BOCCONIANO DI GIORNO, LADRO DI NOTTE – LE DUE VITE DEL “DOTTOR K.”: ORIGINI ALBANESI, BUONA FAMIGLIA, LAUREA E MASTER COL MASSIMO DEI VOTI – IN CASA AVEVA OROLOGI DI LUSSO QUADRI DI PITTORI DEL NOVECENTO, COLLIER E ANELLI CON DIAMANTI: TUTTI RUBATI
Klodian Nikolli
Klodian Nikolli, arrestato il «dottor K», il ladro gentiluomo finto bocconiano
Andrea Galli per www.corriere.it
A settembre, l’avevamo chiamato «dottor K.» evitando di diffonderne le generalità, perché le indagini proseguivano, e forse, chissà, in considerazione della relativamente giovane età, 27 anni, anche confidando nel binomio pentimento-redenzione. Adesso siamo qui a dire che lui, il dottor K., ovvero Klodian Nikolli, origini albanesi, ladro di appartamenti, assiduo frequentatore della Bocconi della quale esibiva orgoglioso un diploma di laurea mai conseguito e contraffatto, comunque convinto di meritarsi il soprannome che s’è dato (l’«economista»), c’è cascato di nuovo. E stavolta è cascato malissimo.
IL BOTTINO DEL DOTTOR K
A febbraio era stato messo ai domiciliari ed era subito sparito. Dopo tre mesi di latitanza, vissuta probabilmente razziando abitazioni, l’hanno ripreso quelli che l’avevano già arrestato, i poliziotti del commissariato Greco-Turro diretto da Angelo De Simone. Nella casa alla periferia Nord, Nikolli esibiva orologi di lusso, quadri di pittori del Novecento, anelli con diamanti.
Tutta roba rubata nelle abitazioni di Milano, dov’era entrato forte dell’abilità di scassinatore, della forma fisica (quotidiani allenamenti alla Virgin), e forte dell’apparenza da insospettabile: capelli ordinati, volto pulito, giacca e cravatta, eloquio e cortesia. Poteva mai essere un ladro? Sì. Per buona pace delle studentesse con le quali simultaneamente s’è fidanzato soltanto per esplorare appartamenti di lusso.
IL BOTTINO DEL DOTTOR K
L’8 maggio, una pattuglia del commissariato ha notato vicino al Niguarda una Mercedes classe A bianca. Un poliziotto, che conosceva già Nikolli e aveva memorizzata la nota di ricerca della sua macchina, ha scorto l’inizio della targa e ha capito che aveva fatto bingo. È nato l’inseguimento, con tratti in contromano, poi Nikolli è entrato sulla Milano-Meda, ha mollato la vettura, ha attraversato a piedi rischiando di morire, ha visto un’area dismessa, s’è arrampicato sulla recinzione di due metri e saltando s’è frantumato tibia e perone. Ricovero (piantonato). Gli han domandato: ma scusa, per quale motivo hai abbandonato la macchina e non hai provato a seminarci nel traffico? Risposta: a fregarvi con la corsa c’era più gusto.