Marco Giusti per Dagospia
roberto brunetti kim rossi stuart romanzo criminale
E stasera che vediamo in chiaro? Vi va bene “Romanzo criminale”, il primo, il film, quello diretto da Michele Placido, tratto dal romanzone di Giancarlo De Cataldo, scritto da due professionisti come Rulli e Petraglia con Kim Rossi Stuart come il Freddo, Stefano Accorsi come il poliziotto, Anna Mouglalis bellissima, Pierfrancesco Favino come il Libanese, finora il suo miglior ruolo in assoluto, Claudio Santamaria come il Dandi, Jasmine Trinca, Elio germano, Cine 34 alle 21. Roma, gli anni ’70.
Fu un evento, il grande ritorno del poliziottesco, in qualche modo benedetto dalla rivoluzione tarantiniana a Venezia che esaltò i film di Fernando Di Leo, prima dell’arrivo delle serie tv, a cominciare proprio dal “Romanzo criminale” seriale di Stefano Sollima, altro capolavoro del nostro cinema. Su Iris alle 21 avete il piuttosto anonimo “Deepwater – Inferno sull’oceano” di Peter Berg con Mark Wahlberg, Dylan O'Brien, Kurt Russell, Kate Hudson, Gina Rodriguez, John Malkovich. Non me lo ricordo per niente. Come non mi ricordo “xXx – Il ritorno di Xander Cage” di D.J. Caruso con Vin Diesel, Nina Dobrev, Samuel L. Jackson, Ice Cube, Ruby Rose, Toni Collette, Canale 20 alle 21, 05. Bel cast.
confusi e felici
Su rai Movie alle 21, 10 passa invece la commedia di Massimiliano Bruno “Confusi e felici” con Claudio Bisio, Marco Giallini, Anna Foglietta, Massimiliano Bruno, Paola Minaccioni, che in sala funzionò poco, solo 3, 4 milioni di incasso. Qualche battuta buona c’era, come questa di Caterina Guzzanti sul pisello disastrato del marito Pietro Sermonti: “Mio marito ha sempre il coso in mano. Ma no, mica quello lì, quello è già due anni che ci ha detto ciaone!”. In “nemesi” di Walter Hill (ho detto Walter Hill!), Cielo alle 21, 15, la dottoressa Sigourney Weaver acchiappa un gangster macho e maschio, le taglia il coso e lo ributta nella società come donna, Michelle Rodriguez, incazzatissima e in cerca di vendetta. Fu un flop, ma è stracultissimo.
caterina guzzanti pietro sermonti confusi e felici
Su Rai tre alle 21, 20 ci sarebbe “Stanlio e Ollio” di Jon S. Baird con Steve Coogan, John C. Reilly, Shirley Henderson, Nina Arianda, Danny Huston, più che un biopic sul grande duo di comici, la storia della loro ultima tourné in Inghilterra. Il film è piuttosto fedele come ricostruzione dei rapporti tra i due, dei rapporti matrimoniali, Ollio se la vede con la minuscola e decisa Lucille Hardy, interpretata da Shirley Henderson, Stanlio con la prepotente Ida Laurel, interpretata da Nina Arianda. E è perfetto anche nella messa in scena del loro spettacolo teatrale itinerante.
Va detto però che sceneggiatore e regista si prendono la libertà di unire sotto la stessa tournée, datata 1953, tre tournée inglesi diverse, quella del 1947, quella del 1952 e quella del 1953. Le due settimane al Palladium di Londra e l’idea di fare al cinema un “Robin Hood” comico con una piccola produzione inglese, fa parte, ad esempio, della tournée del 1947. Anche l’arrivo delle mogli a Londra è del 1947. La cancellazione del tour per i problemi al cuore di Ollio sono invece della tournée del 1953, ma il tutto accade a Plymouth, non a Londra. Le due comiche che vediamo rappresentate, cioè “A spot in trouble”, con la stazione, e “Birds of feather”, con Stanlio che arriva con uova soda e noci a trovare Ollio all’ospedale, fanno parte di due tournée diverse. Il viaggio verso l’Irlanda non potrebbe essere alla fine di tutto, perché nessuna tournée finì così. Nel film, per ovvi motivi di pratica, le tre tournée sono state unite per raccontarci una storia.
caterina guzzanti pietro sermonti confusi e felici 3
Che è più o mena quella descritta, anche se pure Stanlio ebbe non pochi problemi fisici, che finirono con un’operazione alla prostata, e Ollio già sapeva nel 1953 di avere problemi di cuore. Ma la storia di Stanlio che seguita a scrivere il copione di “Robin Hood” e di altri sketch per la coppia è vera. Come la geniale battuta recitata da Ollio/Frate Tuck sul “rubare ai poveri per dare ai poveri… così si elimina l’intermediario”. Magari si ride di più col primo film di Aldo, Giovanni, Giacomo, “Tre uomini e una gamba”, Italia 1 alle 21, 20, prodotto da Paolo Guerra, il loro storico agente e il primo a credere ai tre come comici per il cinema. Rifiutò qualsiasi proposta di altri produttori e decisi di produrre lui stesso il film dei suoi comici. E fece un successo epocale.
