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    TOGLIETEMI TUTTO MA NON IL CENONE! IN CULO AL COVID, CAPODANNATI A CACCIA DI FESTE - DA MILANO A ROMA, I COVIDIOTI ORGANIZZANO PARTY CLANDESTINI CON CENTINAIA DI PERSONE A BASE DI VODKA, TECHNO-DANCE E DROGHE VARIE: “IL VIRUS? NON CI SPAVENTA…” - IN GRAN SPOLVERO LE CROCIERE DI TRE GIORNI E LE ''STAYVACATION'': GENTE CHE RISERVA UN HOTEL, DOVE NEL PREZZO E' COMPRESO CENONE, DISCOTECA, PISCINA, SPA (E CONTAGIO COVID) - SE SOGNATE UN CAPODANNO ESOTICO, SIETE IN RITARDO: I VOLI DI RIENTRO DALLE MALDIVE DEL 2 GENNAIO SONO GIA' TUTTI ESAURITI (ALLA FACCIA DEI QUINDICI GIORNI DI QUARANTENA)


     
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    1. Festa in nave senza divieti: il Capodanno in zona blu

    Marco Pasqua perIl Messaggero”

     

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    C'è una nuova zona, che si è affiancata, ufficiosamente, al ventaglio di quelle decise dall'ultimo Dpcm, che ha colorato l'Italia nello specifico la terraferma - di giallo, arancione o rosso, a seconda dello scenario di rischio. Una nuova area, blu come il mare, quello in cui salperanno le navi da crociera, per le uniche feste di Capodanno ammesse. Niente di illegale, sia chiaro, perché gli organizzatori di questi eventi naviganti, hanno semplicemente sfruttato quanto stabilito dall'ultimo decreto firmato dal presidente del Consiglio, che non ha previsto lo stop delle crociere.

     

    Scoperta la falla, il variegato mondo delle cene-spettacolo lo stesso che questa estate ha fatto tremare la Sardegna, indignando opinione pubblica e virologi ne ha approfittato. E allora, ecco uno degli appuntamenti più attesi dal mondo della notte della Capitale: porta la firma del Piper, discoteca cult, che, per l'occasione, ha arruolato decine di Pr, provenienti da molti dei locali chiusi ormai da 9 mesi.

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    «Capodanno in crociera Costa con il Piper Club», recita uno degli avvisi circolati in queste ore sui social. Appuntamento il 31 dicembre sulla Costa Smeralda (capienza di 2600 persone) a Civitavecchia, arrivo a La Spezia il 1°, il 2 a Savona e rientro a Civitavecchia il 3. Nel pacchetto è incluso il cenone del 31 e il pranzo dell'1 e 2 gennaio. Il tutto arricchito da live show e djset, sul modello-Sardegna, che tanto ha fatto discutere. Un evento che crea anche un caso, a livello di controlli.

     

    Perché, come spiega un funzionario della Capitaneria di Porto, «le verifiche si effettuano in partenza e all'arrivo, diciamo che è difficile, se non impossibile, intervenire su una nave da crociera in navigazione». Anche se poi la compagnia fa sapere: «Le persone dovranno essere distanziate e, laddove questo non sia possibile, indosseranno la mascherina».

     

    Durante la crociera si potranno usare le piscine, spa, il centro benessere, persino il centro massaggi e il casinò. Per festeggiare in zona blu, bisognerà sborsare 990 euro, per la cabina interna (senza vista), 1190 per una esterna con balcone e 2200 per la suite. Tutti i passeggeri saranno sottoposti a tampone rapido. «Ho perso un parente durante il Covid spiega uno di loro e non vogliamo mancare di rispetto a nessuno. Ma dopo 9 mesi di stop, volevamo tornare a festeggiare».

     

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    ASSICURAZIONE ANTI-DPCM Nel pacchetto è inclusa anche un'assicurazione che coprirebbe l'annullamento in caso di nuovo Dpcm anti-crociere. Ma l'iniziativa sulla nave Costa non è l'unica e basta utilizzare Google, per essere investiti da moltissimi siti creati in questi giorni per trascorrere un Capodanno dove il Covid non sarà il pensiero predominante. Anche Msc pubblicizza le sue speciali vacanze di Natale e Capodanno: «Potrai scoprire i mille colori del mondo, dai Caraibi alle gemme senza tempo del Mediterraneo».

     

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    Ad esempio, 10 giorni nel Mediterraneo partenza il 26 dicembre da Genova si spendono, per la soluzione più economica, senza i pasti, 619 euro (cabina interna). Chiaramente viene garantita l'attività di bordo (animazione), il buffet (che negli hotel solitamente non è consentito) e, anche qui, piscine e spa. Sui social, intanto, i messaggi pubblicitari dei Pr vengono accolti da critiche, anche dure. «Non vogliamo offendere nessuno, solo divertirci», si difendono gli organizzatori dei party-naviganti.

