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    IL DIVANO DEI GIUSTI – STASERA SU CIELO ALLE 21,20 PASSA IL CAPOLAVORO WESTERN DI SERGIO CORBUCCI, “DJANGO” – SU CINE 34 TROVATE L’HORROR COMICO “SONO SOLO FANTASMI” DIRETTO SULLA CARTA DA CHRISTIAN DE SICA, MA IN REALTÀ DA SUO FIGLIO BRANDO. È IL MONDO DI EDUARDO MISCHIATO ALLA COMICITÀ UN PO’ TRASH DI DE SICA – IRIS A MEZZANOTTE PROPONE “ARGO” DI E CON BEN AFFLECK, OTTIMO DRAMMA CHE DIVENTA COMMEDIA – RAI MOVIE ALLE 2 FA CONTENTI DAGO E I VECCHI FAN DI JOSEPH L. MANKIEWICZ CON IL CAPOLAVORO “EVA CONTRO EVA” – VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    monsters la storia di lyle ed erik menendez 11 monsters la storia di lyle ed erik menendez 11

    Che vediamo stasera? Intanto leggo che la famiglia Menendez ha fatto causa a Netflix per la serie “Monsters. The Lyle and Eric Menendez Story” ideata da Ryan Murphy, dove i due pargoletti, ricchi e viziati abitanti di Beverly Hills, uccidono i genitori a fucilate. Dicono che nella serie sembrano antipatici, freddi, svitati, senza cuore. Falli anche cattivi dicono a Roma. Ma non si erano accorti, i Memendez, che la serie si chiama Monsters? Andiamo alla prima serata in chiaro.

     

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    Su Cielo alle 21,20 passa il capolavoro western di Sergio Corbucci, “Django”, scritto da Piero Vivarelli e Franco Rossetti con Franco Nero, José Bodalo, Loredana Nusciak, Angel Alvarez, Gino Pernice, Simón Arriaga. Un film venuto bene per caso, che Sergio Corbucci non voleva fare, che avrebbe preferito fare con Mark Damon e non con Franco nero. Eppure fu il lancio internazionale di Corbucci come regista di western, di Franco Nero come star internazionale, di Manolo Bolognini, fratello di Mauro, come produttore e del nostro western come trionfo di violenza.

     

    “Mi ero messo a farlo alla mia maniera,” ricordava il regista, “con crudeltà, esagerazione, fango, schifezze, morti a raffica... per contrappormi a Leone che propendeva per una linea solare, fatta di sabbia e di sole. Mi ero ispirato un po’ alla linea giapponese, ai film di Akira Kurosawa...”. Arieccolo Yojimbo.

     

     

    Django è un reduce della Guerra Civile e arriva trascinandosi una misteriosa bara (“La bara porta bene, mi diceva Totò”, diceva Corbucci) in una città divisa tra due bande rivali lungo il confine tra Messico e Stati Uniti. Grande la scena trucissima del taglio dell’orecchio del prete del clan, Gino Pernice, spione. Poi glielo fanno mangiare.

     

    franco nero django franco nero django

    “Quando fecero il film al cinema Cola di Rienzo”, ricordava Corbucci, “per quella scena ci furono addirittura delle urla in sala e poi, uscendo, parlavano solo di quella scena. Era un film, in quel senso, veramente truculento. C’era uno che trascinava una bara nel fango, nella bara c’era una mitragliatrice, c’erano delle mani che venivano spappolate dagli zoccoli dei cavalli... eravamo nel 1966 e per quei tempi era molto forte...”.

     

    “Django” nasce dopo il disastro di un film ambizioso prodotto da Bolognini, La donna del lago, diretto da Luigi Bazzoni. “Per recuperare i soldi mi dissero di fare un western. Così chiamai Sergio Corbucci che stava terminando Johnny Oro”. Il nome Django, che per Corbucci è un omaggio a Django Reinhardt, per Manolo Bolognini è “nome di un chitarrista greco che ascoltai in viaggio con la mia prima moglie”.

     

    sergio corbucci sergio corbucci

    Mah... Anche Vivarelli, esperto di musica, ricorda che viene da Django Reinhardt. “Io avevo dato a Corbucci dei dischi di Django Reinhardt e quando non sapevamo che titolo trovare venne fuori appunto Django, che non c’entra nulla con il western, visto che è gitano.” Vivarelli, che già faceva il regista, venne chiamato da Corbucci per la revisione della sceneggiatura.