Rimane, almeno nella memoria, il film più divertente dei tre. Su Canale 5 alle 21, 20 passa invece “Captain Marvel” diretto da Anna Boden e Ryan Fleck con un occhio già allo scivolamento sul femminile che verrà nel mondo dei superoi. Era il 2019 ma sembra passato un secolo. Come era? Riprendo una mia vecchia recensione.
il vizietto
Diciamolo subito, il gatto rosso, Goose The Cat, interpretato da ben quattro gatti diversi, Archie, Reggie, Rizzo e Gonzo, è piaciuto a tutti. E magari non è solo un gatto. La bella Brie Larson, ragazzona che si è allenata ben nove mesi per la parte, come Carol Denver, cioè la versione al femminile di Captain Marvel, che all’origine era un maschio, pure. Ci mette un grande entusiasmo, una grande carica emotiva, anche se la vediamo ormai lontana da una carriera meno scontata e più acchiappa-Oscar come ai tempi di Room. Ma le hanno dato 5 milioni di dollari sull’unghia, e un futuro da supereroina, che poteva fare… Jude Law, Annette Bening e Ben Mendelsohn fanno il loro, Samuel L. Jackson ringiovanito con una parruccaccia in testa e senza la benda sull’occhio del suo personaggio, visto che siamo nel 1995, è un filo ridicolo.
tre uomini e una gamba
Ma nel complesso questo Captain Marvel, venticinquesima avventura della Marvel, la prima diretta dalla coppia Anna Boden e Ryan Fleck, che lo hanno scritto assieme a Geneva Robertson-Dworet, tutti provenienti dal mondo del Sundance e dalla cinefilia dei nerd quarantenni di oggi, cresciuti a Top Gun e a Blockbuster, è un ottimo avventuroso che mischia bene le carte che deve giocare. Cioè la rivitalizzazione al femminile di una storia Marvel, perfino il capo di Carol è diventato femmina, cioè Annette Bening, con scrittura in gran parte al femminile, la costruzione di una space war epocale, vedi la guerra tra i più evoluti Kree e gli Skrull, in grado di prendere le sembianze di chiunque, e l’avventura sulla terra, “ci sono stato, è un letamaio” dice un Kree, alla Terminator, cioè con un violento scontro tra alieni mediato dalla presenza di umani, come il Fury di Samuel L. Jackson, e dalla stessa Captain Marvel, che ci viene presentata come guerriera Kree, ma che sappiamo avere troppe visioni del passato per non aver nulla a che fare con la terra.
tre uomini e una gamba.
Il mischione, insomma, anche se non produce nulla di davvero originale, funziona bene. E direi inoltre che è proprio la ritrovata umanità di Carol Denvers, che precipita sulla terra inseguita dal perfido Skrull Latos, Ben Mendelsohn, che in versione “umana” parla come Donald Rumsfeld, e in versione aliena con accento australiano, alle prese con la terra e i terrestri a far davvero funzionare il film. Perché la sua avventura viene trasportata nella Los Angeles del 1995, gli anni di P.J. Harvey e dei Nine Inch Nails, lei cade proprio dentro un negozio di Blockbuster che vnede vhs di The Right Stuff, e ogni volta che ci viene mostrato un vecchio computer con il dischetto che stenta a caricarsi il pubblico ride come ci parlassero di milioni di anni fa.
