una famiglia mostruosa
Marco Giusti per Dagospia
E allora che vediamo stasera? “Metteteve a sede che ve faccio cagà sotto”, è la frase di Lillo che apre “Una famiglia mostruosa” di Volfango De Biasi, lo trovate da stasera su Sky, il primo monsters movie coatto di quel che resta della commedia italiana, anzi romana mischiata con un po’ di cinepanettonismo pre-natalizio. Non sarà un capolavoro (no, non lo è), ma fa piuttosto ridere, anzi ride, e che poggia tutto, o quasi, sulla forza dei suoi attori truccati da mostri o da coatti romani.
una famiglia mostruosa.
Da una parte c’è una famiglia di veri mostri. Il babbo vampiro Vladimiro, un Massimo Ghini, bravissimo, con erre moscia, elegante un po’ blasé, la mamma strega Brunilde, Lucia Ocone, perfetta, lo zio Nanni, rincojonito ma superdotato, un po’ Creatura di Frankenstein un po’ Zio Fester, Paolo Calabresi, super, una nonna fantasma, Barbara Bouchet, sempre grande, una figlioletta vampiretta, Sara Ciocca. E un figlio lupo mannaro, Cristiano Caccamo, belloccio, il più normale di tutti, che si è innamorato, guarda un po’ con una bella ragazza romana, Luana ma si fa chiamare Luna, Emanuela Rei, che appartiene alla famiglia dei romani cafoni. Che è appunto l’altra famiglia, non meno mostruosa della prima, anzi.
una famiglia mostruosa 2
Composta dal padre Nando, Lillo, strepitosa, la mamma coatta, Ilaria Spada, giustissima, che si sente un po’ psicologa perché ha fatto un corso (“5 mila euro di master in psicologia, ma ci ritornano tutti” spiega Lillo), il nonno rincojonito, addirittura Pippo Franco, grande ritorno al cinema comico, che Lillo introduce con uno strepitoso “Cornicioni Paride, quando inizia a parlà è peggio di un gatto attaccato ai coglioni”.
una famiglia mostruosa 3
Povero, volgarissimo, sempliciotto nella sua parodia immediata come ai tempi d’oro del cinema basso italiano, il film offre il suo meglio nella rilettura romana moderna della vita dei mostri del passato, nella traduzione immediata dei tic di oggi, l’instagram dei mostri, lo specchio parlante visto come un megaschermo da cellulare, e nel confronto tra le due famiglie. “Stiamo bene a soldi, ma mica pisciamo dalle ginocchia”, è la battuta più oscura di Lillo.
l’allenatore nel pallone
In chiaro in prima serata, invece, non avete grandi capolavori. Passa però “L’allenatore nel pallone 2” di Sergio Martino, glorioso sequel prodotto dal fratello Luciano assieme a Mino Loy che riporta Lino Banfi al ruolo di Oronzo Canà, con tanto di moglie Giuliana Calandra, ma ci sono anche Urs Althaus e Totti, Cine 34 alle 21. Alla ricerca di apparizioni eccellenti e di come inserirli, scrivevo sul Manifesto nel 2007 quando il film uscì, il film perde un bel po' di logica e di storia, che è una fotocopia di quella del vecchio Allenatore, e prende la configurazione di un tipico barzelletta movie, costruito a sorprese e scenette.
anna falchi l’allenatore nel pallone 2
Alcune sono da antologia, come i numeri di Banfi-Canà con Mazzone in treno e con Lotito in un dopo Lazio-Longobarda, altre un po' ovvie, alcune inutili. Le preoccupazioni maggiori, insomma, malgrado un copione firmato in 6, risultano quelle di far entrare tutte le ospitate dentro lo stesso film, dando la stessa importanza, inoltre a Roma e Lazio, visto che Banfi è romanista e i Martino laziali. In questo contesto i caratteristi vecchi e nuovi chiamati in scena risultano trofei da esibire senza spesso avere lo spessore di veri personaggi da inserire in adeguate situazioni comiche.