     

    “Mi chiamò e mi chiese: Pierino, lo faresti ancora lo sceneggiatore? Allora, passa domani da Bolognini in ufficio e firma il contratto per la revisione. Dopo andai a casa di Sergio e gli chiesi, allora, cosa avete? Sergio mi disse: C’è questo pistolero che cammina da solo trascinandosi dietro una bara nella fanga. E poi? Poi non lo so. Allora inventammo il film partendo dal finale. Sergio aveva già fatto un finale col pistolero sordo, poi con quello cieco. Gli dissi facciamolo senza mani. Cioè senza mani perché gliele hanno calpestate i messicani. E così venne la storia. All’incontrario.”

     

     

    SONO SOLO FANTASMI SONO SOLO FANTASMI

    Secondo Bolognini il copione è tutta farina del suo sceneggiatore Franco Rossetti, storia e copione. Ma la revisione venne fatta da Corbucci con Piero Vivarelli, che infatti firma il copione. Più o meno è la stessa cosa che diceva anche Franco Rossetti. “C’era Corbucci che voleva fare questo western, ma non aveva le idee chiare. A un certo punto lui ebbe l’idea di questo pistolero che si porta appresso la bara. Mi pare una bella idea, gli dissi, ci si può lavorare sopra. Il film doveva essere fatto subito, non ricordo perché, così la sceneggiatura doveva essere scritta il giorno dopo. Io gli dissi che non me la sentivo di far tutto da solo. Vogliamo provare Vivarelli?, gli chiedo, e chiamammo lui che era un amico. La sceneggiatura così l’abbiamo scritta io e Vivarelli.”

     

    christian de sica sono solo fantasmi christian de sica sono solo fantasmi

    Dobbiamo ricordare che anche Fernando Di Leo ha detto più volte di avere riscritto una ultima revisione la notte prima che Corbucci partisse per la Spagna. “Sono stato tutta la notte a casa di Corbucci, che aveva l’aereo alle otto di mattina. Il povero Sergio a un certo punto mi disse: “Fernà, scusa, ma io vado a dormire, tanto quello che fai va bene...” (“Nocturno”).

     

    E Bruno Corbucci raccontava di averlo riscritto sul set. Mentre lui stava dirigendo uno dei suoi primi film da regista in Spagna, e ogni sera aveva il compito di riscrivere anche i dialoghi di Django. “Può darsi che altri abbiano dato una mano”, dice Rossetti, “ma il grosso della cosa la scrivemmo noi. Riguardo a Bruno Corbucci è possibile, io non andai sul set in Spagna e non ci voleva andare nemmeno Sergio. La cosa buffa era che, anche se l’idea era sua, questo film non gli piaceva e non lo voleva girare. Lo spinsero nell’automobile a forza a andare in Spagna”.

     

    Su Cine 34 alle 21,15 trovate l’horror comico “Sono solo fantasmi” diretto sulla carta da Christian De Sica, ma in realtà da suo figlio Brando. Protagonisti sono Christian De Sica, Carlo Buccirosso, Gian Marco Tognazzi, Gianni Parisi, Leo Gullotta. Brrr …. Paura…. “Ma che è sto bagnaticcio?” – “Me so’ pisciato addosso”. “Chi sei?” – “Sto cazzo!”. In pratica è il mondo di Eduardo mischiato con Napoli, con la comicità un po’ trash di Christian De Sica e il mondo del fantasy coi fantasmi.

    christian de sica sono solo fantasmi christian de sica sono solo fantasmi

     

    Bel calderone. Il più fetente tra i fantasmi è il fantasma scorreggione che tormenta il ristorante “La cozza d’oro” di Tommaso Bianco, che vediamo volare in mezzo al salone centrale sparando merda su tutti. La più cattiva è la strega Janira che vuole vendicarsi sui napoletani seppellendoli sotto il Vesuvio.

     

    Rispetto ai cinepanettoni dell’epoca De Laurentiis con Boldi e Christian siamo qui alle prese con una commedia decisamente moderna, all’americana, girata con trucchi e effetti speciali più che onorevoli, e le vecchie battute del genere, i vattelapigliand…. sono relegate a punteggiature del personaggio di Christian. Non si farà mai il sequel. Purtroppo. 