tre uomini e una gamba 1
In seconda serata occhio a un tardissimo Visconti su Rai Movie alle 23, 05, “Gruppo di famiglia in un interno” con Burt Lancaster che ci sembrava vecchio a 61 anni, Silvana Mangano, Helmut Berger, Claudia Marsani, Stefano Patrizi. All’epoca mi sembrò un po’ ridicolo, col vecchio professore, un po’ Mario Praz un po’ Visconti stesso chiuso nel suo eremo alle prese con la bellezza del giovane maschio Helmut Berger e le follie della vita di tutti i giorni nell’ormai lontano 1974. Claudia Marsani fece colpo nel ruolo della ragazzina, un ruolo pensato per Therese Ann Savoy, e fecero colpo le sue foto nude che circolarono prima dell’uscita del film. Girato in inglese ebbe recensioni non esaltanti sui giornali americani. “Un disastro” scrisse Vincent Canby sul “New York Times”, “Estremamente deprimente” per Frank Rich del “Post”, “Ponderoso e non volutamente divertente”, scrive David Demby sul “Los Angeles Times”, che lo trova tradotto in un inglese corretto, ma parlato come fosse “William F. Buckley in un giorno no”. Al New York Festival, dove venne mostrato a un pubblico che lo trattò come un repertorio di due secoli prima, venne negli stessi giorni salutato come un capolavoro liberatorio “Il diritto del più forte” di Rainer W. Fassbinder, che non aveva certo bisogno di celarsi dietro l’omosessualità repressa del professore di Burt Lancaster per dichiarare i propri desideri. Su Cielo alle 23, 15 torna Moana Pozzi in “Ecstasy” di Luca Ronchi, assistente e biografo di Mario Schifano, con Rocco Siffredi e Virna Anderson.
il vizietto
Nella notte posso segnalarvi “Il vizietto” di Edouard Molinaro con Ugo Tognazzi, Michel Serrault, Michel Galabru, Carmen Scarpitta, Luisa Maneri, Rete 4 alle 0, 50, non una rarità ma sempre un gran divertimento. Tutto girato a Cinecittà, lo scombinato ma curioso “Magnifica presenza” di Ferzan Özpetek con Elio Germano, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Beppe Fiorello, Andrea Bosca, Rai Movie all’1, 15. Magari da rivedere. Non male il film di gangster di Dennis Berry “Segreti di famiglia” con Henry Cavill, Joe Mantegna, Sergio Castellitto, Emmanuelle Seigner, Charles Aznavour, Iris all’1, 25.
Attenzione che su Rai Tre all’1, 40 arriva un capolavoro come “Il colore del melograno” del geniale artista armeno Sergej Paradzanov con Sofiko Caureli, Melkop Alekjan, Vilen Galustjan, Onnik Minassian, girato nel 1968, con molti problemi di censura in patria, anche a causa dell’omosessualità del regista e dei suoi traffici (veri o presunti) di opere d’arte che lo portarono addirittura in prigione. Paradzanov, persona meravigliosa e artista incredibile, fu l’amico di una vita di Giovanni Buttafava. Non è un film da seguire come una storia, è un totale piacere per gli occhi.
italiano medio 7
Da qualche parte, in Rai, dovrebbe esserci l’intervista che gli fece proprio Giovanni a Venezia… Su Cine 34 all’1, 45 avete anche il trashissimo, ma divertente “Italiano medio”, opera prima di e con Maccio Capatonda, che vidi in anteprima in una saletta romana con tutti i dirigenti Medusa schierati che non risero mai, ma vedevano se io, spettatore medio, ridevo. Situazione imbarazzante.
Accanto a me, mia moglie, senza pronunciare una parola mi scrisse un sms: “Mai più". Evidentemente il film non le piaceva. A me, sì. Chiuderei volentieri con “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi su Rai tre alle tre. O sul raro “le tre eccetera del colonnello” di Claude Boissol con Anita Ekberg, Vittorio De Sica, Daniel Gélin, Georgia Moll, Paolo Stoppa (mai capito il titolo…), Iris alle 3. O sul bruttissimo “King Kong 2” di John Guillermin con Brian Kerwin, Linda Hamilton, John Ashton, Peter Michael Goetz, Frank Maraden, Rete 4 alle 3, 10, o su “Il Gaucho£” di Dino Risi con Vittorio Gassman e Nino Manfredi, Cine 34 alle 3, 25.
italiano medio 2
Preferisco chiudere con un film che vorrei proprio vedere perché era vietatissimo quando uscì il secolo scorso, “Le soldatesse” diretto nel 1965 da Valerio Zurlini, scritto da De Bernardi e Benvenuti da un racconto di Ugo Pirro, storia di un gruppo di prostitute che tra la Grecia e l’Albania si ritrovano scortate da tre soldati italiani verso un bordello nel 1940 durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante il viaggio faranno le loro scelte, come unirsi ai partigiani a combattere i nazisti. Un primo copione, scritto da Franco Solinas e Gillo Pontecorvo, pensato per la regia di Pontecorvo, non venne accettato dal produttore, Moris Ergas. Con Mario Adorf, Anna Karina, Lea Massari, Marie Laforêt, Valeria Moriconi, Tomas Milian, Iris alle 4, 35. Assolutamente da vedere.
il vizietto IL VIZIETTO II IL VIZIETTO II italiano medio