1. MA È STATO IL FUNERALE ANCHE DI TV E MONARCHIA?
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
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Ancora una volta, nel Regno Unito, incoronazioni, matrimoni e funerali regali sono straordinarie cerimonie mediali, dove tutto è stato previsto e preparato da tempo con grande cura. Solo così la canonizzazione surriscalda lo schermo e lascia un segno indelebile nella storia della tv. Le telecamere riprendono i fatti ma li rileggono prima come racconto e poi come storia.
Che senso ha oggi una bara trainata non da cavalli ma da 98 marinai della Royal Navy? Per un rispetto della tradizione, certo, ma anche per adempiere alle esigenze coreografiche di riprese televisive fuori del comune. Com' era successo ai funerali di Diana, uno dei più grandi media event, al pari del Live Aid. Com' era successo, anni prima, al matrimonio di Ranieri di Monaco con Grace Kelly.
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Del resto, l'incoronazione della giovanissima Elisabetta II (2 giugno 1953) è stata la prima grande cerimonia della tv, per molte persone il primo evento mai visto in tv: 27 milioni di persone si sintonizzarono quel giorno sulla Bbc per vedere la cerimonia. Ogni liturgia mediale è una complessa e solenne mediazione tra la tecnica e il simbolico con una cura del dettaglio a cui nessuna fiction, nessuno show potrà mai aspirare: la queue senza fine, l'Abbazia di Westminster, la bara avvolta nello stendardo regale, God Save the King, le cornamuse, i rintocchi del Big Ben, Wellington Arch, infine l'ultimo viaggio verso il castello di Windsor.
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Grazie alla tv, la monarchia inglese è diventata un marchio riconoscibile. Simbolizza l'Istituzione, e cioè la Forma, gli antichi riti, il codice vestimentario, i gesti che dovrebbero ancora ricoprire una funzione sacrale (tutto ciò che manca alla quotidianità). La tradizione è tutto per un Paese che non ha nemmeno una Carta costituzionale scritta. Chissà se ieri abbiamo assistito anche al funerale della stessa monarchia (e della tv).
sudditi magnano e bevono nei pub durante i funerali della regina 2
2. IL SOFT POWER DI UNA REGINA VALE UNA DIRETTA TV DA 4,5 MILIARDI DI SPETTATORI
Enrica Roddolo per www.corriere.it
Il soft power della corona, dei reali, ha dimostrato con il funerale di stato di Elisabetta II a Londra seguito poi dal funerale privato alla cappella di San Giorgio a Windsor, tutta la sua forza. Perché soltanto un senso di rispetto e appartenenza collettiva, un’adesione corale al dolore come quella di un popolo (e un mondo) per la morte della regina, poteva fare di un funerale il più grande evento globale di sempre. Almeno dal dopoguerra. Con stimati 4,5 miliardi di spettatori a seguirlo, la trasmissione mondiale più vista di sempre.
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Non solo: oltre 500 leader globali sono arrivati (e già ripartiti da Londra) per rendere omaggio a Elisabetta. Già ripartiti perché a New York c’è l’appuntamento con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. E Biden parlerà eccezionalmente solo mercoledì per avere tempo di tornare. E già questo dettaglio dice quanto il soft power della corona sia diventato di fatto un hard power, almeno per un giorno. Tanto da muovere l’agenda internazionale. Tanto da distrarre, per uno scampolo di tempo, gli occhi dalle crisi globali.
meghan markle al funerale della regina elisabetta
«Quando avevo 21 anni dedicai la mia vita al servizio del nostro popolo e chiesi l’aiuto di Dio per tener fede a quel voto», pronunciò Elisabetta nel 1977 al discorso del suo Giubileo d’argento. Aggiungendo: «E per quanto abbia fatto quella promessa nei miei anni verdi, quando ero inesperta, non rimpiango né intendo ritrattare una sola parola». Il tempo, la Storia, ha provato che davvero non ha mai tradito quella promessa che riecheggiava le parole di Shakespeare.
E le folle di questi giorni a Londra, il fiume di fiori, biglietti, bambini disposti a camminare 13 ore pur di dirle addio, dimostrano che quella dedizione ha fatto breccia nel cuore. Ha parlato alla nostra sensibilità indurita dalla contemporaneità.
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Buckingham Palace nella notte ha divulgato la foto commemorativa della regina. Sorridente, la sovrana è stata ritratta a Windsor nel maggio scorso dal fotografo Ranald Mackechnie. Indossa un abito azzurro con le due spille con acquamarina, regalo di compleanno del padre Giorgio VI quando compì 18 anni. Elisabetta è entrata nella Storia e ci ha lasciati un po’ più soli. Il suo sorriso, magnetico come quello di una Monna Lisa ci aveva accompagnati per quasi un secolo. E adesso sentiamo già tutta la struggente nostalgia.
i duchi di sussex al funerale della regina elisabetta
La sfida di Carlo III - commosso, con le lacrime trattenute a stento e una smorfia di commozione quando la corona imperial, lo scettro e il globo di Elisabetta sono stati sollevati dal feretro per essere deposti su cuscini e poi tornare a dormire nella Torre di Londra fino all’incoronazione del re - dicono che anche lui è consapevole del ruolo ereditato.
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