l’allenatore nel pallone 2
Resta comunque intatto il piacere di rivedere in ottima forma, dopo anni, Lino Banfi che torna ai celebri 'porca puttena' e 'ti spacco la noce del capocollo' e un regista come Sergio Martino, molto amato nel mondo soprattutto per i thriller, che gira un vero film dopo tanta fiction. Era un mezzo disastro, ahimé, “Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus” diretto da Steven Shainberg con Nicole Kidman nei panni di Diane Arbus e Robert Downey Jr in quelli di un uomo con la faccia ricoperta di peli, Iris alle 21. Nell’unica scena però dove Downey si toglie tutti i peli e ci appare con la faccia sua, la situazione è piuttosto divertente.
in the blood
Ci sarebbe anche l’action “In the Blood” di John Stockwell con Gina Carano e i sempre ottimi Danny Trejo e Luis Guzman, grandi caratteristi del cinema violento americano. Su canale 27 alle 21, 10 avete “Amore con interessi”, commedia di Barry Sonnenfeld con Michael J. Fox, Gabriella Anwar, Anthony Higgins. Su Rai Movie è apparecchiata una seratina western con due film interpretati da Tommy Lee Jones, alle 21, 10 “The Missing” di Ron Howard dove divide la scena con Cate Blanchett, Evan Rachel Wood, Val Kilmer, Aaron Eckhart, alle 23, 35 “The Homesman” diretto da Tommy Lee Jones stesso dove divide la scena con Hilary Swank.
hillary swank tommy lee jones the homesman
“The Homesman” è un grande e triste western tratto dal romanzo omonimo di Glendon Swarthout, che già fornì i soggetti per film indimenticabili come “Cordura” e “Il pistolero”. Il film, che era stato proposto una quarantina d’anni fa a Paul Newman come regista e protagonista, e probabilmente era stato pensato per anche per sua moglie Joanne Woodward, è di fatto un western protofemminista e offre oggi un’altra grande occasione a Hilary Swank, che lo domina totalmente, assieme allo stesso Tommy Lee Jones, e a grandi cammei di Meryl Streep, John Lithgow, James Spader e di Tim Blake Nelson.
the homesman
In un posto non precisato del Nebraska, Mary Bee Cuddy, cioè la Swank, manda avanti da sola una fattoria e ha non pochi problemi a trovare un uomo, “Mi vuoi sposare?”-“No”, a causa del suo carattere troppo autoritario e maschile. Quando il prete del posto, John Lithgow, raduna i cittadini per capire chi possa portare tre femmine pazze nel Missouri, dove la moglie di un altro reverendo, Meryl Streep, è pronta a accoglierle e a curarle, la scelta cade casualmente su Mary Bee Cuddy, anche se è una donna. Lo farà, ma deve trovarsi uno straccio di maschio in grado di accompagnarla fra indiani e banditi. Il suo uomo lo incontra con una corda al collo poco dopo.
the homesman 2
E’ George Briggs, cioè Tommy Lee Jones, un avventuriero che aveva osato prendersi la casa di un paesano che era andato verso Est a cercarsi una moglie dopo aver rifiutato proprio Cuddy. In cambio della vita salvata e con la promessa di 300 dollari di ricompensa, Briggs la aiuterà a guidare una sorta di diligenza infernale che rinchiude le tre femmine pazze, Miranda Otto, Grace Gummer e Sonja Richter, in un viaggio lunghissimo attraverso il paese nel freddo dell’inverno. Ovvio che il viaggio, come in tutti i grandi western, cambierà i rapporti e mostrerà i veri volti delle persone.
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Su Tv2000 alle 21, 10 arriva “Il diavolo alle quattro” di Mervyn LeRoy, esotico-catastrofico con Spencer Tracy, Frank Sinatra, Barbara Luna, Jean-Pierre Aumont in fuga da un’isola vulcanica che sta per esplodere e una missione da compiere, salvare i bambini del lebbrosario.
