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    “IL SOCCORSO VA PRESTATO SOLO IN CASO DI PERICOLO IMMINENTE” - IL DOCUMENTO VOLUTO DA SALVINI CHE HA BLOCCATO LA GUARDIA COSTIERA A CUTRO – FINO AL 2019 I SALVATAGGI VENIVANO EFFETTUATI IN PIENA AUTONOMIA DALLA GUARDIA COSTIERA CHE APPLICAVA SEMPRE LE REGOLE DEL SOCCORSO IN MARE. QUANDO ARRIVO’ AL VIMINALE SALVINI RIESUMO’ UNA DIRETTIVA DEL 2005 FIRMATA DALL'ALLORA MINISTRO DELL'INTERNO PISANU E OPERO’ UNA STRETTA ANTI-IMMIGRAZIONE. LE REGOLE DI INGAGGIO CAMBIARONO: "L'OPERAZIONE DI SOCCORSO SI APRE SOLO IN CASO DI…”

     


     
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    Estratto dell’articolo di Alessandra Ziniti per repubblica.it

     

    GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

    Prima situazione operativa: localizzazione di natante che trasporta immigrati clandestini individuato oltre le 24 miglia, ma non in situazione Sar. "I mezzi in pattugliamento devono limitarsi ad assicurare il monitoraggio (possibilmente in forma occulta) dei movimenti del natante stesso". Eccole qua le regole di ingaggio di cui, a caldo, all'indomani della tragedia di Cutro del 26 febbraio scorso, ha parlato il comandante della Capitaneria di Porto di Crotone Vittorio Aloi per giustificare il mancato intervento dei mezzi della Guardia costiera in soccorso del barcone naufragato sulla secca di Cutro (79 vittime e un numero ancora imprecisato di dispersi). Stanno in un documento dal titolo "Accordo tecnico-operativo per gli interventi connessi con il fenomeno dell'immigrazione clandestina via mare", che Repubblica è in grado di mostrare.

     

    GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI A CUTRO GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI A CUTRO

    Il documento, firmato nel 2005 da Giuseppe Pisanu ( governo Berlusconi) e tuttora in vigore, non è stato mai di fatto applicato come confermato dal ruolo della Guardia costiera che, fino al 2018, considerava evento Sar qualsiasi imbarcazione di migranti operando salvataggi in piena autonomia. Ed è infatti con la direttiva del marzo 2019, che Matteo Salvini, allora al Viminale, chiede ai vertici delle forze dell'ordine di "attenersi scrupolosamente alle indicazioni operative al fine di prevenire l'ingresso illegale di immigrati sul territorio nazionale".

     

     

    MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ALTAN MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ALTAN

    Sono le regole, dettate dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, che normano - con estrema precisione - caso per caso chi e come deve intervenire quando viene segnalata un'imbarcazione di migranti. E, nella fattispecie di Cutro, sono le regole che - applicate rigidamente come da richiamo della direttiva interministeriale firmata da Matteo Salvini a marzo 2019 - hanno da subito messo nelle mani della Guardia di finanza il pallino di quella che è stata immediatamente catalogata come operazione di polizia (law enforcement) legando invece le mani della Guardia costiera che, proprio da queste regole di ingaggio, è chiamata a intervenire con un'operazione di soccorso solo se si apre un evento Sar. Come prescrive la cosiddetta seconda situazione operativa che scatta quando "le condizioni meteomarine pongono in serio ed immediato pericolo di vita gli occupanti del natante."

     

    i resti del barcone del naufragio di cutro i resti del barcone del naufragio di cutro

    Ecco dunque, perché, la notte tra il 25 e il 26 febraio le potenti motovedette della Guardia costiera in dotazione alle capitanerie di Crotone e di Reggio Calabria rimasero in porto. Semplicemente perché, di fronte ad una segnalazione come quella inoltrata dall'aereo Eagle 1 di Frontex di un natante in "buone condizioni di navigabilità", le regole di ingaggio decise dal ministero dell'Interno prevedono che debba scattare un'operazione di polizia e non di soccorso e che i mezzi interessati (nella fattispecie quelli della Guardia di finanza, unica polizia marittima in Italia) "devono limitarsi ad assicurare il  monitoraggio del natante", per altro aspettandolo all'ingresso delle acque territoriali italiane. 

     

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    i resti del barcone del naufragio di cutro i resti del barcone del naufragio di cutro

    La regia di qualsiasi operazione è affidata alla direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere a cui - si legge ancora nell'accordo -  tutti i comandi delle forze dell'ordine coinvolti (Marina militare, Guardia di finanza, corpo delle Capitanerie di porto, carabinieri e polizia) "dovranno inoltrare le acquisite informazioni relative all'immigrazione clandestina via mare", "concorrono alle attività di sorveglianza e controllo previste dal presente accordo, restando alle dipendenze gerarchiche ed operative dei rispettivi comandi di appartenenza".   

    naufragio cutro naufragio cutro

     

     

    Questa, dunque, la catena di comando che ha operato secondo le direttive che il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi non ha voluto svelare neanche durante la sua informativa a Camera e Senato ribadendo che "la segnalazione Frontex circa l'imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo, non c'erano state chiamate di soccorso di nessun genere, sullo scenario era presente un'unità navale della guardia di Finanza dedicata all'evento che avrebbe potuto fornire ulteriori elementi mediante riscontro diretto e che, qualora fosse stato necessario, avrebbe anche potuto svolgere attività di soccorso quale risorsa concorrente, in linea con le previsioni del Piano nazionale Sar, non erano variate le condizioni meteo-marine".

    matteo salvini matteo salvini protesta contro il consiglio dei ministri a cutro protesta contro il consiglio dei ministri a cutro

     

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