• Dagospia

    "IL DOCUMENTARIO DEDICATO A BATTISTI? IL TITOLO ESATTO AVREBBE DOVUTO ESSERE QUESTO: “LUCIO PER AMICO. RICORDANDO MOGOL” – ALDO GRASSO AL VETRIOLO: "IL PROTAGONISTA DELLA SERATA È STATO GIULIO RAPETTI, IN ARTE MOGOL. LUI E' CONVINTO DI ESSERE UN POETA E SI VIVE COME TALE (LEGGETE I SUOI TESTI, SENZA LA MUSICA DI BATTISTI, E SCOPRIRETE LA POETICA DEL BANALESE). NELLA LEGGENDARIA UNIONE FRA MOGOL E BATTISTI CONTINUEREMO A CHIEDERCI CHI DEI DUE È STATO IL MIRACOLATO. IL DOCU-FILM PARTEGGIA PER IL POETA DELLA BRUGHIERA…" - VIDEO


     
    Guarda la fotogallery

     

    Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il Corriere della Sera

     

    mogol battisti mogol battisti

    Le intenzioni sono sempre buone: «Raccontare l’avventura umana e artistica di Lucio Battisti, attraverso un vasto e, in alcuni casi, inedito materiale d’archivio italiano e internazionale, unito ai ricordi di chi lo ha conosciuto, primo fra tutti Mogol, il compagno d’arte e d’avventura».

     

    Questo voleva essere «Lucio per amico. Ricordando Battisti», un documentario di Maite Carpio per Rai1 (adesso si dice «docu-film» che fa più fino, come quando si dice «giornalista e scrittore»). Il titolo esatto, però, avrebbe dovuto essere questo: «Lucio per amico. Ricordando Mogol». Perché mi è venuto in mente di scrivere una simile stupidaggine? Forse perché Giulio Rapetti, in arte Mogol, è convinto di essere un poeta e si vive come tale (leggete i suoi testi, senza la musica di Battisti, e scoprirete la poetica del banalese). Forse perché al buon Franco Mussida è sfuggita un’eresia: «Mogol era il John Lennon di Battisti».

    ALDO GRASSO ALDO GRASSO

     

    Forse perché c’erano più parole che canzoni. Forse perché Pasquale Panella andava comunque citato e non ignorato come se avesse provocato la morte artistica di Battisti (Mogol non pronuncia mai il suo nome, un vero signore). Sta di fatto che il protagonista della serata è stato Giulio Rapetti, in arte Mogol, poeta e paroliere. A Battisti è toccato un destino inverso a quello di Franco Battiato. Di Battisti si parla sempre del suo periodo più popolare, quando ha accettato che la sua musica innovativa fosse «tradotta» da un rabdomante dell’italiano medio, da uno stratega del mainstream, da un teorico, suo malgrado, del kitsch.

    lucio battisti mogol lucio battisti mogol

     

    Nei confronti di Battiato, invece, c’è tutta un’ansia per esaltare i suoi momenti più sperimentali e colti

     

    (...) Nella leggendaria unione fra Giulio Rapetti, in arte Mogol, e il musicista Lucio Battisti continueremo a chiederci, con supremo anelito, chi dei due è stato il miracolato. Il docu-film parteggia per il poeta della brughiera.

     

    mogol battisti mogol battisti mogol battisti mogol battisti mogol lucio battisti mogol lucio battisti battisti mogol battisti mogol

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport