BENJAMIN NETANYAU CON RECEP TAYYIP ERDOGAN
ERDOGAN AL PAPA, 'A GAZA È IN CORSO UN MASSACRO'
(ANSA) - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che "gli attacchi israeliani contro Gaza hanno raggiunto il livello del massacro" durante una telefonata con Papa Francesco.
Lo fa sapere la presidenza di Ankara aggiungendo che, durante il colloquio, Erdogan ha criticato la mancanza di indignazione da parte della comunità internazionale rispetto agli attacchi contro la Striscia.
Citando gli aiuti umanitari per la popolazione della Striscia inviati da Ankara, Erdogan ha lanciato un appello per sostenere gli sforzi della Turchia e ha affermato che "la pace permanente nella regione, che ospita i luoghi sacri delle tre religioni monoteistiche, sarà possibile solo con la creazione di uno Stato di Palestina indipendente, sovrano e geograficamente integrato ai confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale".
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ERDOGAN, ISRAELE STA MASSACRANDO LA PALESTINA
(ANSA) - "Gli attacchi su Gaza hanno già superato il limite dell'autodifesa e sono diventati massacri, crudeltà e barbarie". Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conferenza trasmessa dalla tv di Stato Trt.
"La Commissione europea ha detto ieri che non può chiedere un cessate il fuoco, quanti bambini dovranno ancora morire per arrivare a questo?", ha affermato Erdogan. "Parlano di diritti umani ma stanno ignorando i diritti della popolazione di Gaza da 19 giorni", ha aggiunto il presidente turco.
IL PAPA A ERDOGAN, AUSPICO LA SOLUZIONE DEI DUE STATI
(ANSA) - "Posso confermare che questa mattina si è svolta una conversazione telefonica tra il Papa e il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. La comunicazione, richiesta da quest'ultimo, si è incentrata sulla situazione drammatica in Terra Santa.
Il Papa ha espresso il suo dolore per quanto avviene e ha ricordato la posizione della Santa Sede, auspicando che si possa arrivare alla soluzione dei due Stati e di uno statuto speciale per la città di Gerusalemme". Lo riferisce il portavoce vaticano, Matteo Bruni.
ERDOGAN: «ISRAELE STA MASSACRANDO LA PALESTINA». COSA DISSE NEL 2018 IL PRESIDENTE TURCO E COSA VUOLE ORA LA TURCHIA
Monica Ricci Sargentini per www.corriere.it
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«Qual è la differenza tra le azioni di Israele e quelle di Hitler?», gridava Recep Tayyip Erdogan ai suoi sostenitori nel 2014 durante un comizio per la sua rielezione a presidente . E quattro anni dopo davanti ai suoi deputati ad Ankara diceva: «Israele è lo Stato più sionista, fascista e razzista del mondo, lo spirito di Hitler alberga in alcuni dei leader israeliani di oggi».
E ancora: «Oggi i palestinesi sono soggetti a pressioni, violenze e politiche di intimidazione non meno gravi dell’oppressione inflitta agli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale». Non è nuova la posizione pro-Hamas del leader turco ma da allora i rapporti con lo Stato ebraico si erano distesi […].
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[…] Poi l’inversione di rotta. «Gli attacchi su Gaza hanno già superato il limite dell’autodifesa e sono diventati massacri, crudeltà e barbarie», ha detto Erdogan durante una conferenza trasmessa […] dalla tv di Stato Trt. «La Commissione europea ha detto ieri che non può chiedere un cessate il fuoco, quanti bambini dovranno ancora morire per arrivare a questo? Parlano di diritti umani ma stanno ignorando i diritti della popolazione di Gaza da 19 giorni».
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[…] Eppure di passi avanti nel rapporto Israele-Turchia ne erano stati fatti. Nel 2022 il presidente israeliano Isaac Herzog si era recato ad Ankara dando un segnale di nuovo corso. E lo stesso Erdogan aveva in programma di visitare presto lo Stato ebraico. Alla fine di settembre a New York il leader turco aveva avuto un colloquio bilaterale con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Una relazione legata anche al contrasto di un nemico, comune, l’Iran, sostenitore armeno contro l’Azerbaigian, ma anche alla necessità di essere parte della geopolitica energetica nel Mediterraneo orientale, a cominciare dal progetto di gasdotto EastMed.
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Dopo l’attacco sanguinario del 7 ottobre contro Israele, Ankara aveva cercato, ancora una volta, un difficile equilibrismo. Da un lato sostenendo la causa palestinese, dall’altro cercando di non perdere contatto con Israele. Un atteggiamento ambiguo che Hamas non aveva affatto gradito. […]
Ieri […] è arrivata la presa di posizione netta a favore dell’organizzazione terroristica palestinese ha spiazzato l’Occidente che aveva appena incassato il sì del Sultano all’ingresso della Svezia nella Nato. Finora il presidente turco era riuscito a giocare su due tavoli: amico dell’Occidente e della Nato, sostenitore della causa palestinese. Un equilibrismo impossibile da reggere dopo il 7 ottobre.
Giorgia Meloni Recep Tayyip Erdogan a VILNIUS per VERTICE NATO
C’è da considerare che Ankara sostiene materialmente Hamas dal 2011. I suoi leader, tra cui Khaled Mashal, Ismail Haniyeh e Saleh al-Arouri, si sono incontrati apertamente con Erdogan molte volte. Questi ultimi hanno passaporti e residenza turchi che permettono loro di fare la spola fra Istanbul e Doha, la capitale del Qatar che ospita il quartier generale dell’organizzazione. A unire Turchia, Qatar e Hamas è l’idea di «islam politico», secondo i dettami della Fratellanza musulmana tanto cari al Sultano.
Le posizioni anti-israeliane di Erdogan erano note. Nel 2009 al World Economic Forum di Davos aveva rimproverato l’allora presidente israeliano Shimon Peres, accusando il suo governo di uccidere bambini palestinesi. Nel 2010 aveva poi inviato una «flottilla di aiuti» a Gaza per violare il blocco della marina israeliana, una missione che aveva portato all’incidente della Mavi Marmara, presa d’assalto dalle forze speciali israeliane.
RECEP TAYYIP ERDOGAN NATO
In questo modo, però, il presidente turco sacrifica gli interessi strategici della Turchia alla sua fede islamica. Ha già annunciato il lancio di un’altra flottiglia di aiuti a Gaza e l’intenzione di coordinare una risposta all’operazione militare israeliana in corso a Gaza con la sua controparte iraniana, il presidente Ebrahim Raisi proprio nel momento in cui molti governi occidentali si interrogano sulla portata del coinvolgimento dell’Iran negli attacchi. In questo modo Erdogan conferma i più profondi sospetti dell’Occidente sulle sue vere affinità.
recep tayyip erdogan volodymyr zelensky antonio guterres erdogan con putin lukashenko e altri sinceri democratici al tavolo a samarcanda ERDOGAN PUTIN