     

    2. «Paghi e stai quanto vuoi» Maldive, formula anti Covid esauriti i primi voli del 2021

    Cristaina Mangani per "Il Messaggero"

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    Chiunque abbia intenzione di fuggire verso i paesi caldi per le feste di Natale, sappia che il volo del 2 gennaio 2021 dalle Maldive verso l'Italia, è già tutto pieno. Posti esauriti sia nell'economy che nella business. Perché nonostante la diffusione dell'epidemia e l'obbligo di quarantena per chi rientri dall'estero, c'è chi non intende rinunciare a una vacanza dall'altra parte del mondo.

     

    In questi giorni, infatti, sono molte le richieste che stanno arrivando alle agenzie di viaggio, e non necessariamente dai milionari. Una giovane coppia vuole partire per il viaggio di nozze, ma non si è ancora sposata, perché qui non è possibile festeggiare. E allora sta comprando un pacchetto all inclusive, compreso di cerimonia, rinfresco e ferie matrimoniali. Torneranno quando ne avranno voglia. Beati loro! E c'è anche chi lavora nelle ambasciate estere, e ha deciso di ricongiungersi con il resto della famiglia, in località dove gli obblighi si avvertono meno.

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    IL PACCHETTO La più gettonata tra i vacanzieri ostinati, è Dubai, a seguire le Maldive e le Seychelles, dove l'indice del contagio sembra assestato sui valori decisamente più bassi dei nostri. Va detto che molti di questi paesi stanno cercando di rialzare la testa dopo il periodo del lockdown e del vuoto totale. E quindi si organizzano inventando mille soluzioni possibili per agevolare il turismo.

     

    In uno degli atolli più belli delle Maldive hanno pensato a un all you can stay, ovvero quanto vuoi restare. Una parafrasi del più abituale all you can eat, mangia quanto vuoi, che siamo abituati a vedere in Italia, generalmente nei ristoranti asiatici. La proposta arriva dall'Anantara Veli Maldives Resort, struttura che sorge a una trentina di chilometri dalla capitale Malé, dove per cercare di mettere un freno alle perdite, hanno ideato un pacchetto vacanze per chi sceglie di prolungare, interrompere e riprendere la propria vacanza praticamente a piacimento.

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    Per tutto il 2021, e con costo di circa 70 euro a notte. Dunque 25.500 euro per 365 giorni. Della vacanza negli atolli più lussuosi nell'Oceano indiano ne ha raccontato lo scrittore di viaggi Travis Levius in un reportage per la Cnn. «Non indosso una mascherina, né la indossano gli altri ospiti o il personale», ha descritto, spiegando anche il perché di questa libertà.

     

    La permanenza è stata organizzata in uno dei resort più esclusivi, l'isola privata di Soneva Fushi e Soneva Jani. Gli ospiti sono più che garantiti, perché vengono sottoposti a severi controlli iniziali. Vengono testati per il Covid-19 all'arrivo, quindi messi in quarantena nella loro villa fino a quando non ricevono nuovi risultati negativi.

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    I CONFINI APERTI La nazione di 1.200 isole ha riaperto i confini a luglio senza test obbligatori, poi a settembre ha modificato le regole e ha chiesto ai turisti di presentarsi all'aeroporto con il risultato di un tampone negativo effettuato 96 ore prima della partenza. Statisticamente, le Maldive hanno sotto controllo la situazione del coronavirus. E ora si aspettano che con le feste di Natale il turismo riprenda a tutti gli effetti.

     

    3. Quelle folli feste a Milano tra vodka, techno e droga "Il Covid non ci spaventa"

    Nadia Ferrigo per “La Stampa”

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    Gli ultimi arrivati poggiano una bottiglia di vodka e un'altra di whisky accanto alle altre sistemate nel cucinino, il pezzo principale dell'arredamento del loft oltre a due grandi divani e una lampada rossa. La mezzanotte è passata da poco e una cinquantina di persone ballano con la musica techno e si dedicano all'antica arte del baratto. Per compensare la mancanza di un bar più tradizionale, si ripiega sul classico «ognuno porta qualcosa» in una delle sue varianti meno classiche: vodka contro ketamina, qualche canna se è buona può valere una pastiglia. Nessuno indossa la mascherina, le porte sono chiuse e l'aria si fa sempre più pesante.

