Andrea Pasqualetto per il ''Corriere della Sera''
La voce bassa, ruvida: «Stiamo male, non abbiamo voglia di parlare».
Chiaro, mamma Lilian ieri ha perso due figli, il primo e il secondogenito, David e Benjamin. Avevano 14 e 11 anni e sono volati giù dal balcone dell' ottavo piano. Con il marito Nathan e gli altri due bambini più piccoli, dopo gli interrogatori durati molte ore, si sono chiusi in casa e non aprono a nessuno. «Signora, sono il parroco». Clic.
CADUTI DALL OTTAVO PIANO A BOLOGNA
Neppure a lui. Per loro, parlano dunque i verbali di polizia firmati in lacrime sabato sera.
«Io non so nulla di cosa sia successo, ero al negozio con gli altri due bambini... Nathan non c' entra, lui ha sempre voluto tanto bene ai figli.
La nostra è una famiglia molto unita», ha raccontato agli inquirenti che cercavano di capire se il marito avesse delle responsabilità, visto che sabato mattina c' era solo lui in casa con i due figli poi precipitati.
Hanno creduto a lei e hanno voluto credere anche a lui, che ha dato una versione dei fatti «compatibile con l' ipotesi della disgrazia - ha ribadito ieri il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato -. Al momento non ci sono elementi che avvalorino una diversa soluzione».
Nathan Heitz Chabwore, 43 anni, operatore sanitario nato a Idsowe, in Kenya, regolare come la moglie trentanovenne, l' ha spiegata in modo semplice: «Per punire David e Benjamin che non mi avevano portato cinque euro di resto della spesa, avevo chiuso la porta di casa e ho tolto la chiave. Poi sono andato in bagno a fare la doccia.
Quando sono uscito ho scoperto che non c' erano più».
CADUTI DALL OTTAVO PIANO A BOLOGNA
Sentiti vari testimoni, tutto quadrerebbe al pm. Tranne la dinamica della tragedia. Com' è possibile che i due fratellini siano caduti entrambi accidentalmente? E per quale motivo i corpi sono stati ritrovati a 6-7 metri di distanza rispetto all' asse di caduta? I magistrati, prima di archiviare la vicenda, sulla quale verrà aperto un fascicolo contro ignoti, vogliono fugare ogni dubbio.
Oggi stesso conferiranno a un medico legale l' incarico per eseguire l' autopsia sui corpi di David e Benjamin. Se trovassero lesioni che nulla c' entrano con la terribile caduta da 25 metri, tutto cambierebbe. Intanto ieri la polizia scientifica è tornata sul luogo della tragedia per cercare conferme all' ipotesi investigativa dell' incidente.
Hanno voluto verificare la dinamica del volo dei due ragazzini.
Altro dubbio, i tempi. La vicina di casa del quinto piano, Giuseppina Matteucci, una ragazza dall' aria intellettuale, ha detto di aver sentito due tonfi «a distanza di mezzo minuto l' uno dall' altro, forse».
Se fosse andata davvero così si sarebbe trattato di cadute distinte, ipotesi questa che renderebbe ancor più misterioso il movente.
CADUTI DALL OTTAVO PIANO A BOLOGNA
Possibile che siano scivolati entrambi in momenti diversi? Ma c' è anche chi, come l' inquilino del primo piano, il ventottenne Ismail Ait Omar, racconta di aver sentito i due rumori in rapida successione. «Tenendo conto di tutte le testimonianze prevale la disgrazia», hanno confermato in Questura.
Ma cosa significa disgrazia? «Si possono fare solo congetture e forse non si saprà mai com' è andata, non essendoci testimoni oculari della tragedia né telecamere utili», allarga le braccia l' investigatore.
Una congettura è quella del gioco pericoloso finito in tragedia. «Uno si mette a cavalcioni sulla ringhiera, l' altro lo spinge - ipotizza -.
Quello scivola, cade giù, il fratello si dispera e lo segue».
Indimostrabile, come l' ipotesi ancor più estrema del doppio suicidio. O come quella del tentativo di passare nel balcone del vicino dopo che il padre aveva chiuso il portone per punizione.
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Tutti esercizi investigativi per trovare una spiegazione alla grande tragedia dei due fratellini. Che nessuno ha visto e sentito. «Io ero a casa, seduto sul divano proprio dietro il muro dei vicini dove in genere si sente ogni loro parola - spiega il signor Leonardo, ottavo piano -. Ma sabato mattina nulla, nessuna discussione, nessun urlo». Un mistero.
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