     

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    Rai Storia alle 21,10 propone “Snowden” di Oliver Stone con Joseph Gordon Levitt, Shailene Woodley, Scott Eastwood, Nicolas Cage. Non sarà un capolavoro, scrivevo nel 2016 dopo averlo visto, ma è comunque un filmone. Joseph Gordon-Levitt ci propone un Edward Snowden che cerca a tutti i costi di mantenere una sua vita privata, normale, mentre lavora a progetti segretissimi e rischiosissimi per la CIA e per la NSA, mentre tratta con dei capi che sono dei veri criminali.

     

    Tutto il film è costruito su uno Snowden appena scappato dalla base NSA delle Hawaii, chiuso in un albergo a Hong Kong nel 2013, che è pronto a dare i suoi segreti a due giornalisti progressisti, Ewen MacAskill del Guardian, interpretato da Tom Wilkinson, e Glenn Greenwald dello Washington Post, interpretato da Zachary Quinto, mentre la filmaker militante Laura Poitras, Melissa Leo, gira un documentario verità, Citizenfour.

     

    joseph gordon levitt snowden joseph gordon levitt snowden

    Le rivelazioni di Snowden, collaboratore di punta di CIA e NSA, sono clamorose e faranno, come sappiamo, il giro del mondo, dimostrando come lo stato più potente del mondo ci abbia schedato tutti e controlli le nostre vite attraverso computer, cellulari, mail, sms, d’accordo con Facebook, Google, You Tube, Yahoo e gran parte dei maggiori tycoon della rete.

     

    La storia di Snowden, da giovane genio informatico alla scuola di spie della CIA, anche un bel po’ conservatore, a Robin Hood della rete è raccontata con grandi flash back che vedono nel corso del tempo la sua trasformazione via via che si rende conto che il suo lavoro e le sue invenzioni vengono usate dai suoi capi o per usi militari, come la connessione coi droni per eliminare terroristi sospetti in Medio Oriente, o per combattere hackeraggi cinesi o russi.

     

    joseph gordon levitt snowden joseph gordon levitt snowden

    Come spiega bene a Snowden il suo superiore, Corbin, interpretato da Rhys Ifans, la vera guerra americana alla quale prepararsi non è quella in Iraq o quella al terrorismo, ma quella futura, del tutto informatica si spera, con le altre potenze, Russia, Cina…

     

    Su Rai Movie alle 21,10 il musical-fantasy prodotto in Corea “Press Play” diretto da Greg Björkman con Lewis Pullman, Danny Glover, Christina Chang, Matt Walsh, Clara Rugaard, Lyrica Okano, con la musicassetta che come premi play funziona da macchina del tempo.

     

    Su Iris alle 21,10 torma il polpettone di Ridley Scott “Le crociate” con Orlando Bloom, Eva Green, Liam Neeson, Jeremy Irons, Edward Norton, David Thewlis, che andrebbe magari recuperato nella director’s cut da 190 minuti e non in questa versione voluta dalla Fox da 140 minuti.

     

    press play la musica della nostra vita 3 press play la musica della nostra vita 3

    Attenzione che su Rai4 alle 21,20 abbiamo il thriller tedesco dal massimo dei voti da parte dei critici “Cut Off” o “Abgeschnitten”, diretto da Christian Alvart con Moritz Bleibtreu, Jasna Fritzi Bauer, Lars Eidinger, Fahri Yardim, Enno Hesse, caccia a un sadico che tiene ostaggio una ragazza. Pieno di scene forte e di torture. Non per tutti i gusti. Ma sembra sia ottimo.

     

    Su Tv8 alle 21,30 rientriamo nella norma con l’action con Liam Neeson “Blacklight” di Mark Williams con Aidan Quinn, Taylor John Smith, Emmy Raver-Lampman, Claire van der Boom. Passiamo alla seconda serata con la commedia australiana “Come se non ci fosse un domani” diretta da Josh Lawson con Rafe Spall, Zahra Newman, Josh Lawson, Noni Hazlehurst, Ronny Chieng, Dena Kaplan, dove ogni volta che il protagonista si sveglia, dal giorno del suo matrimonio, passa un anno esatto. Ma solo lui si accorge del passaggio temporale. Credo che ne abbiano fatto un remake italiano.

