce Willis, Christopher Walken e Bruce Dern, Iris, 22, 55, l’adorato “Sin City” di Roberto Rodriguez e Frank Miller (e Quentin Tarantino) con Mickey Rourke, Rosario Dawson, Bruce Willis, Paramount alle 23.

     

    Ma ci sono anche il mai visto in tv, almeno credo, “Per amare Carmen” di Vicente Aranda con la stupenda Paz Vega, Cielo alle 23, 25, e, soprattutto, “Jesus Christ Superstar” di Norman Jewison, Rete 4 alle 23, 35, fortunato musical moderno anni’70 con Ted Neeley come Gesù Cristo, Carl Anderson come Giuda, Yvonne Ellison come la Madonna e come Pietro invece Paul Thomas che diventerà una scatenatissima star del porno e regista di qualcosa come 400 hard!

    io sono tempesta io sono tempesta

     

    E’ anche l’ultimo film girato col sistema panoramico del Todd AO, quello usato per “Cleopatra” per intendersi. Andrew Lloyd Webber, autore del musical con il librettista Tim Rice, non l’ha mai amato. Ci furono anche molti cambiamenti rispetto al musical originale,

     

    Erode, ad esempio, che era visto come una drag queen, qui diventa solo un grassone, ma tutta la parte hippy è notevole, con l’autobus disegnato da Frei Otto in giro per il vero deserto della Palestina. Jewison avrebbe voluto il cantante Ian Gillan dei Deep Purple al posto di Ted Neeley, che alla fine, malgrado fosse quasi tremendo, funzionò e lo rifarà a teatro fino ai giorni nostri.

     

     

    barbara d'urso blues metropolitano barbara d'urso blues metropolitano

    Attenti che su Rai 5 alle 00, 25 passa un documentario niente male su B.B.King diretto da Jon Brewer, “B.B.King: The Life of Riley”. Rai Tre si scatena con una nottatona cinefila con due capolavori recenti come “Still Life” di Jia Zhang Ke all’1, 20 seguito da “Stray Dogs” di Tsai Ming Liang” alle 3, 10.

     

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    Ma forse la perla della nottata è il Nashville della musica napoletana anni ’80 “Blues Metropolitano” diretto da Salvatore Piscicelli, Irisi alle 4, 50, con un cast che va da Marina Suma a Ida Di Benedetto, da Barbara D’Urso, a Angelo Cannavacciuolo, da Peppe Lanzetta a Stefano Sabelli.

     

    C’è tutta la scena musicale napoletana del momento, da James Senese a Tullio De Piscopo, da Pino Danieli sui titoli di testa e di fine a Tony Esposito che esegue la mitica “Kalymba de luna”. Piscicelli non sa se puntare più alla musica o al suo film, ma alla fine la musica e Napoli vincono su tutto.

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