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Da bambino lo ricordo come un film che faceva paurissima, oltre ai lebbrosi, che ci hanno terrorizzato in quegli anni, ricordo una scena madre fra le sabbie mobili che tutto inghiottono. Glu glu. La lavorazione del film, fra isole e vulcani e modellini fu un disastro. Ma la cosa peggiore erano i rapporti fra Tracy e Sinatra. Il primo lavorava solo alla mattina, il secondo solo il pomeriggio e la mattina andava a fare propaganda elettorale per John F. Kennedy fra gli isolani. Il vecchio Le Roy era stato scelto dalla Columbia perché la sceneggiatura non aveva convinto nessuno.
girl di lukas dhont 1
Su Cielo alle 21, 15 trovate un buon film, finalmente moderno., “Girl” dell’olandese Lukas Dhont con Victor Polster, Arieh Wortharter, storia di un ballerino che si sente femmina e vuole liberarsi al più presto del proprio sesso. Fece parecchio colpo a Cannes tre anni fa, dove vinse la sezione “A Certain Regard”. Lukas Dhont ha diretto quest’anno un secondo film su infanzie difficile, “Close”, presentato in concorso a Cannes che proprio oggi ha vinto il Festival di Sydney.
owen wilson e julia roberts wonder
“Wonder” di Stephen Chobsky, Rai Uno alle 21, 25, è un commovente, ma anche sentito ritratto di una famiglia che ha un bambino intelligente, simpatico ma dal viso deforme. Il film, tratto dall’omonimo romanzo del 2013 di strepitoso successo scritto da R.J.Palacio, e interpretato da un megacast perfetto, Julia Roberts e Owen Wilson come genitori amorevoli, Izabel Vidovic come la sorella maggiore con qualche problema, e Jacob Tremblay, il bambino di Room, come protagonista nel ruolo di August Pullman detto Auggie, il bambino con una terribile deformazione facciale, sommerge lo spettatore di buoni sentimenti e di sensi di colpa, ma è anche molto divertente.
wonder stephen chbosky
Questo, grazie anche al lavoro che Chobsky e i suoi sceneggiatori fanno sul testo originale, ma anche grazie alla cura del regista nel dirigere gli attori bambini, e nel continuo capovolgere le situazioni più drammatiche vissute dai piccoli protagonisti in situazioni di commedia. Saranno i loro sguardi, la loro gentilezza a far accettare a Auggie se stesso. Giustamente è stato scritto che non è un film sul dolore del vivere con una malformazione, addirittura facciale, quanto su quello che noi stessi, più o meno “normali” scegliamo di vedere.
MEN IN BLACK
Se Auggie, per non affrontare lo sguardo degli altri bambini su di lui, sceglie di guardare in basso, vedendo le loro scarpe, gli altri bambini, poco a poco, si rendono conto di poter convivere con lui vedendolo in un modo diverso, da un’altra angolazione. Su Canale Nove alle 21, 25 torna “Men in Black” di Barry Sonnenfeld con Will Smith, Tommy Lee Jones, Linda Fiorentino.
donnie darko
In seconda serata vedo che passa l’horror di grande presa “The Others” di Alejandro Amenabar con Nicole Kidman nella casa misteriosa, Iris alle 23, 25. Su Cielo avete alle 23, 15 il documentario sui modelli trans “Top model in transizione” di Gina Hole Lazarowich. Su Rai 4 alle 23, 35 passa un cult generazionale come “Donnie Darko”, miglior film in assoluto di Richard Kelly che non riuscirà più a tirar fuori qualcosa di simile, con Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, Patrick Swayze, Drew Barrymore, Katharine Ross.
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Quando uscì, anzi quando riuscì rimontato al Festival di Venezia, fu un vero evento. E visto oggi, dopo tanti film giovanili sui viaggi nel tempo, sul multiverso, diventa quasi un’opera fondamentale per capire il cinema dei millenials. Su Tv8 alle 00, 30 trovate Emily Ratajkowski nella commedia “L’arte della truffa” di Matt Aselton. Non è una grande attrice. Cine 34 alle 0, 55 presenta un film di Stefano Calvagna che non ho mai sentito nominare, “Guardando le stelle” con Stefano Calvagna stesso, Eva Henger, Maria Rosario Omaggio.