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    Cine 34 alle 23,15 propone “Viuuulentemente mia” di Carlo Vanzina con Diego Abatantuono, Laura Antonelli, Roberto Della Casa, Christian De Sica, Sandro Ghiani, Flora Carabella, Jimmy il Fenomeno, Guido Nicheli. Pieno di battute dei bei tempi che furono, "Chi è questa, la moglie di Al Caprone?". "Marooonna, guarda che media, è così alta che sembra un liceo". "Potto Cevvo, potto Rotondo, ma babbagia no, babbagia no". "Cotono, il caso Skorpio è tuo". "Non ingravidi la sua posizione", “Vade retro Saragat!”, "Io c'ho 7 vite come il gatto a 9 code, bella mia. 7 x 9 fa 63... 63 vite... Scus se è poco... Scus se è poco!".

     

    Sembra interessante “Come feline nell’inferno di Tokyo”, storia di tre prostitute a Tokyo diretto da Kazuya Shiraishi con Juri Ibata, Satsuki Maue, Michie, Kazuko Shirakawa, Tomohiro Kaku, Kazunobu Kubota, Cielo alle 23,20.

     

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    Iris a mezzanotte propone “Argo” di e con Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber, Tate Donovan, ottimo dramma che diventa commedia con l’idea di una produzione cinematografica hollywoodiana finta nel pieno della rivoluzione iraniana del 1979 costruita solo per salvare un bel po’ di cittadina americani intrappolati nell’ambasciata canadese. Strepitosi Alan Arkin e John Goodman.

     

    Rai Movie alle 0,15 propone il film per la terza età “Queen Bees” di Michael Lembeck con Ellen Burstyn, James Caan, Ann-Margret, Jane Curtin, Loretta Devine, Christopher Lloyd. Rete 4 alle 0,50 passa il drammone del sud “I segreti di Osage County” di John Wells con Meryl Streep, Julia Roberts, Juliette Lewis, Julianne Nicholson, Ewan McGregor. Nel film, tutto al femminile, tratto dalla celebre commedia di Tracy Letts, l'unico vero maschio della storia, il padre famiglia Beverly Westeon, interpretato dal grande Sam Shepard, ha visto bene di togliersi la vita dopo neanche cinque minuti di film.

     

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    Ha regalato una copia delle poesie di T.S.Eliot all'indiana, Mistu Upham, che ha assunto per curare la moglie Violet, una scatenata Meryl Streep da Oscar, malata di cancro alla bocca, ha dato qualche indicazione e si è tolto di mezzo con grazia. Le tre figlie dei due accorrono e si vivranno il funerale e la simpatica cena di famiglia successiva dove vengono a galla le grandi verità mai dette.

     

    E vedrà protagonista Violet, forte, drogata, dilagante, insopportabile, sua sorella Mae, la notevole Margo Martindale, sposata col martire Charles, Chris Cooper, e madre del massacratissimo Little Carles, Benedict Cumberbacht, e poi le sue tre figlie, Barbara, Julia Roberts, la più simile a Violet, sposata ma separata con l'intellettuale Bill, Ewan McGregor, e madre della teenager Jean, Abigail Breslin, la svalvolata Karen, Juliette Lewis, che si presenta da Miami con un bel tomo in Ferrari, Steve, Dermot Mulroney, e la triste Ivy, Julianne Nicholson, che è rimasta a curare la mamma e sogna di scappare col cugino Little Charles.

     

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    Funziona benissimo, più che il meccanismo di rivelazioni alla Tennesse Williams, l'ambientazione nel Midwest, le grandi pianure dell'Oklahoma, patria dello stesso Letts, che è nato a Tulsa, e vede la commedia come autobiografica, la presenza costante dei veri padroni di casa, gli indiani dell'Osage County, che vennero massacrati e cacciati non si capisce bene per cosa, visto che non c'è un personaggio che non voglia andarsene da lì.

     

    Cine 34 all’1 non demorde con la commedia erotica e propone “Roba da ricchi” di Sergio Corbucci con Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Lino Banfi e le straripanti Serena Grandi e Francesca Dellera. La7 all’1,15 passa l’ultimo film di Francesco Rosi, “La tregua”, tratto dal romanzo di Primo Levi, con John Turturro, Massimo Ghini, Rade Serbedzija, Stefano Dionisi, Claudio Bisio. Un film faticoso e sfortunato.

     

    Rai Movie alle 2 fa contento Dago e i vecchi fan di Joseph L. Mankiewicz con il suo capolavoro, “Eva contro Eva” con Bette Davis, Anne Baxter, George Sanders, Gary Merrill, Marilyn Monroe, Celeste Holm. Si narra di tutto. Con Mankiewicz Bette Davis fu un agnellino. Ma con Celeste Holm, nei ricordi dell’attrice, fu pessimo. Rispose al suo “Buon giorno” nel primo giorno di lavorazione con un “Oh cazzo, buone maniere”. Non si parlarono più.