     

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    Tacito accordo tra i partecipanti, gli smartphone non sono ben visti. Meglio tenerli in tasca. Per partecipare ai party clandestini milanesi bisogna far parte del gruppo WhatsApp giusto, che raccoglie gli habituée e dove nel fine settimana ci si scambiano le informazioni per trovare l'appartamento "aperto". Anche in questi giorni di lockdown, di zona rossa, di pandemia e di morte. Ma come si fa con i divieti e il coprifuoco ad alzare il volume della musica e organizzare un party? Prima di tutto bisogna trovare il posto adatto.

     

    Lontano dal centro città, anche se di poco. L'ex complesso industriale Richard Ginori sta nel quartiere Ortica, incastrato tra la tangenziale Est e i campi. Sono centinaia di loft, alcuni ristrutturati, altri ancora no. In alcuni vivono famiglie con bimbi, in altri artisti emergenti, c'è qualche laboratorio e un paio di studi musicali. All'ingresso di quello che è stato ribattezzato il «microcosmo creativo» di via Tucidide si trovano un piccolo parcheggio e una portineria con una fila di buche delle lettere. Le prime feste sono iniziate quest' estate, con il falò e la musica fino a tarda sera.

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    Senza particolari precauzioni, né mascherine né distanze, ma almeno si stava all'aperto. Se abiti in "Tuci" e in uno dei loft c'è la musica un po' più alta, non è un problema per nessuno. Anzi. Chi vuole, partecipa: anche questo, certo in altri tempi, può essere un esempio di buon vicinato. Ma anche con la seconda ondata, le feste sono continuate: da fuori, dalla strada che circonda il complesso, non si sente nulla nemmeno nel silenzio luttuoso degli ultimi mesi. In alcune "stecche", le vie di questo condominio diffuso, stanno le biciclette dei bimbi e i cartelli «Obbligatoria la mascherina», in altre sta chi non vuole rinunciare alla Milano festaiola, dove la droga è allo stesso tempo principale attrazione e assoluta normalità.

     

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    «Abbiamo bussato, ci hanno aperto senza chiederci nulla. Un amico ci ha spiegato come arrivare fino a qui» - raccontano M. e D., una coppia di trentenni. Lei lavora da casa per una grande azienda di consulenza. Lui invece no, al lavoro ci va ancora tutti i giorni. Glissa sul dove, un laconico «nei servizi». Se ne stanno in disparte, sono a disagio. Quella che in una sera uguale a tutte le altre poteva sembrare una trasgressiva evasione, si è rivelata in fretta per quel che è: una stupidaggine, per usare un eufemismo. Mezz' ora scarsa, e decidono di andarsene.

     

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    Non tornano subito a casa però, ma vanno da un amico di amici, in un appartamento in centro. «Non è proprio una festa - abbozzano -. Ci si trova in cinque o sei, massimo dieci. Ma stiamo lontani. Ormai il coprifuoco l'abbiamo violato, tanto vale stare ancora un po' in giro». Dopo mesi passati a calcolare le distanze e indossare la mascherina, l'aria sudata e pesante fa davvero paura. Così B., stessa età della coppia, mentre parla tenta di coprirsi la bocca con una sciarpa, resta appoggiata al bancone improvvisato in cucina. Prova a giustificarsi. «Non ne potevo più di stare in casa, sola. Sono sola da mesi, i miei non li vedo mai. Ora però sto pensando a cosa succederebbe se anche solo una persona qui fosse malata».

     

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    Anche lei, come molti altri, è arrivata in taxi. «Il taxista non mi ha chiesto niente - racconta -. Anzi, mi ha rassicurato. Né lui né i suoi colleghi sono stati controllati, mai. A mezzanotte come alle quattro del mattino, tutto tranquillo». Altri invece non mostrano nessun segno di pentimento. «Io mi sento bene, benissimo. Sono assolutamente sano, da mesi» esordisce L., non ancora trentenne, un non meglio definito impiego «negli eventi». È arrivato con la sua auto, racconta che una volta tornando a casa una pattuglia l'ha pure fermato: «Il diritto di tornare al domicilio c'è. Se mi addormento a casa di qualcuno, non possono mica obbligarmi a passarci la notte, no? Se rischio, rischio sulla mia pelle.

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    Anche i miei amici sanno tutto quello che faccio e mi vogliono vedere lo stesso. Va bene a me, va bene a loro, vuol dire che va bene a tutti. Di che cos' altro mi dovrei preoccupare?». Quel che dei protagonisti di questo spettacolo fa spavento non è tanto il disprezzo della legge. A fare impressione è il rifiuto di prendere su di sé anche solo un pezzetto di responsabilità, rischiando di vanificare i sacrifici e gli sforzi degli altri per soddisfare la propria voglia di qualche ora di festa proibita.

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