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Torna su Rai Movie all’1, 40 lo strepitoso western classico “Ultima notte a Warlock” di Edward Dmytryk con Henry Fonda con le pistole dal manico d’oro, Anthony Quinn, il socio zoppo che lo ama, Richard Widmark, il giovane sceriffo che lo vuole cacciare dalla città. Dorothy Malone. Su Rai Due alle 2 trovate il curioso film notturno “Lo sciacallo” di Dan Gilroy con jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton, Riz Ahmed sugli sciacalli dell’informazione. Su rete 4 alle 2, 15 passa “Amore mio non farmi male” di Vittorio Sindoni con Walter Chiari, Valentina Cortese, Luciano Salce, Macha Meril nel ruolo dei genitori di una coppia, Robert Chevalier e Leonora Fani, che hanno deciso di scopare e vivere insieme senza sposarsi.
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Ohibò. Troppo moderno per i tempi? Scoppia infatti un caso quando la censura vieta ai minori di 18 anni il film. Come si legge sulle pagine de “Il Messaggero” il 10 ottobre 1974. Il regista, Vittorio Sindoni, denuncia la cosa: “Il dottor Brancaccio, presidente della VII commissione di censura mi ha testualmente detto: ‘Mi complimento con lei perché ha fatto un film nel quale ha evitato ogni compiacimento di tipo erotico sensuale’. Mi aspettavo che il film fosse per tutti, invece è stato vietato ai minori di 18 anni, perché, come si legge nel verbale della commissione, ‘il film tratta del primo rapporto d’amore fra due minorenni (lui ha 19 anni, lei 18)’.
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Questo significa che due ragazzi che vogliono fare l’amore in modo che la prima volta sia una cosa bellissima e pulita, sono da vietare ai minori di 18 anni: e questo succede il 3 ottobre 1974 e non il 3 ottobre 1874. Ogni commento è superfluo”. Walter Chiari dichiara invece. “E ci meravigliamo? Per i tutori della nostra morale i bambini li porta ancora la cicogna”. Il film esce così con il divieto ai 18 (“Amorevolmente vietato ai minori di 18 anni” titolo il flano), e funziona benissimo in sala.
maciste contro i mostri
Su Cine 34 alle 2, 40 passa il sequel della Famiglia Passaguai, cioè “La famiglia Passaguai fa fortuna”, sempre diretto da Aldo Fabrizi, con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Erminio Macario, Giovanna Ralli, Luigi Pavese, Virgilio Riento. Tra le altre perle della notte vedo “Maciste contro i mostri” di Guido Malatesta con Reg Lewis, Margaret Lee, Luciano Marin, Cine 34 alle 4, 10. Il film fu girato in esterni in Jugoslavia con qualche scena alle grotte di Solone, sulla Tiburtina; gli interni furono invece girati all’Interstudio di Grottaferrata, salvo la scena del mostro marino per cui fu utilizzata la piscina dello stadio.
Il mostro e gli altri trucchi furono opera di Carlo Rambaldi, che percepì complessivamente un compenso di 6.000.000 comprese le spese: il mostro era lungo 12 metri e il camion che lo trasportava si ruppe bloccando per qualche ora il traffico sulla Gianicolense, tra lo stupore dei passanti. Raccontava il produttore Marzelli, un aneddoto che piace molto a Ciro Ippolito: “Quando vidi che la mattinata passava e il mostro non arrivava, gli andai incontro.
maciste contro i mostri 2
Alla circonvallazione Gianicolense trovo un mostro in mezzo alla strada con tutta la gente intorno che non poteva camminare per la strada perché l’aveva fatto troppo grande. Dovette tagliargli le gambe in maniera che si potessero rimontare e in questo modo partì tutta la mattinata”. La chiudo qui.
reg lewis maciste contro i mostri
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