     

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    Ricordando il film Bette Davis disse che “fu un’esperienza fenice… l’unica stronza era Celeste Holm”. Celebre la frase “allacciatevi le cinture. Sarà una notte agitata” (“"Fasten your seatbelts. It's going to be a bumpy night"). Molti anni dopo Bette Davis ammise che Mankiewicz le aveva salvato la carriera. Aveva fatto parecchi film sbagliati e “Eva contro Eva” la rimise a posto. George Sanders disse a proposito della riuscita del film: "I critici e gli addetti ai lavori lo hanno adorato. Era un film eccezionale: spiritoso, sofisticato, scritto e diretto in modo brillante".

     

    Non sapevo che Ingrid Bergman avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Margo Channing poi andato a Bette Davis. Ma la Bergman si innamorò di Rossellini e partì per l’Italia. Ritroverà George Sanders in “Viaggio in Italia” qualche anno dopo.

     

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    Rai Tre alle 2,20 passa il raro “Les carabiniers” diretto da Jean-Luc Godard, ispirato a una pièce di Beniamino Joppolo messa in scena da Roberto Rossellini, che firma anche la sceneggiatura con Jean Grualt, “Les carabiniers”. Protagonisti, nel ruolo di due poveri soldati in una guerra dove non sanno se sono eroi o torturatori, Marino Masé e Albert Juloss. Su Iris alle 2,25 passa la commedia sentimentale su amore e maternità “Baby Blues” di Diane Bertrand con Karin Viard, Stefano Accorsi, Valérie Benguigui, Jean-Marc Barr, Valerie Dumas.

     

    Cine 34 alle 2,45 passa il curioso, ma non bellissimo, western “Partirono preti, tornarono… curati” con Lionel Stander, Riccardo Salvino, Jean Louis, Giampiero Albertini, Clara Hopf, Camillo Milli e Alvaro Vitali. Scritto, prodotto e diretto (secondo alcuni) dallo strano produttore di Quien sabe?, Bianco Manini, un bolognese che aveva fatto i soldi coi tortellini, anche se per molto tempo si è creduto che il regista fosse Stelvio Massi (che era stato contattato e basta). Rico Boido giurava però di essere stato diretto da Alberto De Martino e che fu lui a firmarsi come Newman Rostel. Ma De Martino negava decisamente.

     

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    Va detto che il ruolo del montatore Romeo Ciatti come “collaboratore alla regia” chiarisce un bel po’ l’idea del film di rimontaggio che aveva in testa Manini, costruendolo cioè con molti pezzi dei film che aveva prodotto. Molte infatti sono le scene in treno come in Quien Sabe?, anzi, spesso, nei campi lunghi, sono proprio quelle, tanto che un occhio attento può intravedere pure Klaus Kinski come frate rivoluzionario.

     

    Del resto molti registi hanno ricordato di aver rifiutato la proposta di Manini di costruire un film Frankenstein col suo materiale di scarto. Non è ben chiaro invece se sia giusto il nome di Ofelia Minaldi alla sceneggiatura. Davvero mai sentita. Inoltre appare, cosa abbastanza unica, un celebre sceneggiatore di commedie di serie B come Francesco Milizia tra gli attori...

     

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    Rai Tre chiude la notte con due film di Roberto Rossellini, “Anno uno” con Luigi Vannucchi, Dominique Darel, Rita Calderoni alle 3,35 e “Il generale Della Rovere” con Vittorio De Sica, Hannes Messemer, Sandra Milo, Giovanna Ralli, Vittorio Caprioli alle 5. Iris alle 4, 05 passa il raro giallo italo-brasiliano “Per sempre” diretto nel 1992 da Walter Hugo Khouri con Ben Gazzara e un gruppo di bellezze del cinema italiano, Eva Grimaldi, Gioia Scola, Corinne Cléry, Janet Agren.

     

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    Cine 34 alle 4,20 si trastulla col volgarissimo “Da Scaramouche or se vuoi l’assoluzione baciar devi sto… cordone” di Gianfranco Baldanello con Stelvio Rosi, Mario Brega, Dada Gallotti, Franca Gonella, Rolando De Santis detto Er Chiodo. Buona notte.

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